Castello di Pagazzano e Santuario di Caravaggio da Misano di Gera d’Adda a Brignano Gera d’Adda


Publiziert von Alberto C. , 27. April 2020 um 22:07.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum: 1 September 2019
Mountainbike Schwierigkeit: L - Leicht fahrbar
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 3:00
Aufstieg: 75 m
Abstieg: 75 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Misano di Gera d’Adda (BG) si raggiunge percorrendo l’autostrada A35 (Bre.Be.Mi.). Dall’autostrada si esce a Caravaggio e si percorre la tangenziale ovest di Caravaggio in direzione della SP137 che porta a Misano di Gera d’Adda-Seguire le indicazioni per il Santuario di Caravaggio.

Una facile pedalata nella bassa bergamasca giusto per riprendere un po’ di movimento al termine della lunga stasi a cui ci sta costringendo questa surreale guerra batteriologica. E speriamo che il momento in cui si possa riprendere l’attività outdoor arrivi presto: significherà che il SARS-CoV 2 sarà in ritirata, ed è questa la cosa importante.
 
Il percorso descritto si snoda nella pianura a sud di Bergamo, tra campagna, borghi storici e antichi castelli a ridosso del confine storico fra la Repubblica veneta (la Serenissima) e il Ducato di Milano: siamo nel ‘400, ai tempi dei Visconti e degli Sforza. Lo scopo della nostra “pedalata” era stata, appunto, la visita al Castello di Pagazzano (  https://www.castellodipagazzano.it/  ),ma lungo il percorso si passa anche per il ben più rinomato Santuario del Sacro Fonte di Caravaggio.
 


LOCALITA' DI PARTENZA.   Misano di Gera d’Adda, parcheggio di via Verdi (m 110).

ATTREZZATURA.  Qualsiasi tipo di bicicletta va bene.

DIFFICOLTÀ.    Percorso facile completamente pianeggiante. Unica difficoltà sono le rampe del sovrappasso sulla Ferrovia. Buona parte del tracciato è su percorso protetto (pista ciclabile).
 
QUOTA MASSIMA:  m 159, sul sovrappasso della ferrovia.

QUOTA MINIMA:  m 113, a Misano di Gera d’Adda.

SVILUPPO:  km 32,10.

TEMPO IN MOVIMENTO EFFETTIVO:  3 ore, prendendola con  tutta calma.

DESCRIZIONE PERCORSO.    Dal parcheggio di via Verdi ci si dirige in direzione nord per portarsi sulla via Tenente E. Carioni (che attraverso l’intero abitato di Misano da sud-ovest a nord-est) dove si incrocia, sul lato opposto, il percorso ciclabile che porta al Santuario Lo si percorre in direzione nordovest fino a raggiungere il Santuario; lo si attraversa e si prosegue sul vialone che collega il santuario al centro di Caravaggio. Qua le possibilità sono diverse, noi abbiamo raggiunto piazza Locatelli per poi proseguire in direzione ovest per le vie Caldara e Mangone, per poi svoltare in direzione nord e raggiungere la Circonvallazione Sertola per via Moriggia. Raggiunta la circonvallazione si svolta a destra e si prosegue per via Trento e successivamente, in direzione nord, via Vittime dell’Annamaria d’Albenga fino a raggiungere il percorso ciclabile che, con direzione ovest, ci condurrà a Masano e, da qui, Pagazzano che è posto a nord, oltre la linea ferroviaria storica.
In attesa dell’apertura del castello, abbiamo poi proseguito, percorrendo un breve tratto della ciclovia dei castelli bergamaschi , fino a raggiungere Brignano Gera d’Adda, antico borgo sede di un imponente Palazzo Visconti, per poi fare ritorno a Pagazzano disegnando un anello percorrendo la viabilità ordinaria.
Ancora un po’ di attesa e poi è iniziata la visita guidata al castello. Interessante, vale la pedalata.
Per il ritorno a Misano Gera d’Adda  abbiamo percorso lo stesso itinerario dell’andata, evitando, senza un particolare motivo, la parte più centrale di Caravaggio.
 
METEO.  Cielo quasi completamente sereno: abbastanza afoso. Temperatura alla partenza 30°.

