Borgonuovo-Pizzo Alto
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Ero qui in attesa a 1140m di quota.
Ti avevo visto arrivare e avevo pensato: "Perchè no?"
E' potenzialmente istruttivo fare nuove conoscenze.
Ti avevo salutato ma avevi tirato dritto senza neanche guardarmi.
Sono molto socievole, se ne ho l'opportunità, mi attacco a tutti!
E' bello viaggiare in compagnia!
Tu eri molto diverso da me, l'avevo capito subito. Complice la salita dura in un ambiente
severo, pensavi più a tenere bassa la respirazione, che a parlare.
Era un sentiero ben poco usato, l'avevi intuito da un po', suppongo.
Temevi potesse diventare complesso reperirlo fuori dal limite del bosco.
E' per questo che era meglio farlo in compagnia, ma silenzioso com'eri, tanto valeva
farlo da sola...ci fossi riuscita.
Il bosco era davvero bellissimo, e le scalinate, seppur sporche di terra e aghi di pino
(segno inequivocabile di abbandono), erano stupefacenti.
Dopo tanto faticare eri giunto alla prima costruzione di Al Mot a 1450m.
Speravo fosse abitato e, penso, lo desiderassi anche tu, invece era solo un "rudere
tenuto bene".
"Peccato!" Mi ero detta. Sono assetata di conoscenze. Ero già stufa di andare in giro
con te, ma non essendoci alternative, avevo fatto buon viso a cattiva sorte.
Avevi proseguito il cammino, forse le cose più avanti sarebbero cambiate.
Superati altri ruderi, il bosco si era diradato. Come temevi, lo stato di abbandono,
qui si era fatto evidente. Cespugli di ginestre nascondevano il vecchio tracciato,
seguire il percorso non era comunque difficile, con tutte quelle "bandierine"
bianco-rosse. La fatica cominciava a farsi sentire, le scalinate (per quanto belle) sono
letali per i muscoli: cercavi di tenere duro.
"Non tutto il male viene per nuocere" penso avresti detto, se ti fossi confidato con me.
Infatti davano temporali nel tardo pomeriggio, quindi era meglio fare un sentiero diretto
perchè sarebbe arrivato prima alla mèta. A 1750m esso si era "addolcito" un poco
prima di giungere ad un altro rudere.
Avevi tolto lo zaino, ti eri dissetato e alimentato; proprio quello che stavo facendo anch'io!
Controllata la quota sulla cartina topografica, avevi regolato l'altimetro. Avevi anche
scattato altre foto, ne ero abituata oramai.
Era da più di un'ora che viaggiavamo insieme, eppure non avevo ancora sentito il suono
della tua voce: tutti così 'sti uomini!!
Dopo dieci minuti camminati in piano, le tue paure si erano concretizzate.
Quasi fuori dal limite dei boschi, la traccia si era fatta dapprima esile e poi quasi inesistente.
Con le erbe alte, di lì ad un mese, la situazione sarebbe di sicuro peggiorata.
Te l'avevo pure detto, ma tu niente, non ti eri degnato di rispondermi, forse non mi ritenevi
all'altezza: molto offensivo da parte tua!!
Uscito sui prati, non c'era più problema di orientamento, ma per precauzione avevi cercato
comunque i bolli segnavia. A tratti il sentierino ricompariva, per sparire poco dopo.
Dovevi risalire la ganda fattasi ripida e faticosa, ti costava molta fatica, eccome se me ne
ero accorta!
"Forse hai lo zaino troppo pesante, non sei più giovane!"
Il mio consiglio non chiesto era caduto nel nulla.
Silenzioso per come ti avevo conosciuto, arrancavi su per il prato. Ti fermavi spesso e, con
uno sguardo serio, osservavi lo stato del cielo. Nuvole alte, ma sempre più minacciose, si
stavano avvicinando velocemente.
"Arriverà prima del previsto il temporale!" Dicevano i tuoi occhi, molto più loquaci di te.
Al contario, queste cose a me non toccano, continuavo dunque ad essere tranquilla.
