Galenstock 3586 m - Cresta nord (Scialpinismo)
Direi: "magico Galenstock".
Abbiamo a che fare con una montagna speciale.
Con un massiccio imponente.
Il gigante urano, da me ambito da tempo, non ha mancato di colmare la mia anima, lasciandosi scalare da nord, lungo un'estetica cresta. Non difficile. Ma sempre delicata ed esposta.
Video
[/drive.google.com/file/d/1yS0oqicl494mYa1N2P5DNG7Uy26AvXrq/v...]
Storie
/www.instagram.com/stories/highlights/17959800149652658/

L'avvicinamento
Il Galenstock si può salire da più vie, sia in inverno che in estate. Una classica è la via normale da sud che parte dal Furka, nel lato vallesano del passo e risale il ghiacciaio del Rodano. Ma ora il passo è ancora chiuso, aprirà forse il 19 giugno.
Un'altra è quella dello sperone sud-est, una via alpinistica di roccia. In questo momento è ancora innevata.
La mia scelta è ricaduta su un'altra classica: la cresta nord dal Tiefengletscher. Si tratta di una salita con esposizione prevalentemente sud-orientale per poi terminare a nord. Questo itinerario si presta bene ad un avvicinamento sci-alpinistico.
Sono con due amiche, entrambe chiamate Sara. Partiamo alle 05.30 da Tiefenbach. Parcheggiamo l'auto poco più avanti dell'hotel nei pressi della barriera. C'è uno sterrato ma i posti sono praticamente terminati. Ci sono diverse auto ticinesi, italiane e confederate.
Portiamo gli sci a mano per 100 metri lungo una strada sterrata che presto diviene innevata. Così possiamo subito pellare. Prima di raggiungere la piana su cui sorge l'Albert-Heim-Hütte dobbiamo togliere gli sci in un paio di tratti (fortunatamente brevi).
Non passiamo dalla Capanna e proseguiamo lungo la pianura. Sotto la neve c'è un laghetto che aggiriamo a destra. Risaliamo quindi un pendio che tocca i 35 gradi nella parte più alta.
Vediamo il Galenstock!
Teniamo la sinistra puntando alla nostra meta. A destra si va al Tiefenstock.
Ora è una lunga salita, mai ripida, verso ovest/nord-ovest. Ci avviciniamo alla parete est del Galenstock per poi traversare verso nord ed andare a raggiungere la base dello scivolo che porta sulla cresta nord.
Scivolo per accedere alla cresta nord

Lo scivolo
Siamo lentissimi e raggiungiamo tardi la base dello scivolo. Siamo rimasti in 2. Una Sara si è fermata subito in Capanna perchè non in forma.
L'altra Sara è pure stanca e mi segue fino alla sella soprastante per poi decidere di fermarsi.
Depositiamo gli sci alla base dello scivolo. Essendoci un crepaccio terminale da superare su un ponte di neve già smollata decidiamo di incordarci. L'idea è di restare legati anche in cresta.
Risaliamo il ripido pendio (un centinaio di metri) fino alla sella. Si sprofonda parecchio ma c'è una traccia fresca. Sono salite circa 8 persone prima di noi. Le stesse le incrociamo tutte mentre saliamo (alcune subito, altre in cresta). La traccia rende la neve più portante. Superiamo una fascia rocciosa e proseguiamo su pendio molto ripido fino ad arrivare in cresta. Si alza un'aria gelida che ci obbliga a coprirci ulteriormente.
Alziamo lo sguardo e notiamo che è ancora lunga. Inoltre la cresta è ripida. Sara decide di non procedere più sebbene mi inviti a proseguire senza problemi.
Vuole aspettarmi sulla sella per accertarsi che io salga e scenda senza problemi. Tuttavia è troppo freddo per i miei gusti. In cresta incontrerò 4 persone di cui una ragazza di Como con cui ci si scrive ogni tanto riguardo la montagna. Chiederò ad una lucernese e poi a questa di accompagnare Sara al deposito sci (punto di attesa più caldo e riparato).
La cresta e il Galenstock 3586 m
La cresta si impenna presto dopo una struttura rocciosa che si supera da sinistra. La neve è compatta e ricoperta da polvere. La piccozza a tratti fatica a conficcarsi nella neve. Lo stesso i ramponi. Ma si riesce a salire bene lo stesso.
La cresta nord

