Le strade militari verso il Monte Zeda

Il meteo bello e stabile ci sta regalando delle giornate fantastiche ed oggi, ancora una volta, ne abbiamo approfittato per raggiungere una delle cime più panoramiche dell'intera ValGrande: il Monte Zeda (o la Zeda, come viene chiamata).
La Zeda l’ho salita diverse volte, ma mai da questo versante, che mi aveva sempre incuriosito per le foto viste e per la descrizione riportata su uno dei libri che ho a casa, in questo caso “Escursioni in Val Grande parco nazionale”, scritta da Bernhard Herold Thelesklaf e Teresio Valsesia, che per questa escursione recita nell’introduzione: “Le vie militari risalenti alla prima guerra mondiale - la linea di difesa del generale Cadorna - facilitano la salita alla Zeda, montagna simbolo dell’alto Verbano. Lungo l’itinerario numerose trincee, gallerie e postazioni di artiglieria si alternano a grandiosi scorci sul Lago Maggiore, sulla pianura padana e sul Parco nazionale della Val Grande”.
Usciti come sempre a Verbania e risalita la lunga Valle Intrasca grazie alla tortuosa strada che la percorre (seguendo le indicazioni per Aurano), abbiamo raggiunto e superato il Centro Auxologico di Piancavallo(notevole e grande struttura), parcheggiando l'auto negli spazi predisposti di fianco alla strada a Pian d'Arla, dopo circa 3 km di sterrato.
Da lì abbiamo cominciato a percorrere la lunghissima stradina della Linea Cadorna che, seguendo tutte le pieghe della montagna, ci ha portati fino al bivacco Pian Vadà (chiuso), una bella costruzione situata su un pulpito molto panoramico.
Da questo punto inizia l'ultima parte del percorso che, partendo dal bivacco, porta fino alla base della cresta est della piramide terminale della Zeda, che presenta il conto finale con i suoi 323 m di dislivello finali belli tosti.
Panorama a 360° veramente spaziale dalla cima, da cui non si sapeva dove guardare: cime a profusione e alpeggi della Val Grande raggiunti e da raggiungere, un vero spettacolo al limite dell'emozione...!
Ritornati a Pian Vadà, abbiamo finalmente pranzato con una temperatura piacevole e tempo sereno (mentre sulla lontana pianura e sul lago vedevamo stagnare la nebbia) per poi scendere verso Pian d'Arla con un percorso più diretto, saltando alcuni tratti della strada percorsa salendo al mattino.
Nel contesto è stata un’escursione abbastanza faticosa (7 ore di cammino effettivo), non tanto per il dislivello (950 m), ma per la lunghezza dell’itinerario, intorno ai 25 km, fatti con zaino bello pieno e devo dire che, sulla via del ritorno, quasi abbiamo rimpianto il fatto ci non aver portato l’auto più avanti…
La zona visitata oggi ci ha regalato un aspetto meno selvaggio di quelli a cui finora siamo stati abituati nelle tante visite fatte in Val Grande, ma ogni tanto va bene anche così, soprattutto perché abbiamo visto posti nuovi, molto adatti anche ad una frequentazione con mountain-bike, certo da fare non in estate, perché con temperature più alte qui si rischia di schiattare…
Durante la nostra escursione abbiamo incontrato una quindicina di persone in tutto che, in un ambiente così  vasto quasi non si notano, anche se penso che nei giorni festivi ci possa essere più gente, vista la facilità con cui si raggiungono questi luoghi; invece niente incontro con l’animale, che sicuramente si trova (camosci e caprioli) a quote più basse vicino ai boschi.