FREQUENTAZIONE:   Affollato. Il Santuario di Santa Maria del Fonte (o di Caravaggio) attrae molti pellegrini e anche molti locali: la Madonna di Caravaggio è specializzata nella protezione delle auto, sono molti (non si crederebbe) quelli che portano l’auto nuova per la benedizione, c’è un servizio specifico destinato allo scopo (per chi fosse interessato: http://www.santuariodicaravaggio.it/schede.aspx?azione=schede&id_sottosezione=361&id_sezione=179 ). Anche il Castello di Pagazzano attira parecchi turisti locali per le visite guidate che un’associazione di volontari organizza.

COMPAGNI:  Andrea, Manuela, Sara.
 


CENNI STORICI:

IL SANTUARIO DI SANTA MARIA DEL FONTE di Caravaggio
Le cronache narrano che la  Vergine apparve all’ora del tramonto del 26 maggio 1432, ad una certa  Giannetta de' Vacchi - umile donna trentenne sposata con  un contadino (o forse un soldato), intenta a raccogliere erba poco lontano dal paese. Quale segno dell'Apparizione dal prato sgorgò una sorgente d'acqua che nel corso dei tempi portò benefici a molte persone; una virtù questa riaffermata dall'immediato fiorire di un ramo secco gettatovi a sfida da un miscredente. Dopo l'episodio del ramo fiorito altri fatti miracolosi testimoniarono la sacralità del luogo.
Nel 1520 un capo dei briganti fu catturato e condannato a morte. Affinché l'esecuzione servisse da monito, fu fissata per il 26 maggio, giorno in cui la ricorrenza dell'Apparizione e molta gente si sarebbe recata a Caravaggio. Durante la prigionia il brigante si pentì e si convertì e il giorno dell’esecuzione – veniva usata una specie di rudimentale ghigliottina – nonostante i diversi tentativi che vennero fatti, la lama s'inceppava prima di arrivare al collo del condannato. La folla gridò al miracolo e il condannato fu poi liberato.
Presso il Santuario è conservato anche un catenaccio spezzato che ricorda un fatto avvenuto nel 1650. Un pellegrino, imbattutosi in un nemico che lo minacciava di morte, corse al riparo verso il tempio, ma trovando la porta chiusa invocò la Madonna. Il catenaccio si spezzò e la porta si aprì per poi richiudersi in faccia al persecutore.

La prima pietra per la costruzione di una chiesetta presso il Sacro Fonte, venne posata nel 1432, l'anno stesso dell'Apparizione; accanto fu costruito anche un piccolo ospedale per ospitare i molti infermi che vi si recavano. La costruzione dell’attuale tempio iniziò nel 1575, su iniziativa dell’arcivescovo Carlo Borromeo, su progetto dell’architetto Pellegrino Tibaldi, detto il Pellegrini (Perugia 1527-Milano 1596). La costruzione si protrasse fino ai primi decenni del Settecento, e il progetto originario del Pellegrini subì numerose modifiche.
Il complesso è imponente: sorge in una vasta piazza cinta da portici simmetrici per uno sviluppo di quasi 800 metri. Nel piazzale antistante il viale si trovano un obelisco e una fontana lunga quasi 50 metri, la cui acqua passa sotto il Santuario, raccoglie quella che esce dal Sacro Fonte e si raccoglie in una piscina dove i fedeli bagnano le membra malate.
L'edificio della chiesa è lungo 93 metri, largo 33, alto 64 metri. L'interno è ad una sola navata, a croce latina, di stile classico con pilastri coi capitelli ionici. Il tempio è diviso in due corpi: uno, a ponente,  più vasto, con otto cappelle, le cantorie e l'ingresso principale; l'altro, posteriore, ha la discesa al Sacrario.
Al Sacro Fonte si accede dall'esterno del tempio. Qui si trova una fontana da cui si può attingere l'acqua.