Nella parte finale la pendenza aumenta. Ci si tiene leggermente a destra quasi in parete. Si tocca roccia nei pressi di un affioramento. Qui si risale il tratto più ripido e delicato. C'è un ultima parte sul filo (attenzione alle cornici) e si perviene alla vetta. Ho notato la presenza di due fittoni in quest'ultima parte. Per risalire la cresta nord sono felice di disporre di due piccozze. Vista la compatezza della neve il rischio di scivolare è maggiore. Mi fermo il tempo di fare alcune foto. Poi visto l'orario decido subito di scendere.
Grande soddisfazione.
La croce di vetta è ancora sepolta dalla neve

Il ritorno
La disarrampicata mi prende parecchio tempo. Occorre prudenza. Ritorno sulla sella alla base della cresta. Ho con me una corda da 30 metri ma non posso usarla efficacemente. Ci sono due fittoni nel tratto ripido di cresta ma sono troppo lontani tra loro.
Una volta raggiunta la sella discendo lo scivolo velocemente. Tutto il percorso lo svolgo fronte a monte così come fatto dagli altri alpinisti. Supero il terminale sdraiato. Ho paura di caderci dentro.
A questo punto sono di nuovo al deposito sci.
La sciata sarà lunga a causa delle numerose pause: non sono più abituato a sciare e mi fanno subito male le gambe. Inoltre sotto la Capanna il percorso è spesso piatto e perdiamo tempo nella progressione.
La prima Sara ci aspetta sulla piana vicino alla Capanna. Per scendere a Tiefenbach dobbiamo nuovamente fare alcuni tratti senza sci.
Le ragazze esauste quando vedranno la macchina diranno "macchina ti amo".
Questo "macchina ti amo " potremmo inserirlo nel linguaggio alpinistico come grado di difficoltà :)))).
Cresta nord vista dalla vetta (o quasi).

Abbiamo a che fare con una montagna speciale.
Con un massiccio imponente.
Il gigante urano, da me ambito da tempo, non ha mancato di colmare la mia anima, lasciandosi scalare da nord, lungo un'estetica cresta. Non difficile. Ma sempre delicata ed esposta.
Video
[/drive.google.com/file/d/1yS0oqicl494mYa1N2P5DNG7Uy26AvXrq/v...]
Storie
/www.instagram.com/stories/highlights/17959800149652658/

L'avvicinamento
Il Galenstock si può salire da più vie, sia in inverno che in estate. Una classica è la via normale da sud che parte dal Furka, nel lato vallesano del passo e risale il ghiacciaio del Rodano. Ma ora il passo è ancora chiuso, aprirà forse il 19 giugno.
Un'altra è quella dello sperone sud-est, una via alpinistica di roccia. In questo momento è ancora innevata.
La mia scelta è ricaduta su un'altra classica: la cresta nord dal Tiefengletscher. Si tratta di una salita con esposizione prevalentemente sud-orientale per poi terminare a nord. Questo itinerario si presta bene ad un avvicinamento sci-alpinistico.
Sono con due amiche, entrambe chiamate Sara. Partiamo alle 05.30 da Tiefenbach. Parcheggiamo l'auto poco più avanti dell'hotel nei pressi della barriera. C'è uno sterrato ma i posti sono praticamente terminati. Ci sono diverse auto ticinesi, italiane e confederate.
Portiamo gli sci a mano per 100 metri lungo una strada sterrata che presto diviene innevata. Così possiamo subito pellare. Prima di raggiungere la piana su cui sorge l'Albert-Heim-Hütte dobbiamo togliere gli sci in un paio di tratti (fortunatamente brevi).
Non passiamo dalla Capanna e proseguiamo lungo la pianura. Sotto la neve c'è un laghetto che aggiriamo a destra. Risaliamo quindi un pendio che tocca i 35 gradi nella parte più alta.
Vediamo il Galenstock!
Teniamo la sinistra puntando alla nostra meta. A destra si va al Tiefenstock.
Ora è una lunga salita, mai ripida, verso ovest/nord-ovest. Ci avviciniamo alla parete est del Galenstock per poi traversare verso nord ed andare a raggiungere la base dello scivolo che porta sulla cresta nord.
Scivolo per accedere alla cresta nord

