Alpe Pian di Boit
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Oggi la Val Grande ci ha regalato un'altra giornata indimenticabile.
L'intento non era quello di godere di grandi panorami (non abbiamo quindi percorso creste o raggiunto vette) ma abbiamo voluto entrare nel cuore di questa valle per conoscerne gli aspetti etnografici, a partire da quelli legati allo sfruttamento dei boschi, passando poi per gli amari ricordi legati alla guerra partigiana (toccante la lapide presente a Pogallo dove sono stati fucilati 18 giovani) e infine visitando alcuni nuclei di ruderi di baite, dove un tempo si viveva la dura vita degli alpeggi.
Escursione dal non eccessivo dislivello ma dallo sviluppo impegnativo (una ventina di km), caratterizzata da un primo tratto facile (da Cicogna a Pogallo) dove si segue l’antico sentiero Sutermeister, mentre nel secondo tratto (da Pogallo a Pian di Boit), la concentrazione deve mantenersi alta perché si cammina quasi sempre a picco sul Torrente Pianezzoli e il tracciato del percorso va sempre cercato con attenzione, individuando gli utilissimi ometti e i segnavia a volte sbiaditi, ma questo è il bello della ValGrande, dove nulla è scontato.
Imprevisto e preoccupante "attacco" di zecche in un tratto del bosco durante la salita di fianco al Rio Pianezzoli dove, improvvisamente, sia Fabio che Mario si sono visti camminare sul corpo (sulla mano e su una gamba) gli indesiderati insetti, cosa che ci ha costretti ad una immediata sosta per spruzzare liquido repellente sulle parti scoperte per evitare di essere punti.
Superlativa la sosta all'Alpe Pian di Boit, con il bivacco aperto (simile a quello del Ragozzale), ma dove abbiamo preferito stare all'aperto visto il bel tempo (che nel pomeriggio è però peggiorato), con le spalle rivolte alla corona di montagne che chiudono la Valle del Rio Pianezzoli e che, volendo, si supera passando per la Bocchetta di Terza.
Infine l'incontro con l'animale si è concretizzato con l'avvistamento di due scoiattoli, un capriolo e tre camosci.
Il tempo è stato bello per tutta la mattina ma poi, verso le 14.00 è cominciata a scendere una leggera pioggerella, che poi in alcuni momenti si è intensificata, facendoci mettere in “assetto da bagnato”.
Raggiunta Pogallo, avevamo una mezza intenzione di ritornare salendo verso l’Alpe del Braco e l’Alpe Pra, che avrebbe voluto dire affrontare altri 500 m di dislivello ma poi, un po’ per il tempo e un po’ per la stanchezza, abbiamo preferito rifare il percorso lungo il Rio Pogallo, che comunque presenta dei bei su e giù.
E’ stata una bella cavalcata, durata sette ore e che ci ha visti superare un dislivello complessivo di circa 700 m.
Con questa uscita abbiamo aggiunto un altro tassello alla conoscenza di questa magnifica zona, che non finisce mai di stupire.
Al ritorno sosta per birra e patatine all’aperto (Covid!!!) al GiangiBar a Santino (dopo Rovegro), dove abbiamo rivisto due simpatiche signore incontrate sulla via del ritorno prima di Cicogna, con le quali abbiamo ampiamente discusso della Val Grande.
Filmato del Giordano (imperdibile!) visibile cliccando su https://www.youtube.com/watch?v=jajG5rnZDHk
L'intento non era quello di godere di grandi panorami (non abbiamo quindi percorso creste o raggiunto vette) ma abbiamo voluto entrare nel cuore di questa valle per conoscerne gli aspetti etnografici, a partire da quelli legati allo sfruttamento dei boschi, passando poi per gli amari ricordi legati alla guerra partigiana (toccante la lapide presente a Pogallo dove sono stati fucilati 18 giovani) e infine visitando alcuni nuclei di ruderi di baite, dove un tempo si viveva la dura vita degli alpeggi.
Escursione dal non eccessivo dislivello ma dallo sviluppo impegnativo (una ventina di km), caratterizzata da un primo tratto facile (da Cicogna a Pogallo) dove si segue l’antico sentiero Sutermeister, mentre nel secondo tratto (da Pogallo a Pian di Boit), la concentrazione deve mantenersi alta perché si cammina quasi sempre a picco sul Torrente Pianezzoli e il tracciato del percorso va sempre cercato con attenzione, individuando gli utilissimi ometti e i segnavia a volte sbiaditi, ma questo è il bello della ValGrande, dove nulla è scontato.
Imprevisto e preoccupante "attacco" di zecche in un tratto del bosco durante la salita di fianco al Rio Pianezzoli dove, improvvisamente, sia Fabio che Mario si sono visti camminare sul corpo (sulla mano e su una gamba) gli indesiderati insetti, cosa che ci ha costretti ad una immediata sosta per spruzzare liquido repellente sulle parti scoperte per evitare di essere punti.
Superlativa la sosta all'Alpe Pian di Boit, con il bivacco aperto (simile a quello del Ragozzale), ma dove abbiamo preferito stare all'aperto visto il bel tempo (che nel pomeriggio è però peggiorato), con le spalle rivolte alla corona di montagne che chiudono la Valle del Rio Pianezzoli e che, volendo, si supera passando per la Bocchetta di Terza.
Infine l'incontro con l'animale si è concretizzato con l'avvistamento di due scoiattoli, un capriolo e tre camosci.
Il tempo è stato bello per tutta la mattina ma poi, verso le 14.00 è cominciata a scendere una leggera pioggerella, che poi in alcuni momenti si è intensificata, facendoci mettere in “assetto da bagnato”.
Raggiunta Pogallo, avevamo una mezza intenzione di ritornare salendo verso l’Alpe del Braco e l’Alpe Pra, che avrebbe voluto dire affrontare altri 500 m di dislivello ma poi, un po’ per il tempo e un po’ per la stanchezza, abbiamo preferito rifare il percorso lungo il Rio Pogallo, che comunque presenta dei bei su e giù.
E’ stata una bella cavalcata, durata sette ore e che ci ha visti superare un dislivello complessivo di circa 700 m.
Con questa uscita abbiamo aggiunto un altro tassello alla conoscenza di questa magnifica zona, che non finisce mai di stupire.
Al ritorno sosta per birra e patatine all’aperto (Covid!!!) al GiangiBar a Santino (dopo Rovegro), dove abbiamo rivisto due simpatiche signore incontrate sulla via del ritorno prima di Cicogna, con le quali abbiamo ampiamente discusso della Val Grande.
Filmato del Giordano (imperdibile!) visibile cliccando su https://www.youtube.com/watch?v=jajG5rnZDHk
Tourengänger:
imerio
Communities: Hikr in italiano
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