Campo dei fiori unconventional

Arrivati al solito parcheggio di Brinzio prima delle 7:00 non celo i miei timori all'amico POLI89: quasi nove mesi di inattività sui monti intercalata solo da qualche camminata in piano potrebbero rendere terribile la salita che stiamo per affrontare, sebbene in tempi di normalità questo era niente più che un campo di allenamento "toda gioia e bellezza".
Risaliamo i larghi tratturi sempre fangosi che portano al passo Varrò transitando per boschi di ineguagliabile bellezza. Forse sono proprio questi alberi e radure, questi odori ritrovati, queste luci del mattino che trapassano le fronde e su di me si depositano a darmi una inaspettata carica: in breve siamo nella magia del passo senza essercene accorti.
Da programma, puntiamo più alto attaccando i pendii della cresta Pizzelle. Qui il sentiero è ridotto in tracce che i numerosi alberi caduti hanno spesso cancellato. Su queste vie però potrei proseguire bendato, così, mantenendomi sul ciglio di sinistra guido il due progredendo ginocchia in gola, una ritrovata parolaccia quando i rovi si attorcigliano alle gambe, un sospiro di sollievo alla vista delle roccette bianche sommitali che segnano la fine del percorso ravanoso.
Salite queste roccette con qualche banale passo di arrampicata, la traccia è ora ben visibile e in breve ci deposita alla sommità del monte Pizzella dal quale occorre scendere per trovarsi, di lì a poco, all'omonimo valico.
Ci incamminiamo allora sul ben noto e frequentato E1 verso il Grand Hotel ma oggi la voglia di essere non convenzionali è tanta, pertanto in un determinato punto viro a destra sulla traccia che si alza alla base della palestra di roccia.
Seguendo qualche ometto risaliamo il ripido bosco ed eccoci propio sotto la palestra ad un bivio. Decido di andare a destra: good job! L'ingresso della Grotta dell'Orso è lì ad invitarci ad una visita. Lo solchiamo, entriamo in un regno di buio e frescura e in questo antro surreale ci congediamo una pausa.
Torniamo alla luce e ci infiliamo in uno dei tanti canali che solcano la palestra la roccia. Il prescelto dovrebbe essere quello dell'ABC che risaliamo inizialmente seguendo un'esile traccia ripidissima per abbandonarla poco dopo e divertirci con qualche passo di arrampicata tra il primo e secondo grado. L'uscita del canale corrisponde con l'antropizzato piazzale della Batteria che ci regala magnifiche viste sulle valli, sui laghi, sui monti vicini e lontani.
Torniamo indietro e andiamo a raggiungere quella roccia sotto la Caserma dell'Esercito che tante volte ha per me rappresentato luogo di meditazione sì dal farmela battezzare "roccia roccuzzo".
Da qui, per facile e veloce percorso boschivo raggiungiamo il monte Tre Croci dove inizia la nostra discesa:
Grand Hotel, sentiero E1, passo Pizzelle, discesa verso il passo Varrò dove transitiamo per la seconda volta e dove non ci si stufa mai di essere data la bellezza del luogo.
Ultima divagazione di giornata: invece di scendere a Brinzio per la "normale", lo facciamo costeggiando il versante nord del Legnone che in passato mi ha regalato tanti incontri con la fauna selvatica (cinghiali di ogni taglia, qualche cervo). In questo segmento le piante cadute sono tantissime e l'ambiente si fa impressionante. Praticamente non esiste più sentiero così scendiamo per boschi dritto per dritto fermandoci molte volte per scavalcare i grovigli del bosco straziato.
Arrivati in fondo, qualche metro di di selciato ci riportano all'auto che ci attende da tre ore e mezzo che per me hanno rappresentato una sorta di rinascita e lieta sorpresa nello scoprirmi in condizioni perlomeno accettabili che mi fanno ben sperare per il futuro.
I tempi comprendono circa trenta minuti di pause.
Sviluppo: 9 km circa; SE: 16 km circa.