IL CASTELLO DI PAGAZZANO
(Testo copiato dal sito internet del Castello)
“Pare che nel VI secolo, a causa della presenza dei Longobardi,  fosse sorto come centro fortificato. Nel IX secolo i Franchi conquistarono tutto il territorio della Gera d’Adda compreso quello che doveva essere il nucleo originario del castello. In quel periodo Pagazzano passò sotto la giurisdizione del Conte di Bergamo e successivamente dei Vescovi della città. Non ci sono altre notizie più antiche. Il documento cartaceo più vecchio finora trovato è una pergamena del 1032 in cui un certo Lanfranco del fu Lanfranco da Martinengo elargisce per testamento alla chiesa di Bergamo i suoi beni e le sue terre. Tra questi viene nominato per due volte il nome Pagazanum. Si sa ancora che con bolla del 1168 papa Adriano IV concesse provvisoriamente alla diocesi di Cremona la pieve di Pagazzano che fino ad allora apparteneva alla diocesi di Pavia. Ma la concessione resterà  sulla carta perché, come sappiamo, apparterrà invece a Pavia fino al 1820.”
“Nella metà del XII secolo arrivarono i milanesi che, traendo vantaggio dalla sconfitta del Barbarossa (pace di Costanza del 1183) inflitta dai comuni lombardi, occuparono alcuni castelli della Ghiera o Gera d’Adda ivi compreso quello di Pagazzano. Ciò è attestato da un diploma nel quale si nomina per la prima volta il nome del luogo. Il diploma è del 1186. Quando nel XIII sec. cominciarono ad incrinarsi le istituzioni comunali e sorsero le Signorie, a Milano il potere si consolidò; nelle mani di Filippo Della Torre che, nel 1263, divenne Signore della città. I Torriani occuparono nel 1279 anche la Gera d’Adda. Da quel periodo le schermaglie tra i vari Signori portarono Pagazzano ad essere occupato sia dai Torriani che dai Visconti. Si narra che “Nel 1353 le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini infierirono a danno della patria, e nel mese d’agosto i Guelfi diedero l’assalto al castello di Pagazzano, e dopo avervi uccisi 200 ghibellini, e dato il guasto col fuoco a non poche ezze (?) di quel villaggio, si portarono a Masano per uccidervi certo Alberto Masano del partito contrario”. Alla morte di Giovanni Visconti (1354) il suo potere venne diviso tra i suoi tre nipoti: Matteo, Galeazzo e Bernabò. A quest’ultimo toccò, tra l’altro, il territorio della Gera d’Adda, incluso Pagazzano. La Signoria di Bernabò segnò per il castello l’inizio delle vicende più conosciute. Tra l’altro è di questo periodo la visita e il soggiorno a più riprese di Francesco Petrarca nel maniero di Pagazzano. Una delle testimonianze riguarda la presenza nei sotterranei del maniero di una lapide rinvenuta nel 1822 (ora andata persa) a ricordo del ricevimento dato in onore del cavaliere Filippo Borromeo.”
“Dopo la morte di Bernabò Visconti, il potere passò nelle mani di Gian Galeazzo che nel 1386 donò i possedimenti di Pagazzano alla moglie Caterina. Il castello andò nelle mani dei Suardi e successivamente di Bertolino Zamboni. Nel 1428, dopo la sconfitta dei milanesi a Maclodio (1427), la Serenissima definì con precisione i confini di meridionali con il Milanese prendendo come riferimento l’antico Fosso Bergamasco scavato nel XIII sec. I paesi a sud di questo confine artificiale sarebbero appartenuti al Ducato di Milano, compresa la Gera d’Adda. Ma la divisione non accontentò nessuno. Infatti questi territori furono contesi lungamente. Con la suddivisione dei beni, datata 22 giugno 1465, il castello di Pagazzano, indicato come “Castrum de Pagatiano” toccò a Sagramoro II di Brignano.”
Con la discesa di Luigi XII d’Orlèans la Gera d’Adda fu dominata dai francesi. Dopo la battaglia di Agnadello (1509), questo territorio passò sotto la giurisdizione del Ducato di Milano. Dal 1522 gli spagnoli si impadronirono della Gera d’Adda. Da questo momento Pagazzano subì le sorti del Ducato di Milano. Visconti di Brignano. Ma la definitiva cessione del castello avvenne il primo settembre del 1747. Nel 1707 la Gera d’Adda fu governata dagli austriaci. Dal 1718 al 1760 i territori di Pagazzano vennero misurati, definiti e ridisegnati durante il censimento noto come Catasto Teresiano. Conserviamo ancora una mappa originale del castello datata 1721. Con la calata di Napoleone in Italia e la caduta di Venezia (editto di Campoformio 1796) la Gera d’Adda passò definitivamente, il 9 luglio 1797, a Bergamo diventando parte integrante del dipartimento del Serio. Con la morte della marchesa Fulvia Bigli, vedova Crivelli, il castello e i terreni annessi diventarono proprietà della casa Crivelli fino al 1968 quando il tutto venne venduto ad una società privata. Il Comune di Pagazzano lo ha acquistato nel 2000 iniziandovi i lavori di restauro che tutt’ora continuano.”

Tourengänger: Alberto C.


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