Rifugio Grassi dal sentiero attrezzato della condotta


Publiziert von cai56 , 26. August 2022 um 20:44. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:24 August 2022
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 7:15
Aufstieg: 1466 m
Abstieg: 1466 m
Strecke:Circolare 16,89 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano a Lecco lungo la superstrada 36, con uscita in direzione Valsassina. Alla rotonda di Ballabio si prosegue a destra fino ad Introbio. Comodo parcheggio in Via S.Antonio.

Anche oggi, come spesso mi capita di scrivere, torniamo dopo moltissimi anni in una zona della Valsassina che ultimamente, causa mancanza di tempo e logistiche varie, avevamo messo da parte. Naturalmente per rivisitare la zona del Rifugio Grassi evitiamo la strada carrozzabile della val Biandino e scegliamo - e casualmente improvvisiamo - una variante della salita attraverso la Bocchetta di Foppabona: un percorso vivace ed interessante per il tipo di tracciato ed il modico impegno tecnico. Unica ma non lieve pecca, nel tratto iniziale, il frequente intersecare una nuova pista forestale                                                                                                        ( https://www.valsassinanews.com/2021/10/16/introbio-la-nuova-strada-per-daggio-e-una-ferita-in-una-valle-incontaminata-le-immagini-dei-lavori/ ),
dove per il momento gli incroci col sentiero non sono stati ripristinati.

Dal parcheggio si prosegue salendo lungo la Via S.Antonio assecondandone anche una netta curva verso destra attorno alla recinzione di una appariscente villa/maniero; si continua diritto fino a trovare, in Via al Ceppo, le indicazione per la Val Biandino. Una bellissima mulattiera acciottolata sale a tornanti nel  bosco di castagni da frutto secolari finchè, oltrepassata di poche decine di metri la cappellina di S.Uberto, al bivio, si volge a destra (da sinistra via di ritorno); anche qui, in breve, si incontra un secondo bivio dove si prende a sinistra, iniziando una lunga serie di curve nel bosco che portano ad affiancare le Baite Piazzolo e ad attraversare una pista forestale. Con un fondo dove l'acciottolato comincia a dare, per incremento della pendenza, segni di cedimento, ci si avvicina alla panoramica Baita Pianca, ma qui si incrocia la nuova pista (vedi sopra) che sta devastando la montagna: il sentiero la interseca più volte, ma, a quasi un anno dall'inizio dei lavori, nessuno ha ufficialmente ripristinato i passaggi. Bene o male si arriva alla Bocchetta di Pianca che, a giudicare da vecchie foto, non assomiglia più a se stessa: la pista per ora si ferma qui, ma recentissimi abbattimenti di una fascia di alberi lungo una linea ben abbozzata fanno pensare ad un prossimo proseguimento. Le indicazioni per il Rifugio Grassi indirizzano verso una discesa in direzione del fondovalle del Canale di Daggio, ma noi, scegliendo una traccia apparentemente più labile individuata sulla CTR (dove peraltro manca quella "ufficiale"), andiamo a risalire la dorsale a sinistra e proseguiamo con un traverso fino alla conca prativa della Baita Rasga; il ripido pendio a pascolo alle spalle della cascina conduce fino ad un bosco rado di annosissimi faggi, dove momentaneamente la traccia si perde nel calpestio delle capre. Si prosegue comunque in traverso sull'arido versante ("Formicai" sulle mappe) che è una lontana propaggine del soprastante Zuc di Cam. Alla prima salita, in corrispondenza anche di un affioramento dal terreno del manufatto di calcestruzzo che ospita un piccolo acquedotto, si presenta la sorpresa di un primo cavo metallico di sicurezza: spesso i segmenti fra un ancoraggio ed il successivo sono molto lontani, per cui la fune - spesso appoggiata al suolo nell'erba - risulta parecchio lassa; altrove è temporaneamente sostituita da vecchie corde da montagna e rimane anche qualche breve tratto di una catenella arrugginita. Il percorso, prevalentemente in falsopiano con alcune impennate molto ripide, attraversa varie dorsali ed altrettanti canaloni, collegando tutte le piccole prese d'acqua di ogni minimo torrentello. Infine il sentiero confluisce nella via più battuta che si distaccava presso la Bocchetta di Pianca. Da qui si risale la valletta prativa che, oltrepassata la Baita Foppabona (alpeggio regionale), si conclude all'ampia apertura della Bocchetta di Foppabona, arrivando ad incontrare la DOL (Dorsale Orobica Lecchese) proveniente dai Piani di Bobbio; si volge a sinistra ed in saliscendi si arriva ad affiancare il Rifugio Grassi, che anche oggi, non diversamente dal solito, appare piuttosto affollato. Si sale al vicino Passo del Camisolo e si tralasciano tutti i sentieri principali per salire alla traccia più alta alle pendici dello Zuc di Valbona: inizialmente poco evidente, scorre alla base delle vastissime colate di detriti delle soprastanti miniere, per poi aggirare uno sperone e giungere sulla verticale della piccola miniera di Valbona. Il modesto sito di archeologia industriale consta dei ruderi della casa dei minatori e di una breve galleria (una decina di metri) restaurata fino all'imbocco di un pozzo allagato. Il sentiero prosegue (è possibile giungere fin qui, evitando il rifugio ed il Passo del Camisolo, attraversando la soprastante Bocchetta di Valbona) scendendo ripidamente con una lunghissima teoria di tornanti dissestati il solco della Valbona: lungo il percorso, fra roccette e ontani invadenti e colate di detriti, si passa accanto alla Baita di Valbona. Ormai quasi sul fondo della Val Biandino, si lascia a destra una diramazione del sentiero che si dirige ai rifugi e si prosegue a sinistra con un interminabile traverso diretto verso Introbio. Il sentiero segue per lungo tratto il percorso di una linea elettrica e successivamente quello di un piccolo acquedotto interrato: il tracciato è molto comodo e di pendenza limitata, attraversa numerose antiche frane di sassi ed in solo punto, in corrispondenza del guado di un torrentello, presenta una breve attrezzatura a cavo metallico. Raggiunta la carrozzabile cementata di fondovalle, la si percorre lungamente fino a trovare, in corrispondenza di un tornante, la deviazione di una mulattiera acciottolata che rapidamente raggiunge la cappella di Sant'Uberto, dove si riprende la via di salita.

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


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Menek hat gesagt:
Gesendet am 31. August 2022 um 10:46
non conoscevo questa via...ciaux
Menek

cai56 hat gesagt: RE:
Gesendet am 31. August 2022 um 18:55
Nemmeno io, ma, arrivati sul posto, non mi piaceva l'idea di scendere per il sentiero normale per poi risalire e, vista la traccetta sulla mappa, abbiamo provato...
Ciao Marco


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