Finalmente avevamo raggiunto i ruderi di Carmezzano. C'era una costruzione "provvisoria"
davvero brutta, forse serviva come riparo ai pastori. Avevi guardato in alto, di fronte a te,
senza che tu dicessi nulla avevo capito qual'era la tua mèta: il Pizzo di Somma Valle!
"Lascia stare!" Ti avevo detto allora.
"Il tempo è troppo incerto ed hai ancora 700m di salita, e la discesa non è banale.
Vuoi farla sotto un temporale?"
Ti eri alimentato in silenzio, dando ancora un'occhiata alla cartina. Dopo pochi minuti di
riposo, avevi preso la tua decisione: al Passo d'Avero ci saresti arrivato!
Fatti una quarantina di metri, ti eri accorto che lo zaino non lo reggevi più. Ti eri fermato.
Avevi tolto il giubbetto, il cellulare l'avevi messo in una tasca riavviandoti. Lo zaino
osservava te mentre ti allontanavi da lui. Viaggiare leggeri era un'altra cosa, in breve eri
giunto al Passo. Anche se il cielo si era fatto minaccioso avevi voluto proseguire, il Piz Alto
non era lontano. Si vedeva un attraente corno roccioso, senza pensarci tanto ti eri diretto là.
Un sentierino di capre ti aveva agevolato per un po' poi, quando questo si era inoltrato nel
dirupato versante Sud-Est, tu ti eri alzato fin sulla cresta. Avevi superato un infido
passaggino roccioso e, anche per pietraie, eri giunto a quella che pensavi fosse la vetta.
Non era così! La cresta scendeva di poco per poi risalire alla cima effettiva.
Avevi scattato un'altra foto ripartendo deciso, ma chi troppo vuole....
A due passi dalla vetta aveva cominciato a piovere. A Nord era davvero brutto, di sicuro
stava diluviando. Le nuvole in arrivo da Sud-Ovest non erano certo meglio.
Senza pensarci due volte avevi girato i tacchi. In breve eri giunto all'antecima, per ricordarti
solo allora, che non avevi scattato le foto di vetta.
"Ma che fesso sono stato!"
Ecco! Queste erano state le prime parole che ti avevo sentito dire. Finalmente il suono
della tua voce era giunta a me.
Avevi indossato il giubbetto mentre la pioggia ti stava bagnando. Avrei voluto parlarti, ma
tu pensavi solo a scendere.
Al rudere di quota 1750m avevi avuto la conferma che il tempo ti aveva "tirato un bel
pacco". Quattro gocce in vetta e poco sotto, giusto per non farti godere del tuo piccolo
successo, poi aveva smesso. L'erba bagnata sotto le tue scarpe usurate, ti aveva creato
qualche problema. Viaggiare senza che "secchi" d'acqua ti finissero in testa era comunque
meglio, per questo non eri arrabbiato. Il sole caldo era tornato a splendere. Rassicurato,
avevi scattato molte foto. Ridisceso a quota 1140m (dove ci eravamo conosciuti), eri andato
oltre. Superato il bivio col sentiero che porta a Dentro il bosco, non ti eri posto il problema
se variare la discesa. In breve eri nell'alveo del torrente che dona le sue acque alla Val
Carmezzano. Ora ti aspettavano 80 metri di salita: era la giusta penitenza per non aver
voluto conversare con me? Ritornato sul tratto pianeggiante, avevi raggiunto il bellissimo
prato panoramico, luogo di incontro col sentiero che sale a Corbia. Ancora le solite foto,
poi eri giunto a Dasile: era arrivato, finalmente, il momento di mangiare.
All'ombra di una bella baita, con la schiena appoggiata ad un muro, ti eri allora accorto
delle mie sorelle! Una correva velocemente sul tuo polpaccio sinistro, era volata lontano
prima ancora che potesse capire cosa le stava per succedere. Le altre avevi faticato un po'
ad eliminarle...povere loro!! Vista la mal parata, avevo pensato bene di nascondermi al tuo
sguardo. Anche se decisamente orso, mi ero oramai affezionata a te.
