Campanitt 2544 m (con salvataggio per le mie amiche)


Publiziert von Michea82 , 27. Januar 2023 um 12:50.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:25 Januar 2023
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: ZS
Klettern Schwierigkeit: II (UIAA-Skala)
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT3 - Anspruchsvolle Schneeschuhwanderung
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Pizzo del Sole 
Zeitbedarf: 9:15
Aufstieg: 940 m
Abstieg: 940 m
Strecke:13 km salita da sud, discesa da nord-ovest
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Seguire la strada principale da Biasca per il Lucomagno Parcheggiare a Casaccia (ampio parcheggio)
Unterkunftmöglichkeiten: Capanna Cadagno

In questa relazione descriverò l'ascesa al Campanitt o Pizzo delle Columbe, una montagna bellissima e caratterizzata da una certa complessità. 
Ma soprattutto analizzerò quella che è stata una serie di scelte e di circostanze che hanno portato ad una escalation imprevista. Le mie due compagne di gita si sono trovate in seria difficoltà e hanno deciso di chiamare un soccorso. 


Visto dal Passo del Sole (in basso a destra evidente la nostra traccia)



Descrizione della salita - 1: avvicinamento

Il Campanitt si trova tra il Pizzo del Sole e il Pizzo dell'Uomo. Ha una cima orientale considerata invernale e una cima principale (la quota 2544 m) il cui itinerario è descritto bene da Cele e dal CAS: valutata PD + in invernale e T5 in estiva. 
Parliamo tuttavia di ottime condizioni, ovvero quelle che si trovano ogni 2 o 3 anni a seconda delle annate e in un preciso periodo. 
Pertanto la mia valutazione è chiaramente AD: non è abbastanza facile il Campanitt. Nessuno deve sottovalutarlo. È, invero, abbastanza difficile. 

Partiamo alle 08:00 da Casaccia. Ci addentriamo nella piana, attraversiamo il fiume tramite il ponte di legno e imbocchiamo il sentiero. Passiamo da Campo Solario e proseguiamo nel bosco verso ovest risalendo una piccola costa. Ci alziamo gradualmente e raggiungiamo Piano dei Canali, un'ampia corte dalla quale si può ammirare la nostra meta. Sulla sinistra si staglia invece il Pizzo del Sole. 
Quando tocchiamo le pendici del Pizzo Columbe, voltiamo a sinistra per aggirarlo. Ci troviamo alle pendici orientali ma noi dobbiamo salire da sud. 
Pertanto ci spostiamo verso i Canali di Lareccio, prendiamo il sentiero per il Passo del Sole e lo seguiamo fino alla quota 2330 m circa. Precisamente sotto il canale principale, più evidente. 

Fino a qui abbiamo avuto una serie di circostanze non favorevoli ma singolarmente mai preponderanti per farci decidere di rinunciare: 
- Il fattore umano è debole: non siamo tutti motivati allo stesso modo, ci sono state alcune discussioni per questioni esterne e il clima iniziale é già piuttosto teso, poi si ammorbidirà.
- Una delle mie compagne ha una pelle che non va bene per il suo sci, rimane indietro, procede lentissima e perdiamo tanto tempo. Dobbiamo aspettarla, tornare indietro 2 volte da lei, attaccare del nastro per tenere la pelle. Procedere senza sci è impossibile perchè si sprofonda. Complessivamente siamo ai piedi del Campanitt in 4 ore anziché in 90 minuti, ma abbiamo ancora molto tempo, il ritorno non è lungo. Se inizialmente il programma è di salire al Campanitt e poi qualcos'altro, ora il programma si limiterà al Campanitt.
- Abbiamo un grado valanghivo 2+. A tutte le esposizioni. Quindi dobbiamo valutare il pendio. Decidere se provare il versante sud (più ripido) o la cresta ovest. La nostra scelta ricadrà sul pendio meridionale il quale risulterà stabile ma in condizioni tutt'altro che ideali. 



Descrizione della salita - 2: il canale

C'è un canalone centrale evidente il cui culmine è il cielo. Alla sua sinistra ce ne sono altri 2. Noi puntiamo a quello più esterno come indicato nella relazione di Cele (vedi questa foto soprattutto /f.hikr.org/files/3072247l.jpg). 
Il primo tratto di pendio ha una pendenza soft ma molta neve sfondosa, parzialmente trasformata. Teniamo la sinistra per non essere nella piena verticale del canale principale. Si sale ma con una certa fatica. Dopo di che, raggiunta la bastionata, giriamo a destra per aggirarla e infilarci nel canale a sinistra. Qui la pendenza aumenta a 40/45 gradi e la neve diminuisce significativamente. Abbiamo tratti spellati in cui si sale lo stesso ma non è così piacevole infilare piccozza e ramponi nell'erba o nei sassi. 


