Bocchetta di Trescolmen
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Ritorno in Svizzera per continuare la “metodica” esplorazione del Cantone dei Grigioni, questa volta rivolta verso la parte finale della Val Calanca, partendo da Rossa (ultimo villaggio della valle servito dall’autopostale), raggiunta alle 5.30.
Da Rossa (1.060 m) ho percorso la stradina che continua verso Nord per circa 3 km, fino ad arrivare al bel nucleo di Valbella (questa strada nella bella stagione è percorribile anche in auto, ma ho preferito percorrerla a piedi per aggiungere un po’ di dislivello e di distanza all’escursione); da questo nucleo sono poi disceso al fiume Calancasca per risalire dal lato opposto ed infilarmi nella Val Largè.
Contrariamente al nome, questa valle è molto stretta e il sentiero, agevole fino all’alpeggio di Cascinot (1.614 m), diventa poi stretto e abbastanza impegnativo , in quanto supera anche ripidi valloni dove sono ben evidenti i “lasciti” delle slavine, oppure sono ancora presenti lingue di neve provenienti dalle vicinissime pareti rocciose che incombono sempre su buona parte dell’itinerario percorso (nessuna traccia sui nevai attraversati dal sentiero, cosa che indica il mancato passaggio di persone da almeno 7-10 giorni).
Le temperature calde dei giorni scorsi hanno favorito lo scioglimento dei nevai, con conseguente aumento di portata dei corsi d’acqua che scendono un po’ ovunque confluendo nel Rià de Campalasc che scorre in fondo valle, cosa che mi ha costretto ad effettuare quattro guadi fuori programma (due all’andata e due al ritorno).
Devo dire che ogni tanto ho provato un po’ di inquietudine, dettata dalla natura molto selvaggia dei luoghi e dalla solitudine che si percepisce nel percorrerli, sensazione che poi è scomparsa quando gli spazi si sono aperti un po’ prima di raggiungere l’Alp de Trescolmen.
Raggiunta l’Alpe, ho fatto una breve deviazione per visitare il Lago omonimo per poi puntare verso la mia meta, rappresentata dalla Bocchetta de Trescolmen, da dove ho potuto gettare lo sguardo verso la parte alta della Val Mesolcina, non lontano dal Passo di San Bernardino.
Lungo gran parte del percorso ho visto numerose impronte di ungulati, che mi aspettavo di vedere in gran numero (anche perché il versante orografico destro della Val Largè, da ponte di Valbella alla Bocchetta di Trescolmen, fa parte della Bandita Federale del Trescolmen), invece ho visto solo un camoscio da lontano e una volpe di sfuggita di primo mattino.
Nel complesso una magnifica escursione, in una zona veramente particolare dove domina la natura e che comunque è anche percorsa da sentieri arditi che portano verso altre mete, permettendo splendide e impegnative traversate.
Tornato alla stradina dopo Valbella, volevo proseguire ancora verso Nord (per vedere il sentiero che parte verso il Passo Passetti e che poi raggiunge San Bernardino), ma c’era una sbarra chiusa con le indicazioni di esercitazioni di tiro con munizioni da combattimento da parte dei militari svizzeri, così ho desistito (meglio evitare di fare la parte dell’ungulato…).
Tornato a Rossa, ho esplorato i dintorni per individuare l’inizio di sentieri per prossime possibili mete.
Da Rossa (1.060 m) ho percorso la stradina che continua verso Nord per circa 3 km, fino ad arrivare al bel nucleo di Valbella (questa strada nella bella stagione è percorribile anche in auto, ma ho preferito percorrerla a piedi per aggiungere un po’ di dislivello e di distanza all’escursione); da questo nucleo sono poi disceso al fiume Calancasca per risalire dal lato opposto ed infilarmi nella Val Largè.
Contrariamente al nome, questa valle è molto stretta e il sentiero, agevole fino all’alpeggio di Cascinot (1.614 m), diventa poi stretto e abbastanza impegnativo , in quanto supera anche ripidi valloni dove sono ben evidenti i “lasciti” delle slavine, oppure sono ancora presenti lingue di neve provenienti dalle vicinissime pareti rocciose che incombono sempre su buona parte dell’itinerario percorso (nessuna traccia sui nevai attraversati dal sentiero, cosa che indica il mancato passaggio di persone da almeno 7-10 giorni).
Le temperature calde dei giorni scorsi hanno favorito lo scioglimento dei nevai, con conseguente aumento di portata dei corsi d’acqua che scendono un po’ ovunque confluendo nel Rià de Campalasc che scorre in fondo valle, cosa che mi ha costretto ad effettuare quattro guadi fuori programma (due all’andata e due al ritorno).
Devo dire che ogni tanto ho provato un po’ di inquietudine, dettata dalla natura molto selvaggia dei luoghi e dalla solitudine che si percepisce nel percorrerli, sensazione che poi è scomparsa quando gli spazi si sono aperti un po’ prima di raggiungere l’Alp de Trescolmen.
Raggiunta l’Alpe, ho fatto una breve deviazione per visitare il Lago omonimo per poi puntare verso la mia meta, rappresentata dalla Bocchetta de Trescolmen, da dove ho potuto gettare lo sguardo verso la parte alta della Val Mesolcina, non lontano dal Passo di San Bernardino.
Lungo gran parte del percorso ho visto numerose impronte di ungulati, che mi aspettavo di vedere in gran numero (anche perché il versante orografico destro della Val Largè, da ponte di Valbella alla Bocchetta di Trescolmen, fa parte della Bandita Federale del Trescolmen), invece ho visto solo un camoscio da lontano e una volpe di sfuggita di primo mattino.
Nel complesso una magnifica escursione, in una zona veramente particolare dove domina la natura e che comunque è anche percorsa da sentieri arditi che portano verso altre mete, permettendo splendide e impegnative traversate.
Tornato alla stradina dopo Valbella, volevo proseguire ancora verso Nord (per vedere il sentiero che parte verso il Passo Passetti e che poi raggiunge San Bernardino), ma c’era una sbarra chiusa con le indicazioni di esercitazioni di tiro con munizioni da combattimento da parte dei militari svizzeri, così ho desistito (meglio evitare di fare la parte dell’ungulato…).
Tornato a Rossa, ho esplorato i dintorni per individuare l’inizio di sentieri per prossime possibili mete.
Tourengänger:
imerio
Communities: Hikr in italiano
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