Avevi mangiato le tue poche cose, poi ti eri avviato. A Savogno non avevi parlato con
nessuno, un'ora dopo eri all'auto. Altre due ed eri in casa tua con tuo figlio al fianco.
L'avevo conosciuto, finalmente! Proprio come te, non mi aveva degnato di uno sguardo,
attaccato al PC com'era, non aveva tempo da dedicarmi.
Mi sentivo triste, sicuramente il mio adorato bosco non l'avrei più potuto rivedere.
In balia di questi sentimenti, tu ti eri spogliato facendoti la doccia.
Era allora che mi avevi vista!
Avevi chiuso l'acqua, ed in fretta e furia avevi agguantato un'orrenda pinzetta!
Senza alcuna pietà mi avevi strappata via dal tuo corpo...
...e io che credevo fossimo diventati amici!!!
Mi avevi fatto molto male, buttandomi nello scarico del lavandino!
Eccomi!
Ora sono qui al buio in un posto nauseante, tradita ancora una volta dagli umani!
Me lo avevano detto, ma non ci avevo mai voluto credere. In fondo volevo solo un
pochino del tuo sangue, tu che ne hai così tanto...
Non sono neanche infetta (ma tu che ne puoi sapere?), non ti avrei creato alcun problema.
Sono una Ninfa (non una zecca adulta), tra una decina di giorni mi sarei staccata da sola
per mutare in santa pace. Che fastidio ti avrei dato se non un po' di prurito?
Mi hai trattata male, non è colpa mia se seguo il mio istinto.
Beh! Io che sono qui da sola, mentre cerco disperatamente il modo per sopravvivere,
non mi sento meno importante di te!
IO almeno servo ancora all'ecosistema e non faccio danni! Tu puoi dire altrettanto?
Sei tanto ambientalista, ma con il tipo di vita che fai, contribuisci comunque a distruggere il
pianeta.
Vai dunque avanti ad andare in montagna, ma sappi che le mie sorelle vivono lì,
tu sei l'intruso! Lasciale stare, hanno il diritto di vivere quanto te...
...anche se tu pensi esattamente il contrario!!!
Ti avevo visto arrivare e avevo pensato: "Perchè no?"
E' potenzialmente istruttivo fare nuove conoscenze.
Ti avevo salutato ma avevi tirato dritto senza neanche guardarmi.
Sono molto socievole, se ne ho l'opportunità, mi attacco a tutti!
E' bello viaggiare in compagnia!
Tu eri molto diverso da me, l'avevo capito subito. Complice la salita dura in un ambiente
severo, pensavi più a tenere bassa la respirazione, che a parlare.
Era un sentiero ben poco usato, l'avevi intuito da un po', suppongo.
Temevi potesse diventare complesso reperirlo fuori dal limite del bosco.
E' per questo che era meglio farlo in compagnia, ma silenzioso com'eri, tanto valeva
farlo da sola...ci fossi riuscita.
Il bosco era davvero bellissimo, e le scalinate, seppur sporche di terra e aghi di pino
(segno inequivocabile di abbandono), erano stupefacenti.
Dopo tanto faticare eri giunto alla prima costruzione di Al Mot a 1450m.
Speravo fosse abitato e, penso, lo desiderassi anche tu, invece era solo un "rudere
tenuto bene".
"Peccato!" Mi ero detta. Sono assetata di conoscenze. Ero già stufa di andare in giro
con te, ma non essendoci alternative, avevo fatto buon viso a cattiva sorte.
Avevi proseguito il cammino, forse le cose più avanti sarebbero cambiate.
Superati altri ruderi, il bosco si era diradato. Come temevi, lo stato di abbandono,
qui si era fatto evidente. Cespugli di ginestre nascondevano il vecchio tracciato,
seguire il percorso non era comunque difficile, con tutte quelle "bandierine"
bianco-rosse. La fatica cominciava a farsi sentire, le scalinate (per quanto belle) sono
letali per i muscoli: cercavi di tenere duro.
"Non tutto il male viene per nuocere" penso avresti detto, se ti fossi confidato con me.
