Corno Balotto Alto e Dosso Trabacù. Poi fuga sotto la pioggia.
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Dopo il giro che ha toccato le cime di Molter e Pozzarotonda, oggi è la volta di un'altro giro esplorativo in Valle Dorizzo, risalendo la sponda N della valle sino ad inoltrarsi ai piedi del Costone delle Cornelle.
La macchina è parcheggiata nel medesimo stallo della settimana prima, percorsi 200 metri in direzione Crocedomini, una palina segnaletca mi indica dove devo svoltare per proseguire il cammino ( P.so dell Cornelle ore 3). Attraversate le ultime case di Valle Dorizzo, su comoda strada forestale mi addentro in un bosco ben tenuto, ne percorro il tracciato sino ad arrivare alla Malga Balotto Alto, un bel tragitto che non ha mai stancato anche se non ho percorso il classico sentiero di montagna.
La malga è posta in un luogo molto bucolico, ai piedi del Corno Balotto, che da questo lato incute una certa riverenza, nella zona stazionano una coppia di malgari piuttosto anziani che tengono in ordine i dintorni del manufatto, mentre le marmotte più mattiniere da buone sentinelle osservano il mio passaggio senza spaventarsi troppo. Oltrepassata la malga continuo a calpestare la carrareccia che ora si fa leggermente più stretta e giusto a metà strada tra la Malga Balotto e la Malga Cornelle sulla sinistra noto una flebile traccia che si stacca dalla strada per proseguire in comoda salita verso il costone verde del Corno Balotto, qua non c'è nessuna indicazione per tale Corno (ho costruito un piccolo ometto), ma probabilmente tale traccia, come letto in rete, è ciò che resta di una vecchia via militare risalente alla Grande Guerra.
Risalito il primo tratto, abbastanza evidente, la traccia pian piano tende a scomparire, anche se per la verità il prosequio è molto intuibile; tagliato un versante leggermente esposto e franato, sempre su traccia erbosa vado ad incrociare una facile cresta dove i massi si alternano all'erba, da qua in pochi minuti si sale senza problemi sino al Corno Balotto Alto dove nulla ne segnala la cima, ma nel compenso il panorama, con le cime più famose, premiano chiunque abbia avuto la curiosità di salire sul Corno che da distante sembrava ben più impegnativo dal punto di vista tecnico.
Fatte le dovute foto, proseguo il cammino calcando sempre la flebile traccia che oltrepassa un paio di postazioni militari, poi sceso al P.so Balotto seguo il comodo sentiero che mi accompagna dolcemente verso il P.so delle Cornelle, sentiero che abbandono ad un certo punto per risalire un valloncello senza traccia evidente, raggiunta una sella, ho piegato verso destra e seguendo gli evidenti ometti ho posato il mio dolce popò sul Dosso Trabacù dove.. non è presente nessun ometto che ne indichi la cima. Ora c'è, seppur in ridotte dimensioni rispetto a quelli incontrati lungo la salita.
A questo punto mi sento già soddisfatto, sono salito su due cime e mi avanza ancora del tempo per esplorare la zona, ma devo fare i conti con le nuvole che ora hanno oscurato un cielo sino ad ora prevalentemente azzurro, allungo il passo...
Sceso velocemente sino al P.so delle Cornelle, ora mi accingo ad affrontare la cresta che porta al Costone delle Cornelle, ma proprio mentre comincio ad accarezzare l'idea di fare un bel girone, le prime gocce, trasformatesi in un lampo in pioggia fitta, mi fanno cambiare programma, e con la stessa velocità di Varenne ora scendo alla Malga Cornelle dove cerco riparo. Fine dell'esplorazione, pranzo frugale e discesa a Valle Dorizzo con il poncho d'ordinanza.
Valle Dorizzo. Splende il sole.
E allora fanculo anche alla Meteo.
A' la prochaine! Menek
La macchina è parcheggiata nel medesimo stallo della settimana prima, percorsi 200 metri in direzione Crocedomini, una palina segnaletca mi indica dove devo svoltare per proseguire il cammino ( P.so dell Cornelle ore 3). Attraversate le ultime case di Valle Dorizzo, su comoda strada forestale mi addentro in un bosco ben tenuto, ne percorro il tracciato sino ad arrivare alla Malga Balotto Alto, un bel tragitto che non ha mai stancato anche se non ho percorso il classico sentiero di montagna.
La malga è posta in un luogo molto bucolico, ai piedi del Corno Balotto, che da questo lato incute una certa riverenza, nella zona stazionano una coppia di malgari piuttosto anziani che tengono in ordine i dintorni del manufatto, mentre le marmotte più mattiniere da buone sentinelle osservano il mio passaggio senza spaventarsi troppo. Oltrepassata la malga continuo a calpestare la carrareccia che ora si fa leggermente più stretta e giusto a metà strada tra la Malga Balotto e la Malga Cornelle sulla sinistra noto una flebile traccia che si stacca dalla strada per proseguire in comoda salita verso il costone verde del Corno Balotto, qua non c'è nessuna indicazione per tale Corno (ho costruito un piccolo ometto), ma probabilmente tale traccia, come letto in rete, è ciò che resta di una vecchia via militare risalente alla Grande Guerra.
Risalito il primo tratto, abbastanza evidente, la traccia pian piano tende a scomparire, anche se per la verità il prosequio è molto intuibile; tagliato un versante leggermente esposto e franato, sempre su traccia erbosa vado ad incrociare una facile cresta dove i massi si alternano all'erba, da qua in pochi minuti si sale senza problemi sino al Corno Balotto Alto dove nulla ne segnala la cima, ma nel compenso il panorama, con le cime più famose, premiano chiunque abbia avuto la curiosità di salire sul Corno che da distante sembrava ben più impegnativo dal punto di vista tecnico.
Fatte le dovute foto, proseguo il cammino calcando sempre la flebile traccia che oltrepassa un paio di postazioni militari, poi sceso al P.so Balotto seguo il comodo sentiero che mi accompagna dolcemente verso il P.so delle Cornelle, sentiero che abbandono ad un certo punto per risalire un valloncello senza traccia evidente, raggiunta una sella, ho piegato verso destra e seguendo gli evidenti ometti ho posato il mio dolce popò sul Dosso Trabacù dove.. non è presente nessun ometto che ne indichi la cima. Ora c'è, seppur in ridotte dimensioni rispetto a quelli incontrati lungo la salita.
A questo punto mi sento già soddisfatto, sono salito su due cime e mi avanza ancora del tempo per esplorare la zona, ma devo fare i conti con le nuvole che ora hanno oscurato un cielo sino ad ora prevalentemente azzurro, allungo il passo...
Sceso velocemente sino al P.so delle Cornelle, ora mi accingo ad affrontare la cresta che porta al Costone delle Cornelle, ma proprio mentre comincio ad accarezzare l'idea di fare un bel girone, le prime gocce, trasformatesi in un lampo in pioggia fitta, mi fanno cambiare programma, e con la stessa velocità di Varenne ora scendo alla Malga Cornelle dove cerco riparo. Fine dell'esplorazione, pranzo frugale e discesa a Valle Dorizzo con il poncho d'ordinanza.
Valle Dorizzo. Splende il sole.
E allora fanculo anche alla Meteo.
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