Prima parte: dalla base alle prime rocce


Successivamente affrontiamo un tratto nuovamente ben innevato e stavolta ventato, si sprofonda molto, puntiamo il più possibile a parti di pendio non aperto, non esposte e inframezzate da rocce. Quindi nuovamente ritroviamo punti spogli e, in particolare, un passaggio delicato su roccette. 
Ci avviciniamo alla paretina gialla. Il terreno varia ma la pendenza è sempre sostenuta, sebbene da sotto non sembri. Ogni volta penso che poco sopra potrò fermarmi un attimo e togliere lo zaino, ma poi quando sono lì la sensazione è un'altra e il rischio di scivolare abbastanza reale. 

Una mia compagna smadonna parecchio e non le piace il canale in queste condizioni. Mi dice che la discesa la faremo da un'altra via: "certo, scenderemo da ovest". Questo è stato un altro fattore sfavorevole: un singolo partecipante che esclude di essere capace di tornare dalla stessa via di salita e nessuno che ipotizza il rischio di non riuscire a raggiungere la cima e quindi la necessità di tornare dalla via di salita. Nessuno ha considerato di rinunciare per tempo alla via da sud, di tornare al deposito sci e di salire da ovest; guardando in su sembrava tutto più semplice. Le prospettive ingannano. Il difficile non era ancora iniziato. Questo è stato uno degli errori più preponderanti: proseguire laddove non tutti sarebbero in grado di ritornare in caso di necessità. 

Siamo ai piedi della paretina gialla. Ora dobbiamo svoltare a sinistra e, secondo le informazioni in nostro possesso, raggiungere la vetta.
 
 
La paretina gialla da aggirare a sinistra (punto chiave per orientarsi)


Il canale è bello


Ai piedi della parete abbiamo 2 possibilità: prendere un canalino roccioso (II o III) il cui culmine non sappiamo dove conduca, oppure aggirare sulla sinistra la roccia seguendo una rampa molto ripida (> 50 gradi). Optiamo per la rampa che in sé non è male come passaggio. Tuttavia la neve è inconsistente, al transito della seconda persona, dopo di me, la traccia è già compromessa. La terza persona piangerà quando dovrà salire da lì. Si tocca la terra. 
Giunti al culmine di questa rampa ripidissima abbiamo una passaggio di roccia: il passaggio chiave della gita. 


Descrizione della salita - 3: il passaggio chiave e la vetta


La montagna paralizza le mie amiche qui. Il passaggio è un II (max III), una sorta di diedro. Ha una buona presa sulla sinistra all'altezza della testa su cui fare leva col braccio teso e sollevarsi. Manca qualcosa di solido su cui appoggiare i piedi. A destra in alto c'è una bella roccia, ma la presa migliore è più in alto. Bisogna sbilanciarsi un poco, allungarsi affidandosi alle punte dei ramponi conficcati nell'erba o nella terra e aiutarsi con la mano sinistra nella neve (qui la seconda piccozza è utile, io non l'avevo e ho puntato la mano sotto quel poco di neve che c'è). 
Una volta afferrata bene la roccia con la mano destra, guanti riposti nella giacca, mi infilo nel piccolo diedro. Il gioco è fatto. Ora è questione di forza fisica ma mi sento protetto. Mi spingo in alto facendo forza sulle rocce laterali e mi siedo cavalcioni sopra, dopo aver rimosso la neve. 
La seconda persona non riesce a tirarsi su. Non arriva alla presa per la destra. Dovrebbe saltare. Le dico di aspettare la terza persona e di farsi spingere. Ma quest'ultima tenta di aggirare il passaggio da destra su placche e si blocca. Io intanto, non sentendomi a mio agio in quel punto, procedo su un'ulteriore ripida rampa scarsamente innevata, fino alla roccia finale che aggiro eseguendo un breve traverso fino ad infilarmi in un confortevole canalino. Sono fuori dalle difficoltà. Ho le mie amiche ancora a vista. Provo a fornire loro istruzioni ma quella che dovrebbe spingere la seconda persona è bloccata e piange. 
Nel mio punto c'è un solido spuntone: se avessi una corda potrei risolvere il problema. 
Questo è stato l'errore cruciale: non avere la corda. Io ho letto che questa montagna è stata gestita in solitario da un uomo in invernale pertanto non ho contemplato la presenza di passaggi che necessitino di una corda. Lo stesso ragionamento è stato fatto dalle mie amiche