Infatti davano temporali nel tardo pomeriggio, quindi era meglio fare un sentiero diretto
perchè sarebbe arrivato prima alla mèta. A 1750m esso si era "addolcito" un poco
prima di giungere ad un altro rudere.
Avevi tolto lo zaino, ti eri dissetato e alimentato; proprio quello che stavo facendo anch'io!
Controllata la quota sulla cartina topografica, avevi regolato l'altimetro. Avevi anche
scattato altre foto, ne ero abituata oramai.
Era da più di un'ora che viaggiavamo insieme, eppure non avevo ancora sentito il suono
della tua voce: tutti così 'sti uomini!!
Dopo dieci minuti camminati in piano, le tue paure si erano concretizzate.
Quasi fuori dal limite dei boschi, la traccia si era fatta dapprima esile e poi quasi inesistente.
Con le erbe alte, di lì ad un mese, la situazione sarebbe di sicuro peggiorata.
Te l'avevo pure detto, ma tu niente, non ti eri degnato di rispondermi, forse non mi ritenevi
all'altezza: molto offensivo da parte tua!!
Uscito sui prati, non c'era più problema di orientamento, ma per precauzione avevi cercato
comunque i bolli segnavia. A tratti il sentierino ricompariva, per sparire poco dopo.
Dovevi risalire la ganda fattasi ripida e faticosa, ti costava molta fatica, eccome se me ne
ero accorta!
"Forse hai lo zaino troppo pesante, non sei più giovane!"
Il mio consiglio non chiesto era caduto nel nulla.
Silenzioso per come ti avevo conosciuto, arrancavi su per il prato. Ti fermavi spesso e, con
uno sguardo serio, osservavi lo stato del cielo. Nuvole alte, ma sempre più minacciose, si
stavano avvicinando velocemente.
"Arriverà prima del previsto il temporale!" Dicevano i tuoi occhi, molto più loquaci di te.
Al contario, queste cose a me non toccano, continuavo dunque ad essere tranquilla.
Finalmente avevamo raggiunto i ruderi di Carmezzano. C'era una costruzione "provvisoria"
davvero brutta, forse serviva come riparo ai pastori. Avevi guardato in alto, di fronte a te,
senza che tu dicessi nulla avevo capito qual'era la tua mèta: il Pizzo di Somma Valle!
"Lascia stare!" Ti avevo detto allora.
"Il tempo è troppo incerto ed hai ancora 700m di salita, e la discesa non è banale.
Vuoi farla sotto un temporale?"
Ti eri alimentato in silenzio, dando ancora un'occhiata alla cartina. Dopo pochi minuti di
riposo, avevi preso la tua decisione: al Passo d'Avero ci saresti arrivato!
Fatti una quarantina di metri, ti eri accorto che lo zaino non lo reggevi più. Ti eri fermato.
Avevi tolto il giubbetto, il cellulare l'avevi messo in una tasca riavviandoti. Lo zaino
osservava te mentre ti allontanavi da lui. Viaggiare leggeri era un'altra cosa, in breve eri
giunto al Passo. Anche se il cielo si era fatto minaccioso avevi voluto proseguire, il Piz Alto
non era lontano. Si vedeva un attraente corno roccioso, senza pensarci tanto ti eri diretto là.
Un sentierino di capre ti aveva agevolato per un po' poi, quando questo si era inoltrato nel
dirupato versante Sud-Est, tu ti eri alzato fin sulla cresta. Avevi superato un infido
passaggino roccioso e, anche per pietraie, eri giunto a quella che pensavi fosse la vetta.
Non era così! La cresta scendeva di poco per poi risalire alla cima effettiva.
Avevi scattato un'altra foto ripartendo deciso, ma chi troppo vuole....
A due passi dalla vetta aveva cominciato a piovere. A Nord era davvero brutto, di sicuro
stava diluviando. Le nuvole in arrivo da Sud-Ovest non erano certo meglio.
Senza pensarci due volte avevi girato i tacchi. In breve eri giunto all'antecima, per ricordarti
solo allora, che non avevi scattato le foto di vetta.
"Ma che fesso sono stato!"