Lo scivolo
Siamo lentissimi e raggiungiamo tardi la base dello scivolo. Siamo rimasti in 2. Una Sara si è fermata subito in Capanna perchè non in forma.
L'altra Sara è pure stanca e mi segue fino alla sella soprastante per poi decidere di fermarsi.
Depositiamo gli sci alla base dello scivolo. Essendoci un crepaccio terminale da superare su un ponte di neve già smollata decidiamo di incordarci. L'idea è di restare legati anche in cresta.
Risaliamo il ripido pendio (un centinaio di metri) fino alla sella. Si sprofonda parecchio ma c'è una traccia fresca. Sono salite circa 8 persone prima di noi. Le stesse le incrociamo tutte mentre saliamo (alcune subito, altre in cresta). La traccia rende la neve più portante. Superiamo una fascia rocciosa e proseguiamo su pendio molto ripido fino ad arrivare in cresta. Si alza un'aria gelida che ci obbliga a coprirci ulteriormente.
Alziamo lo sguardo e notiamo che è ancora lunga. Inoltre la cresta è ripida. Sara decide di non procedere più sebbene mi inviti a proseguire senza problemi.
Vuole aspettarmi sulla sella per accertarsi che io salga e scenda senza problemi. Tuttavia è troppo freddo per i miei gusti. In cresta incontrerò 4 persone di cui una ragazza di Como con cui ci si scrive ogni tanto riguardo la montagna. Chiederò ad una lucernese e poi a questa di accompagnare Sara al deposito sci (punto di attesa più caldo e riparato).
La cresta e il Galenstock 3586 m
La cresta si impenna presto dopo una struttura rocciosa che si supera da sinistra. La neve è compatta e ricoperta da polvere. La piccozza a tratti fatica a conficcarsi nella neve. Lo stesso i ramponi. Ma si riesce a salire bene lo stesso.
La cresta nord

Nella parte finale la pendenza aumenta. Ci si tiene leggermente a destra quasi in parete. Si tocca roccia nei pressi di un affioramento. Qui si risale il tratto più ripido e delicato. C'è un ultima parte sul filo (attenzione alle cornici) e si perviene alla vetta. Ho notato la presenza di due fittoni in quest'ultima parte. Per risalire la cresta nord sono felice di disporre di due piccozze. Vista la compatezza della neve il rischio di scivolare è maggiore. Mi fermo il tempo di fare alcune foto. Poi visto l'orario decido subito di scendere.
Grande soddisfazione.
La croce di vetta è ancora sepolta dalla neve

Il ritorno
La disarrampicata mi prende parecchio tempo. Occorre prudenza. Ritorno sulla sella alla base della cresta. Ho con me una corda da 30 metri ma non posso usarla efficacemente. Ci sono due fittoni nel tratto ripido di cresta ma sono troppo lontani tra loro.
Una volta raggiunta la sella discendo lo scivolo velocemente. Tutto il percorso lo svolgo fronte a monte così come fatto dagli altri alpinisti. Supero il terminale sdraiato. Ho paura di caderci dentro.
A questo punto sono di nuovo al deposito sci.
La sciata sarà lunga a causa delle numerose pause: non sono più abituato a sciare e mi fanno subito male le gambe. Inoltre sotto la Capanna il percorso è spesso piatto e perdiamo tempo nella progressione.
La prima Sara ci aspetta sulla piana vicino alla Capanna. Per scendere a Tiefenbach dobbiamo nuovamente fare alcuni tratti senza sci.
Le ragazze esauste quando vedranno la macchina diranno "macchina ti amo".
Questo "macchina ti amo " potremmo inserirlo nel linguaggio alpinistico come grado di difficoltà :)))).
Cresta nord vista dalla vetta (o quasi).

Hike partners:
Michea82
Communities: Hikr in italiano, Skitouren
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