Passaggio chiave: le mie amiche bloccate sul pendio ripido sottostante


"Non possiamo salire ma non possiamo scendere"
Dopo aver loro fornito alcuni imput per tentare di spingersi l'una con l'altra per superare l'ostacolo le invito a scendere al deposito sci o a chiamare un soccorso. Io ho superato il passaggio conscio che oltre a quello non ci sarebbe più stato nulla di difficile. Non ho intenzione di scendere con loro prendendomi il rischio di disarrampicare il passaggio. Per discenderlo sarebbe meglio fare una calata in doppia. Inoltre loro non hanno alcuna intenzione di tornare indietro, sia con me sia senza di me. 
Pertanto decidono di chiamare il soccorso. Una volta accertatomi che la chiamata sia stata fatta e le istruzioni fornite mi accordo con loro:
"io scendo dalla cresta ovest e ci troviamo giù, voi siete tranquille?"
" si adesso vengono a prenderci, aspettiamo qui, ci vediamo giù".

Attendere il soccorso mi esporrebbe al freddo (ci sono meno 5 gradi, meno 8?)  e allungherebbe le tempistiche di rientro. Aggiungermi al viaggio in elicottero richiederebbe un'operazione ancora più lunga ed onerosa. Inoltre di impulso preferisco scendere come sono salito, con le mie forze. La via da ovest non è difficile sebbene non sia esente da rischi. 
A posteriori posso però dire che: la mia presenza avrebbe facilitato la loro messa in sicurezza in quanto il soccorritore non ha potuto trovare un buon ancoraggio, se fossi rimasto lì avrei potuto farmi passare la corda e sistemarla nello spuntone. Inoltre nella mezz'ora di attesa per le mie amiche la situazione psicologica e fisica sarebbe potuta cambiare. Ma loro sono state tranquille. 


In pochi passi raggiungo la roccia intagliata che coincide alla vetta. Con un certo senso di colpa mi infilo nell'intaglio per arrampicare sulla vetta. È un grado II non esposto. Faccio qualche foto. Sono soddisfatto della cima ma non sono sereno.

La vetta





La discesa in solitario


Un po' frastornato dagli eventi mi guardo intorno per capire da dove scendere: la cresta ovest. No. Non se ne parla nemmeno. La osservo: è una via che implica concentrazione, impegno, è un'altra avventura. Osservo le isometrie sulla mappa e individuo un canalone, orientato a NW: scendo da lì. Non è eccessivamente ripido. Ma la neve è davvero inconsistente. Farina che scorre sotto i miei piedi. Con una mano scoperta veloce mi appresto a discenderlo. La mano si scalda nonostante tocchi la neve: la discesa riscalda sempre in assenza di vento. Raggiungo un punto dove ci sono delle placche: non ho presa. Sotto di me il pendio è libero e si addolcisce. Mi lascio scivolare tenendomi come posso. Non ho paura, se parto mi fermo sotto. Al mio passaggio le placche rimangono scoperte. Intanto arriva l'elicottero, sorvola l'area e mi fa spingere addosso molta neve dal canale. Mi spavento. Ma non succede nulla. Scendo e raggiungo la base del Pizzo Columbe. La aggiro. Mi devo abbassare in una conca e poi riprendo a salire. Punto al Passo del Sole. Lo raggiungo e finalmente ho una visuale completa della mia montagna. L'elicottero sta recuperando il soccorritore. Sono tranquillo. Mi metto in contatto con le mie amiche. Sono a Campra. Hanno trovato un passaggio da una mia conoscente in transito dal Lucomagno. Sono al caldo in un bar. Hanno potuto recuperare anche gli sci. 
Non mi resta che scendere a Casaccia.
Tutto bene quel che finisce bene. 
La decisione più giusta è stata quella delle mie amiche: chiamare aiuto quando la situazione è ancora sotto controllo, quando nessuno si è fatto male. 
Meglio 2 belle signore integre che due sacchi neri.


