Ancora una volta QUASI Pizzo Bianco (3215 m)-Canale Chiovenda
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Dopo 3 anni dal primo tentativo al Pizzo Bianco con Silvia e Federico, ritentiamo oggi, solamente io e Silvia.
Nell'ottobre del 2017 avevamo rinunciato per l'ora e per il terribile sfasciume trovato nel canale Chiovenda. Per evitare questa situazione torniamo ad inizio Luglio, confidando nella neve e nell'abbassamento delle temperature del giorno prima.
Sono le 5:40. Lasciamo l'auto a Pecetto e percorriamo le piste da sci poste sotto la seggiovia fino all'Alpe Burki. Continuiamo sul sentiero immerso in una fitta vegetazione passando dal Rifugio CAI Saronno, fino all'arrivo della seggiovia a due passi dal Wengwald Hutte. Il clima è fresco e tutto sommato lo zaino carico di ramponi, scarponi e picozza non pesa poi così molto sulle spalle. Seguiamo il sentiero segnalato per il Rifugio Zamboni. Dopo un breve traverso in piano raggiungiamo la morena che sarà da scendere, attraversare e risalire, per poi continuare su uno stretto sentiero, in leggera discesa. (presente anche un sentiero sul filo della morena chiuso per tratti crollati-ma agibile).
Arriviamo nei pressi del rifugio in poco meno di due ore. La Conca di Pedriola mi ricorda Predarossa, ma il panorama da qui è 100 volte più UNFORGETTABLE!!! Purtroppo dei nuvoloni vanno e vengono nascondendoci le famose cime del Monte Rosa. Attraversiamo la piana e tenendo la sinistra raggiungiamo la base del Canale Chiovenda. Su qualche masso sono presenti dei segni gialli, che indicano la traccia estiva. Risaliamo per i massi finchè possiamo, evitando così di indossare gli scarponi il più possibile. Quando ormai le rocce sembrano troppo instabili, cambiamo assetto e ci spostiamo sulla neve, in ottime condizioni (ramponi non necessari). Q 2500 m circa.
Risaliamo a piccoli passi la lingua nevosa, con pendenza moderata. Silvia batte la traccia assicurandosi che ogni passo sia sicuro ed infallibile. Seppure il tempo scorre durante la nostra lenta ascesa, la neve rimane in condizioni top, con le nubi che oscurano il sole delle 9:30. Continuo a voltarmi ad ammirare la parete est del Monte Rosa e la Cresta Signal, un sacchetto pieno di ricordi. Saliamo puntando al termine della neve a sinistra (h 10:45) dove, dopo un breve ma pericolo tratto di sfasciumi instabili, si giunge al colletto del Pizzo Bianco (h 11:15). In questo tratto in piano la neve è tutto sommato ancora portante, per cui attraversiamo per portaci sulla dorsale dell'anticima del P.Bianco.
Avvistiamo un qualche ometto e saliamo sulle rocce, decisamente più stabili del tratto finale del canale. Per non raggiungere le roccette dell'anticima dobbiamo fare un traverso su neve aggirando così l'anticima dal versante est. Sono le 11:45 circa, la poca neve ha già iniziato a sciogliersi. Proseguiamo davvero lentamente, evitando di camminare tropo vicino alle rocce affioranti e prestando attenzione a non scivolare su questo marciume. Faccio due conti, con l'incognita di come sarà la discesa con Silvia. Le propongo di rinunciare. Q 2970 m.
Con rammarico ci voltiamo ed iniziamo la discesa come per andata, cercando il punto migliore per rimettersi sul canale innevato. Incontriamo una coppia di ragazzi che stanno a loro volta salendo per il Pizzo Bianco, uno scambio di commenti e li lasciamo con un buon augurio. A mia sorpresa Silvia scenderà dal canale senza alcun sussulto, con la disinvoltura di chi già ha frequentato questi ambienti. La neve s'è fatta pesante, super divertente da scendere!
Al termine del canale nevoso ci concediamo una lunga pausa sotto lo splendido massiccio, ora sgombero dalle nubi. Scendono anche i due ragazzi, anche loro tornati indietro dal colletto. Riprendiamo i nostri passi, ora nella folla degli escursionisti saliti con la seggiovia per gustarsi un pic-nic alla conca di Pedriola.
Arriviamo all'auto alle 17:00 circa, un pò deluse della mancata cima, ma contente di aver trascorso un altro giorno insieme nei luoghi che più ci fanno stare bene.
