Valgrande: Motto Cantè-Cima Crocette-Monte Torrione da Finero

Qualche volta tocca alla Valgrande. Non che io circoli molto da queste parti, ma negli anni si può dire che ho fatto quasi tutto. Eccetto la sponda Cannobina.
Sabato mattina è arrivata l'ora, dopo aver letto sommariamente la relazione di Max64, parto per Finero per la strada più lunga ma penso più veloce ( niente traghetto a Laveno, ma tutta autostrada ). a Finero parcheggio subito sotto la chiesa, meglio sarebbe scendere al parcheggio più basso. Attraverso il bel centro storico e mi concedo un buon caffè nel baretto del paese ( che parcheggiando in basso si salta ). Poi perdo per un attimo la via tra i vicoli, ma infine scendo al ponte sul fiume, se sull'opposta sponda risalgo ad alcune baite e poi a Provola: un bel villaggio senza auto. Da qui si entra nella bella faggeta e si va a bypassare il Motto a sinistra ( est ) per arrivare a una sella prativa dove giacciono i ruderi dell'Alpe Motto 1493 m. Da qui si va sulla sinistra del crinale ora per aggirare il Motto Cantè, arrivato alla sella a sud-ovest di questo, la mia malsana voglia di cima, mi attira verso la vetta del Motto Cantè che ha un primo tratto roccioso con qualche passaggio di 1°. Ridisceso soddisfatto alla sella, proseguo sul sentiero marcato. A un certo punto mi trovo davanti un bel pendio facile, il sentiero va sul versante sinistro invece. La tentazione di salire è forte: penso alla Cima Lidesh, ma per fortuna non lo faccio, la Cima Lidesh è molto più avanti dopo molte anticime ardite. Traverso in saliscendi fino al bivacco Lidesh  ( senza acqua, fontana asciutta in questa stagione ), più avanti c'è il bivio che scende a Gurro e risalgo al Passo Crositt 1782 ( che non è il punto più basso ). Qui ancora una volta per non lasciare indietro niente, vado in direzione sud-est sul sentiero Bove al  punto più basso poi risalgo il crinale segnato, e a un certo punto la marcatura va in traversata sotto cresta, la seguo fiducioso, ma cavolo non va sulla Cima Crocette, sono già oltre. Il Bove non va in cima insomma. Quasi arrabbiato con me stesso, vado in cresta e cerco di raggiungere la Cima Crocette dalla cresta opposta, un primo dentello è superato, poi un'anticima e infine per una costola rocciosa esposta con passaggi di 2°+ arrivo in vetta. La discesa dal costone nord ( che avrei dovuto fare subito ) non presenta difficoltà, e più sotto riprendo il Bove e torno al Passo Crositt o Crocette. Ora si va sempre col Bove in traversata verso ovest sotto il Torrione sul versante Pogallo. Ci si affaccia su un orrido e repulsivo canalone, che si risale aiutati da molte catene. Mi dà l'idea che trovarsi quì con la pioggia potrebbe dare serissimi problemi. Sull'altra sponda si sale decisi, fino a oltre le prime anticime. A un certo punto, poco sotto il crinale smarrisco la retta via ( si saliva in cima ) e vedendo dei segni in basso sull'altro lato di una conca, li  raggiungo su traccette erbose. Risalito sul promontorio panoramico successivo, mentre faccio una sosta mangereccia, mi accorgo di essere passato sotto la croce di vetta. Ma non è possibile. Non si può certo lasciare indietro la cima del Torrione. Ridiscendo nella conca e trovo i segni che scendono dalla cima, e seguendoli su alla malferma crocetta del Torrione. Stanco e soddisfatto, ora si può proseguire. Dal promontorio di prima si va con lunga traversata sotto cresta fino alla sella più bassa della Bocchetta di Terza. Ma niente sentieri che scendono, che scherzo è. Proseguo in salita verso le Torri di Terza e le Marsicce e a una sella più alta ci sono i cartelli e i sentieri. E' importante ciò, in casi di nebbia, uno pensa che il punto di svalicamento sia la sella più bassa, ma spesso non è così. Adesso scendo verso nord nella Valle del Fiume ( nome originale ), il sentiero molto bello, si passa dall'Alpe  Val Viccio ( chi l'ha visto ), poi giù alla confluenza del sentiero proveniente dall'Alpe Uovo o Vou, quindi dal Balmo di Prebusa, e poco oltre c'è un ponticello, si potrebbe scegliere di andare a Finero dall'altra sponda. Rimango sul lato destro, passo dall'invisibile Alpe Zunchi ( magari sono io che ho bisogno di occhiali ) e dopo un lungo fiume interminabile arrivo alle baite più occidentali di Provola, cerco subito di scendere e arrivo al praticello con baite dell'andata e giù al ponte, per risalire nel centro di Finero (risalita evitabile se si parcheggia nel piazzale basso ).