Pizzo Alto
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Descrizione: la val d’Àvero non è fra le più note della Valle Spluga, o Valle di San Giacomo; il suo solco si apre ai piedi del versante meridionale del pizzo Stella (m 3.163) che, invece, della Valle Spluga è una delle cime più note. Nella sua parte alta si presenta come un anfiteatro di pascoli non amplissimo, ma comunque di un certo respiro, mentre nella sua parte bassa si restringe ad un solco incassato ed orrido, che confluisce nella Valle del Liro appena a monte del celebre santuario di Gallivaggio.
Commenti: bella escursione in una zona veramente tranquilla e poco frequentata, anche se vicina a centri abitati di rilievo.
Raggiunta Chiavenna percorrendo la S.S. 36 dello Spluga, abbiamo poi proseguito fino a Campodolcino, imboccando la strada per Fraciscio per poi dirigerci alla frazione di Gualdera.
L’escursione, che ha comportato circa 1.200 m di dislivello, la dividerei in quattro tratte:
1^tratto: Gualdera- Bondeno. Da Gualdera (dove poco prima di arrivare ci hanno attraversato la strada tre caprioli) si imbocca la stradina dal fondo cementato che sale a Bondeno, altro bel gruppo di baite affacciate sulla Valle San Giacomo, in mezzo ad un bellissimo bosco di larici e percorrendo un sentiero che taglia i tornanti. Volendo, la stradina può essere percorsa in auto (pagando un pedaggio) o in mtb.
2^tratto: Bondeno - Avero. Si tratta di un lungo traverso su comodo sentiero, che prima sale tra alcune radure dopo essersi lasciato alle spalle le ultime isolate baite e poi perde quota in un bosco di betulle ed abeti fino ad arrivare allo stupendo nucleo di Avero, situato in una bella radura.
3^tratto: Avero- Passo di Avero. E’ il tratto più lungo dell’escursione e quello che presenta il maggiore dislivello (+ 650 m), che viene però superato con pendenza costante, senza strappi eccessivi. Lasciandosi alle spalle le baite di Avero, si attraversa dapprima un rado bosco di larici, per poi attraversare vaste chiazze di rododendri, arrivando quindi al passo tra pietraie e praterie alpine, dove abbiamo visto due marmotte.
4^tratto: Passo di Avero - Pizzo Alto. Tratto dal dislivello non eccessivo (+ 150 m) ma abbastanza tecnico, che segue fedelmente la cresta e che presenta una certa esposizione, soprattutto quando occorre superare alcune placche rocciose a circa 1/3 del percorso. Da evitare in caso di roccia o erba bagnata, o peggio ancora con ghiaccio o neve bagnata.
Come dicevo all’inizio, la zona è molto bella, soprattutto nella sua parte alta, dove la vista spazia sulla Val Bregaglia, con i colossi di granito che la contraddistinguono (Pizzo Badile, Cengalo, Sciore, Cima di Castello, ecc.) e sulla parte opposta della Valle San Giacomo, dominata dal gruppo del Pizzo Quadro.
Purtroppo il panorama noi abbiamo solo potuto immaginarlo (l’abbiamo visto altre volte però…), perché le nuvole ci hanno precluso la vista sugli orizzonti e, solo al mattino presto e nel pomeriggio, ci sono state alcune belle schiarite.
La zona merita sicuramente un ritorno, pensando magari di effettuare un pernottamento al Bivacco Chiara e Walter per poi proseguire verso altre mete.
La difficoltà T3 si riferisce al 4^ tratto.
Commenti: bella escursione in una zona veramente tranquilla e poco frequentata, anche se vicina a centri abitati di rilievo.
Raggiunta Chiavenna percorrendo la S.S. 36 dello Spluga, abbiamo poi proseguito fino a Campodolcino, imboccando la strada per Fraciscio per poi dirigerci alla frazione di Gualdera.
L’escursione, che ha comportato circa 1.200 m di dislivello, la dividerei in quattro tratte:
1^tratto: Gualdera- Bondeno. Da Gualdera (dove poco prima di arrivare ci hanno attraversato la strada tre caprioli) si imbocca la stradina dal fondo cementato che sale a Bondeno, altro bel gruppo di baite affacciate sulla Valle San Giacomo, in mezzo ad un bellissimo bosco di larici e percorrendo un sentiero che taglia i tornanti. Volendo, la stradina può essere percorsa in auto (pagando un pedaggio) o in mtb.
2^tratto: Bondeno - Avero. Si tratta di un lungo traverso su comodo sentiero, che prima sale tra alcune radure dopo essersi lasciato alle spalle le ultime isolate baite e poi perde quota in un bosco di betulle ed abeti fino ad arrivare allo stupendo nucleo di Avero, situato in una bella radura.
3^tratto: Avero- Passo di Avero. E’ il tratto più lungo dell’escursione e quello che presenta il maggiore dislivello (+ 650 m), che viene però superato con pendenza costante, senza strappi eccessivi. Lasciandosi alle spalle le baite di Avero, si attraversa dapprima un rado bosco di larici, per poi attraversare vaste chiazze di rododendri, arrivando quindi al passo tra pietraie e praterie alpine, dove abbiamo visto due marmotte.
4^tratto: Passo di Avero - Pizzo Alto. Tratto dal dislivello non eccessivo (+ 150 m) ma abbastanza tecnico, che segue fedelmente la cresta e che presenta una certa esposizione, soprattutto quando occorre superare alcune placche rocciose a circa 1/3 del percorso. Da evitare in caso di roccia o erba bagnata, o peggio ancora con ghiaccio o neve bagnata.
Come dicevo all’inizio, la zona è molto bella, soprattutto nella sua parte alta, dove la vista spazia sulla Val Bregaglia, con i colossi di granito che la contraddistinguono (Pizzo Badile, Cengalo, Sciore, Cima di Castello, ecc.) e sulla parte opposta della Valle San Giacomo, dominata dal gruppo del Pizzo Quadro.
Purtroppo il panorama noi abbiamo solo potuto immaginarlo (l’abbiamo visto altre volte però…), perché le nuvole ci hanno precluso la vista sugli orizzonti e, solo al mattino presto e nel pomeriggio, ci sono state alcune belle schiarite.
La zona merita sicuramente un ritorno, pensando magari di effettuare un pernottamento al Bivacco Chiara e Walter per poi proseguire verso altre mete.
La difficoltà T3 si riferisce al 4^ tratto.
Tourengänger:
imerio
Communities: Hikr in italiano
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