Non è finita qui, tornerò. Caro Pizzo Bianco che tanto ti fai corteggiare, ti raggiungerò <3.
Nell'ottobre del 2017 avevamo rinunciato per l'ora e per il terribile sfasciume trovato nel canale Chiovenda. Per evitare questa situazione torniamo ad inizio Luglio, confidando nella neve e nell'abbassamento delle temperature del giorno prima.
Sono le 5:40. Lasciamo l'auto a Pecetto e percorriamo le piste da sci poste sotto la seggiovia fino all'Alpe Burki. Continuiamo sul sentiero immerso in una fitta vegetazione passando dal Rifugio CAI Saronno, fino all'arrivo della seggiovia a due passi dal Wengwald Hutte. Il clima è fresco e tutto sommato lo zaino carico di ramponi, scarponi e picozza non pesa poi così molto sulle spalle. Seguiamo il sentiero segnalato per il Rifugio Zamboni. Dopo un breve traverso in piano raggiungiamo la morena che sarà da scendere, attraversare e risalire, per poi continuare su uno stretto sentiero, in leggera discesa. (presente anche un sentiero sul filo della morena chiuso per tratti crollati-ma agibile).
Arriviamo nei pressi del rifugio in poco meno di due ore. La Conca di Pedriola mi ricorda Predarossa, ma il panorama da qui è 100 volte più UNFORGETTABLE!!! Purtroppo dei nuvoloni vanno e vengono nascondendoci le famose cime del Monte Rosa. Attraversiamo la piana e tenendo la sinistra raggiungiamo la base del Canale Chiovenda. Su qualche masso sono presenti dei segni gialli, che indicano la traccia estiva. Risaliamo per i massi finchè possiamo, evitando così di indossare gli scarponi il più possibile. Quando ormai le rocce sembrano troppo instabili, cambiamo assetto e ci spostiamo sulla neve, in ottime condizioni (ramponi non necessari). Q 2500 m circa.
Risaliamo a piccoli passi la lingua nevosa, con pendenza moderata. Silvia batte la traccia assicurandosi che ogni passo sia sicuro ed infallibile. Seppure il tempo scorre durante la nostra lenta ascesa, la neve rimane in condizioni top, con le nubi che oscurano il sole delle 9:30. Continuo a voltarmi ad ammirare la parete est del Monte Rosa e la Cresta Signal, un sacchetto pieno di ricordi. Saliamo puntando al termine della neve a sinistra (h 10:45) dove, dopo un breve ma pericolo tratto di sfasciumi instabili, si giunge al colletto del Pizzo Bianco (h 11:15). In questo tratto in piano la neve è tutto sommato ancora portante, per cui attraversiamo per portaci sulla dorsale dell'anticima del P.Bianco.
Avvistiamo un qualche ometto e saliamo sulle rocce, decisamente più stabili del tratto finale del canale. Per non raggiungere le roccette dell'anticima dobbiamo fare un traverso su neve aggirando così l'anticima dal versante est. Sono le 11:45 circa, la poca neve ha già iniziato a sciogliersi. Proseguiamo davvero lentamente, evitando di camminare tropo vicino alle rocce affioranti e prestando attenzione a non scivolare su questo marciume. Faccio due conti, con l'incognita di come sarà la discesa con Silvia. Le propongo di rinunciare. Q 2970 m.
Con rammarico ci voltiamo ed iniziamo la discesa come per andata, cercando il punto migliore per rimettersi sul canale innevato. Incontriamo una coppia di ragazzi che stanno a loro volta salendo per il Pizzo Bianco, uno scambio di commenti e li lasciamo con un buon augurio. A mia sorpresa Silvia scenderà dal canale senza alcun sussulto, con la disinvoltura di chi già ha frequentato questi ambienti. La neve s'è fatta pesante, super divertente da scendere!
Al termine del canale nevoso ci concediamo una lunga pausa sotto lo splendido massiccio, ora sgombero dalle nubi. Scendono anche i due ragazzi, anche loro tornati indietro dal colletto. Riprendiamo i nostri passi, ora nella folla degli escursionisti saliti con la seggiovia per gustarsi un pic-nic alla conca di Pedriola.
Arriviamo all'auto alle 17:00 circa, un pò deluse della mancata cima, ma contente di aver trascorso un altro giorno insieme nei luoghi che più ci fanno stare bene.
Non è finita qui, tornerò. Caro Pizzo Bianco che tanto ti fai corteggiare, ti raggiungerò <3.
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