Ecco! Queste erano state le prime parole che ti avevo sentito dire. Finalmente il suono
della tua voce era giunta a me.
Avevi indossato il giubbetto mentre la pioggia ti stava bagnando. Avrei voluto parlarti, ma
tu pensavi solo a scendere.
Al rudere di quota 1750m avevi avuto la conferma che il tempo ti aveva "tirato un bel
pacco". Quattro gocce in vetta e poco sotto, giusto per non farti godere del tuo piccolo
successo, poi aveva smesso. L'erba bagnata sotto le tue scarpe usurate, ti aveva creato
qualche problema. Viaggiare senza che "secchi" d'acqua ti finissero in testa era comunque
meglio, per questo non eri arrabbiato. Il sole caldo era tornato a splendere. Rassicurato,
avevi scattato molte foto. Ridisceso a quota 1140m (dove ci eravamo conosciuti), eri andato
oltre. Superato il bivio col sentiero che porta a Dentro il bosco, non ti eri posto il problema
se variare la discesa. In breve eri nell'alveo del torrente che dona le sue acque alla Val
Carmezzano. Ora ti aspettavano 80 metri di salita: era la giusta penitenza per non aver
voluto conversare con me? Ritornato sul tratto pianeggiante, avevi raggiunto il bellissimo
prato panoramico, luogo di incontro col sentiero che sale a Corbia. Ancora le solite foto,
poi eri giunto a Dasile: era arrivato, finalmente, il momento di mangiare.
All'ombra di una bella baita, con la schiena appoggiata ad un muro, ti eri allora accorto
delle mie sorelle! Una correva velocemente sul tuo polpaccio sinistro, era volata lontano
prima ancora che potesse capire cosa le stava per succedere. Le altre avevi faticato un po'
ad eliminarle...povere loro!! Vista la mal parata, avevo pensato bene di nascondermi al tuo
sguardo. Anche se decisamente orso, mi ero oramai affezionata a te.
Avevi mangiato le tue poche cose, poi ti eri avviato. A Savogno non avevi parlato con
nessuno, un'ora dopo eri all'auto. Altre due ed eri in casa tua con tuo figlio al fianco.
L'avevo conosciuto, finalmente! Proprio come te, non mi aveva degnato di uno sguardo,
attaccato al PC com'era, non aveva tempo da dedicarmi.
Mi sentivo triste, sicuramente il mio adorato bosco non l'avrei più potuto rivedere.
In balia di questi sentimenti, tu ti eri spogliato facendoti la doccia.
Era allora che mi avevi vista!
Avevi chiuso l'acqua, ed in fretta e furia avevi agguantato un'orrenda pinzetta!
Senza alcuna pietà mi avevi strappata via dal tuo corpo...
...e io che credevo fossimo diventati amici!!!
Mi avevi fatto molto male, buttandomi nello scarico del lavandino!
Eccomi!
Ora sono qui al buio in un posto nauseante, tradita ancora una volta dagli umani!
Me lo avevano detto, ma non ci avevo mai voluto credere. In fondo volevo solo un
pochino del tuo sangue, tu che ne hai così tanto...
Non sono neanche infetta (ma tu che ne puoi sapere?), non ti avrei creato alcun problema.
Sono una Ninfa (non una zecca adulta), tra una decina di giorni mi sarei staccata da sola
per mutare in santa pace. Che fastidio ti avrei dato se non un po' di prurito?
Mi hai trattata male, non è colpa mia se seguo il mio istinto.
Beh! Io che sono qui da sola, mentre cerco disperatamente il modo per sopravvivere,
non mi sento meno importante di te!
IO almeno servo ancora all'ecosistema e non faccio danni! Tu puoi dire altrettanto?
Sei tanto ambientalista, ma con il tipo di vita che fai, contribuisci comunque a distruggere il
pianeta.
Vai dunque avanti ad andare in montagna, ma sappi che le mie sorelle vivono lì,
tu sei l'intruso! Lasciale stare, hanno il diritto di vivere quanto te...
...anche se tu pensi esattamente il contrario!!!
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