Lago d'Idro: Vesta-Val Piombino-Malga Piombino (ruderi)
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Come successo altre volte, questa impegnativa escursione nasce qualche anno fa da un altro percorso: il sentiero della Calva (cai 460) ed il sentiero dei Lanzichenecchi (cai 298B) che di fatto raggira in quota la selvaggia Valle di Piombino e da cui si poteva osservare l’intaglio profondo ed intuire gli impervi valloni che sprofondano nel lago.... Così la decisione di provare a risalire il lungo solco fino alla Malga di Piombino nella stagione con meno vegetazione e seguendo le indicazioni di qualche mappa che riporta un tracciato sul fondo valle ed ovviamente non in occasione di piene del torrente.
Questa escursione (raccomandata ad escursionisti esperti) si svolge con partenza da Vesta, villaggio turistico sulla sponda orientale del lago, parcheggiando l'automobile in una piazzola appena varcato il ponte sul Rio Vesta (qualche mappa riporta Rio Vesta ed altre Torrente Valle di Piombino). Un marcato sentiero, che costeggia alcune villette, si diparte dalla piazzola dirigendosi verso l'imboccatura della valle dove è visibile la traccia che si addentra sul lato sinistro del torrente, ma anche un più marcato sentiero sul lato destro: i due accessi si incrociano qualche decina di metri più avanti. Grazie anche ad alcune indicazioni prese dal «gruppo sentieri attrezzati di Idro» e con la consapevolezza che la lunga risalita poteva anche non trovare compimento, ci siamo addentrati in questa stretta e selvaggia valle. La descrizione dettagliata non è possibile senza incorrere in imprecisioni o errori: si segue il fondo valle ed il greto del torrente passando da una o dall’altra parte o risalendo qualche sfasciume sotto le incombenti pareti del Cingolo Rosso e del Bezplel o seguendo deboli tracce e sporadici sbiaditi bolli rossi. Indispensabile l’utilizzo della tecnologia che aiuta a mantenere la direzione in modo particolare verso l'ampia parte terminale della valle. Si raggiungono e si superano due prese d’acqua, anche se per la seconda ci ha visto «ravanare» su roccette inconsistenti ingannati da una bollino rosso (forse un vecchio tracciato). Recuperato non senza fatica il corretto percorso, si superano ambienti selvaggi e incontaminati, alternando tratti ben marcati e tratti inesistenti.
Tra massi e sfasciumi e zone paludose e umide, guadando il torrente decine di volte in ambiente fortemente suggestivo e selvaggio dal sapore primordiale. Sulla testata terminale qualche raro ometto e qualche bollatura rossa più frequente ci fa risalire passando da un versante all’altro e nel percorso incontriamo un vecchio cippo di confine austroungarico, per la verità un po’ malconcio del 1753. Risalendo ripidamente e lungamente la testata della valle il bosco diventa meno intricato, più "pulito" e dove si intuisce essere stato modellato dalla presenza umana, non distanti quindi dalla malga che raggiungiamo dopo qualche centinaio di metri in mezzo ad una radura ripulita e recuperata qualche anno fa. I ruderi della malga evidenziano per dimensione l'importanza che doveva avere in quel posto. Da qua in poi, per il ritorno non ci sono difficoltà, siamo sulla ampia testata terminale della valle di Piombino ed un lungo sentiero leggermente in salita, va ad intersecare quello molto ampio e frequentato che dal lago sale al Monte Stino in una serie infinita di tornantini di chiara epoca militare e che per circa 4 km e 600 m di dislivello ci accompagnerà fino a Vesta. Bella escursione, poco frequentata, solitaria e impegnativa ma che ha reso indispensabile l’utilizzo del gps. Molte le indicazioni con bollature rosse sbiadite, ma altrettanto numerosi i tratti senza indicazioni e tracce……ma qui, in questo ambiente selvaggio e naturale sta il fascino e la soddisfazione di averlo fatto.
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