Piccolo video
/www.instagram.com/reel/Cn4JuA4qwU5/?igshid=YmMyMTA2M2Y=
 

Tourengänger: Michea82


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Kommentare (16)


Kommentar hinzufügen

Antonio59 ! hat gesagt:
Gesendet am 27. Januar 2023 um 15:55
Che avventura Michea.
Ma sono cose che succedono, quando si va molto in montagna.
L'alternativa è stare sul divano :))
Comunque anch'io ho già chiamato 2 volte l'elicottero negli ultimi 2 anni, per i miei amici.
Fà parte del gioco
Ciao
Antonio

Michea82 hat gesagt: RE:
Gesendet am 27. Januar 2023 um 16:09
Grazie Antonio non sai quanto apprezzo quello che dici

Cele hat gesagt:
Gesendet am 27. Januar 2023 um 21:09
Complimenti alle ragazze per, nonostante tutto, aver tenuto duro! Di sicuro richiede più coraggio fermarsi e chiamare la Rega che continuare la salita, quindi brave! E non scoraggiatevi per future uscite... :)

Michea82 hat gesagt: RE:
Gesendet am 27. Januar 2023 um 22:11
Grazie per il rinforzo. Sicuramente farà loro bene.
E anche per tutte le info. Specie la foto con il disegno della traccia. Semplice ed immediato

Gesendet am 28. Januar 2023 um 10:37
Porcazza che avventura Michea!

Michea82 hat gesagt: RE:
Gesendet am 28. Januar 2023 um 14:21
Eh si proprio un avventura!
Cmq un itinerario molto bello che rifarei volentieri ma stavolta una corda la prenderei su che non si sa mai

imerio hat gesagt:
Gesendet am 28. Januar 2023 um 16:12
Caro Michea, ho letto con attenzione la tua relazione e devo dire che ancora una volta hai e avete avuto molta fortuna.
Se posso darti un consiglio, prima di intraprendere salite come questa (che non sono per niente semplici), dovresti valutare bene le capacità di chi viene con te, e infine: sicuramente una corda!
Ciao. Imerio.

Gelöschter Kommentar

imerio hat gesagt: RE:
Gesendet am 28. Januar 2023 um 18:04
Anch'io ai tempi avevo fatto un corso di alpinismo, ma quello che conta poi è la pratica sul campo, che tu sicuramente hai.
Comunque tutte le esperienze, soprattutto quelle a lito fine, portano maturità. Bravo Michela, continua con le tue avventure e le tue relazioni che sono da manuale....
Ciao. Imerio.

Michea82 hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. Januar 2023 um 21:47
Grazie Imerio certo lo farò.
E per me è stata un'esperienza che, come dici tu, mi ha dato maggiore maturità.

Menek hat gesagt:
Gesendet am 28. Januar 2023 um 18:40
Tutto è bene quel che finisce bene...
Menek

Michea82 hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. Januar 2023 um 21:49
L'importante è non aspettare che la situazione precipiti.
Io le ho appoggiate nel loro desiderio di chiamare.
Tornare era fattibile ma la traccia già difficile lo era ancor di più dopo il nostro passaggio. Inoltre una delle due non aveva più forza. Insomma diversi fattori..

Riccardo_R hat gesagt:
Gesendet am 29. Januar 2023 um 18:05
Sono esperienze che sicuramente ti cambiano, nel profondo, parlo purtroppo anche per esperienza personale. Negli ultimi anni quando sono in dubbio se portare una corda o meno, solitamente ne butto una 30m light nello zaino, in alcuni casi mi ha salvato da situazioni molto scomode. Comunque, tanto di cappello per aver raccontato apertamente la tua esperienza. Complimenti.

Michea82 hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. Januar 2023 um 21:54
Grazie Riccardo
Si la lezione lho ben appresa. Adesso capisco anche il mio amico m323 che si porta spesso la corda da 30 anche per fare un Uffiern o un Pesciora. È un grande aiuto che per es al Pesciora fece la differenza.
Io ero partito dal presupposto che se l'aveva fatto Cele da solo allora si sarebbe trattato di canale e passaggi gestibili per tutti e 3
Quanto al mio racconto: per me è importante condividere ogni tipo di escursione con qualunque rivolto. Può essere molto utile a chi lo legge (per es molti eviteranno questa via o la faranno con la mente ben in chiaro). Infine è stato utile a me stesso: con la penna ho potuto analizzare quello che è successo e trarne delle conclusioni...
Ciao!

Ueli hat gesagt:
Gesendet am 21. Februar 2023 um 11:37
Ciao Michea

Bell'avventura!!!! Immagino che non avevi una corda... Consiglio: 20/30 m di 6/7 mm e una cordino per un'imbraco da tenere in fondo allo zaino. Non pesano molto ma a volte servono.

Cari saluti Ueli

Michea82 hat gesagt: RE:
Gesendet am 21. Februar 2023 um 14:54
Uela Ueli!
Non ce l'avevo la corda. Come detto è stata una lezione. Adesso la porto sempre...grazie


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