Cascate di Gaina e Punta dell'Orto.


Publiziert von Menek , 15. Oktober 2020 um 23:12.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:30 September 2020
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 4:00
Aufstieg: 800 m
Abstieg: 800 m
Strecke:A tuca-tuca, di Km 12,700
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Brescia- Monticelli Brusati- Gaina. Parcheggio in alto al paese o poco prima.
Kartennummer:Mapnik

Oggi è uno di quei giorni dove la fabbrica, il lavoro, mi è sembrato meno pesante del solito, e tra un enculèt e uno stranculèt con i colleghi (uno stranculèt a Brescia non si nega a nessuno, è una sorta di intercalare) il turno mattutino è volato via lasciando di stucco il grande orologio a parete che, non solo scandisce i minuti e le ore, ma anche il ritmo di ogni singolo dipendente.
Arrivo a casa piuttosto di corsa, devo prepararmi il pranzo, e tra l'altro, mi è venuta voglia di fare una sgambata sulle montagnette distribuite lungo l'immaginaria linea nord. Mangio, appunto, poi rimetto tutto in ordine (non mi piace lasciare i piatti nel lavandino), trovo anche il tempo di affondare per qualche minuto in poltrona, è un rito, che però aujourd'hui si protrae un po troppo se voglio fare un giro con gli scarponi ai piedi.
Ore 15:00. Mi fiondo in auto, con me porto un piccolo zainetto tattico, di quelli che solitamente portano gli skyrunner o i ciclisti, lo faccio per star leggero, calcolando anche il fatto che la temperatura è dalla mia parte e non ho bisogno di vestirmi eccessivamente. Servirebbe la frontale, ma quella l'ho dimenticata a baita. :(
Gaina ore 15:30. Seguendo le chiare indicazioni mi porto verso il Sentiero delle Cascate, dove ad un certo punto il sentiero si biforca, restando nell'alveo del torrente proseguo lungo la via denominata "per esperti". Il tracciato è molto bello e supera diverse cascatelle, in un paio di casi si incontrano delle scale, mentre le catene sono distribuite qua e la.  Per il resto si è in balia del "festival del liscio" vista l'estrema umidità del posto. Arrivo alla fine della via attrezzata dopo aver superato un gruppetto di ragazzi maldestramente attrezzati per questo tipo di percorsi, poi guardo l'orario... se po fà.
Come spesso mi capita, soprattutto quando mi sento in grinta, non mi passa manco per l'anticamera del cervello di ritornare al punto di partenza senza aver allungato un attimo il percorso, e dico allungato un attimo! Perchè amici, ora mi è venuta la malsana idea di continuare la mia escursione sino alla Punta dell'Orto, che non è propriamente dietro l'angolo. Ma soprattutto non ci sono le indicazioni.
Ancora una volta parto a passo sostenuto, tra i mille sentieri che si intersecano nel fitto bosco, cerco di puntare istintivamente verso N, dove poco dopo m'imbatto in una baita; qua ho la fortuna di trovare i proprietari intenti a curare la vigna, mi danno un paio di dritte, non chiarissime, ma a me servono quel tanto che basta per non ritrovarmi in culo all'Ippopotamo. Costeggio un improvvisato recinto ove sono custodite delle Capre Orobiche, perdo leggermente quota, diciamo meno di cinquanta metri, poi, intercettata una sterrata, la ignoro per proseguire su evidente ma non bollato sentiero che mi porta ancora su uno stradello dove ritrovo bollatura e paline. Qua proseguo per Zoadello.
Zoadello. Dopo aver parlato con un local seguo le indicazioni per S. Maria del Giogo, cammino su strada asfaltata per 300/400  metri, poi, nei pressi dell'acquedotto, tengo la sinistra finchè trovo un piccolo cartello in legno con scritto Punta dell'Orto; ora seguo fedelmente una strada sterrata bollata Bianco/Azzurra 3V sino a trovare sulla destra una stretta deviazione, da qua in poi, si rimane su un bel sentierino che porta verso una pozza che va aggirata, per poi ritrovare ancora la bollatura Bianco/Rossa che mi accompagna su verso la Punta dell'Orto. 2h30.
Faccio alcune foto, ma purtroppo la foschia uccide tutti gli scatti, in fondo mi importa poco, sono già felice così. Bevo e mangio un dolcetto, poi senza aspettare oltre riprendo la via di discesa sino a ritrovarmi a Zoadello e oltre. Scendo ancora su un pezzo di sterrata fatta all'andata, poi evito la deviazione che mi porterebbe ancora a Pozzuolo (zona Capre), in pratica rimango sulla sterrata e non la abbandono mai finchè si sovrappongono le bollature B/R e B/Rosa. Cammino spedito inseguito dal crepuscolo, ma trovo ancora il tempo per raccogliere qualche castagna. Giungo in un illuminata e romantica Gaina con il sole ormai nascosto oltre le modeste alture. Sono soddisfatto, sereno e pieno di positività, ma una domanda mi sfrucuglia la cassa toracica: allora, ce n'è o non ce n'è di coviddi???

A' la prochaine!        Menek e il vortice del nulla.

Tourengänger: Menek


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Kommentare (4)


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Emanuela hat gesagt:
Gesendet am 20. Oktober 2020 um 13:48
Oh Menek,

anche noi le abbiamo fatte anni luce fà...non ricordo se a tuca tuca, ma ricordo come fosse ieri di aver esclamato: tutti sti' km per fare questa cosa?

Ma alla fine poi mi è piaciuto.

p.s.. se mangi nel padellino è ovvio che non lasci i piatti nel lavandino....(ops, ho fatto una rima :-P)

ciao Menek fuoriorario

Menek hat gesagt: RE:
Gesendet am 20. Oktober 2020 um 17:19
:))) Purtroppo il giro delle cascate non è lungo, ma per me che ci vivo vicino è sempre bello da fare e comodo per arrivarci.
p.s.
Se non mangio nulla non spreco neanche l'acqua per lavare i piatti. Ops, il padellino.
Ciaooo
Menek

GIBI hat gesagt:
Gesendet am 22. Oktober 2020 um 14:49
Viste le foto ... occhio a non cascare nelle cascate, ovviamente rivolto a chi le affronta senza un minimo di calzature idonee e un minimo di esperienza !

Ciao mitico

Menek hat gesagt: RE:
Gesendet am 22. Oktober 2020 um 17:35
Sono ragazzi, vedrai che impareranno a loro spese. Sperando però che non si facciano male. Ciao Gio
Menek


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