Sul Mottarone da Baveno
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La gita ci è stata suggerita da un itinerario di Cristina e Marco27 ( https://www.hikr.org/tour/post115124.html ), in salita abbiamo ricalcato il loro percorso, in discesa abbiamo seguito quello che hanno consigliato e che prevede di ripassare dall’Alpe Vedabia compiendo quindi un anello parziale.
Siamo partiti in quattro da Milano sotto la pioggia confidando nelle previsioni. Abbiamo avuto bel tempo per quasi tutta la salita, poi verso le 13 il cielo su è rannuvolato, la temperatura è scesa di una decina di gradi ma non ha piovuto.
L’andata è un lungo semicerchio per raggiungere la cima del Mottarone partendo dalla frazione Oltreilfiume di Baveno, precisamente da via Tranquilla. All’inizio del percorso il cartello indica 4h15 per il Mottarone e i nostri tempi saranno sincronizzati con quelli dei cartelli che troveremo strada facendo. Il percorso è complessivamente ben segnalato, se a un bivio manca il segnale-CAI se imboccate il sentiero giusto lo troverete poco più avanti.
La prima parte è in salita costante per breve stradina asfaltata, poi strada sterrata e soprattutto sentierino che conduce su una spalla del Monte Camoscio, panoramica sul lago Maggiore e sulle isole Borromee, caratterizzata da una croce e da cui qualcuno sporgendosi ha visto l’ultima parte della ferrata. Dalla croce si raggiunge quella che ci è sembrata la vera cima del Monte Camoscio, confortati in questa valutazione anche dagli altimetri, cioè un panettone coperto d’erba da cui spunta un affioramento di granito di Baveno alto una decina di metri e sul quale si cammina facilmente.
Quasi tutta la gita si svolge sul granito di Baveno, più o meno coperto dalla vegetazione.
La seconda parte della salita è un percorso a saliscendi con qualche perdita di quota, particolarmente marcata quella che scende all’Alpe Vedabia, alternati a tratti pianeggianti. Complessivamente è in salita, aggira il Monte Crocino, scende all’Alpe Vedabia, risale a una selletta vicino al Monte Zughero, che abbiamo raggiunto con breve deviazione, scende un po' fino al rifugio Alpe Nuovo (oggi chiuso) e infine conduce sulla cima del Mottarone, prima seguendo uno skylift, poi lungo una pista da sci che sbuca al parcheggio dei turisti motorizzati, da cui in 10 minuti si arriva sul punto culminante. Il panorama di vetta purtroppo a quest’ora era compromesso.
Sulla pista da sci un sottile strato di neve copriva un sottile strato di ghiaccio ma poiché la pendenza era modesta non abbiamo calzato i ramponcini nemmeno in discesa.
Tornando percorriamo a ritroso l’ultima parte fino all’Alpe Vedabia, da cui seguiamo le frecce che indicano di scendere verso Baveno. Poco più avanti il sentierino entra in un boschetto dove si biforca in modo poco visibile: tenere in basso a sinistra e poco più avanti si troverà un segnale-CAI. Con discese ripide (dove la maggiore difficoltà è stata il passare sotto un albero caduto verso la fine del sentiero), tratti a mezzacosta e qualche leggera contropendenza si sbuca sulla stradina sterrata iniziale a circa 15 minuti dal punto di partenza.
Siamo partiti in quattro da Milano sotto la pioggia confidando nelle previsioni. Abbiamo avuto bel tempo per quasi tutta la salita, poi verso le 13 il cielo su è rannuvolato, la temperatura è scesa di una decina di gradi ma non ha piovuto.
L’andata è un lungo semicerchio per raggiungere la cima del Mottarone partendo dalla frazione Oltreilfiume di Baveno, precisamente da via Tranquilla. All’inizio del percorso il cartello indica 4h15 per il Mottarone e i nostri tempi saranno sincronizzati con quelli dei cartelli che troveremo strada facendo. Il percorso è complessivamente ben segnalato, se a un bivio manca il segnale-CAI se imboccate il sentiero giusto lo troverete poco più avanti.
La prima parte è in salita costante per breve stradina asfaltata, poi strada sterrata e soprattutto sentierino che conduce su una spalla del Monte Camoscio, panoramica sul lago Maggiore e sulle isole Borromee, caratterizzata da una croce e da cui qualcuno sporgendosi ha visto l’ultima parte della ferrata. Dalla croce si raggiunge quella che ci è sembrata la vera cima del Monte Camoscio, confortati in questa valutazione anche dagli altimetri, cioè un panettone coperto d’erba da cui spunta un affioramento di granito di Baveno alto una decina di metri e sul quale si cammina facilmente.
Quasi tutta la gita si svolge sul granito di Baveno, più o meno coperto dalla vegetazione.
La seconda parte della salita è un percorso a saliscendi con qualche perdita di quota, particolarmente marcata quella che scende all’Alpe Vedabia, alternati a tratti pianeggianti. Complessivamente è in salita, aggira il Monte Crocino, scende all’Alpe Vedabia, risale a una selletta vicino al Monte Zughero, che abbiamo raggiunto con breve deviazione, scende un po' fino al rifugio Alpe Nuovo (oggi chiuso) e infine conduce sulla cima del Mottarone, prima seguendo uno skylift, poi lungo una pista da sci che sbuca al parcheggio dei turisti motorizzati, da cui in 10 minuti si arriva sul punto culminante. Il panorama di vetta purtroppo a quest’ora era compromesso.
Sulla pista da sci un sottile strato di neve copriva un sottile strato di ghiaccio ma poiché la pendenza era modesta non abbiamo calzato i ramponcini nemmeno in discesa.
Tornando percorriamo a ritroso l’ultima parte fino all’Alpe Vedabia, da cui seguiamo le frecce che indicano di scendere verso Baveno. Poco più avanti il sentierino entra in un boschetto dove si biforca in modo poco visibile: tenere in basso a sinistra e poco più avanti si troverà un segnale-CAI. Con discese ripide (dove la maggiore difficoltà è stata il passare sotto un albero caduto verso la fine del sentiero), tratti a mezzacosta e qualche leggera contropendenza si sbuca sulla stradina sterrata iniziale a circa 15 minuti dal punto di partenza.
Tourengänger:
andrea62
Communities: Hikr in italiano
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Kommentare (2)