Bocchetta di Vallunga

Publiziert von imerio

, 26. Januar 2020 um 21:04.

Region:	Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:	18 Januar 2020
Wandern Schwierigkeit:	T2 - Bergwandern
Zeitbedarf:	4:30
Aufstieg:	800 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:	Scarenna si raggiunge all'inizio di Asso, percorrendo la strada che da Erba sale al Ghisallo.

Approfittando della consueta attività di accompagnatore in quel di Ponte Lambro, oggi escursione di defaticamanto (si fa per dire) nella zona del triangolo lariano, dopo l’uscita dell’altro ieri al Rifugio Rosalba.
Raggiunta Asso e parcheggiato il mezzo nella frazione di Scarenna, alle 9.00 iniziavo il mio cammino alla volta dei "Funghi di Terra" di Rezzago*, che avevo visitato una volta con la Rosi tanti anni fa.
*La zona dei Funghi di Rezzago è visitabile anche con una breve passeggiata partendo da Rezzago, raggiungibile dalla strada che da Erba sale al Ghisallo.
Visti i funghi, sono sbucato nel bosco di castagni di Enco (spettacolare), con breve sosta all'agriturismo "Cassina Enco" per proseguire poi fino alla Bocchetta di Vallunga, ai piedi del Palanzone.
Spolverata di neve caduta nella notte (circa 2 cm), sopra gli 850 m.
Ripresa la marcia a ritroso, ho voluto chiudere il ritorno con un percorso ad anello scendendo dalla Bocchetta da Frecc direttamente verso Asso, seguendo un sentiero segnato; ad un bivio ho seguito la direzione di sinistra (in linea con la direzione del mio punto di arrivo), ma poi il sentiero si è esaurito in un bosco ripidissimo, costringendomi a tornare indietro per percorrere l'altro sentiero che nel primo tratto è stato bello tosto (qualche catena), fiancheggiando alcuni ripidi canaloni.
Questo contrattempo mi ha fatto perdere circa mezz'ora e ho dovuto aumentare i ritmi per arrivare a Ponte Lambrocon solo 15' di ritardo sull'ora convenuta (14.00).
Alla fine è stata una bella camminata, in una zona sempre ricca di nuovi scorci e panorami (circa 800 m di dislivello per 4,5 ore di cammino effettivo).
Insomma, il Triangolo Lariano è sempre in grado di offrire nuove cose belle da vedere.

Tourengänger:

imerio

Communities: Hikr in italiano

Galerie

In einem neuen Fenster öffnen · Im gleichen Fenster öffnen

Parcheggiato il furgone non lontano dalla stazione di Canzo-Asso in località Scarenna, ho risalito per circa 1,5 km il corso del fiume Lambro, per arrivare al Ponte Oscuro (che non è questo, ma quello a monte), in un punto dove il fiume ha scavato nel tempo una profonda forra.

Superato il Lambro sul Ponte Oscuro, inizia subito una stradina agro-silvo-pastorale molto ripida, che porta presto nel bosco.

Dopo un paio di kilometri, dalla stradina si stacca sulla destra una mulattiera dal fondo un po’ dissestato (segnalazioni per Rezzago, Enco, Funghi di Terra, Monte Palanzone), che va seguita.

Dopo un po’ si arriva ad un bivio segnalato (Funghi di Terra) e si va a destra, seguendo il sentiero che scende fino al torrente che scorre lungo la Val di Rezzago (qui chiamata Valle dei Morti).

Attraversato il torrente su un ponticello non lontano dalle ultime case di Rezzago, si arriva alla Chiesetta della Buona Morte, risalente al secolo XVII-XVIII, che sorge accanto ad un grosso masso erratico di granito; durante alcuni restauri è apparso un affresco raffigurante San Rocco, che riporta le origini della chiesetta più indietro nel tempo (medioevo). Il sentiero per i Funghi parte a sinistra dell’edificio.

Il sentiero per i Funghi è piuttosto ripido, anche se breve e ben tenuto e, seguendo la diramazione di sinistra, si arriva alle prime formazioni. I “Funghi di Terra” si sono formati a causa dell’azione erosiva dell’acqua su terreno morenico; i grandi massi erratici, sparsi qua e là tra i detriti, hanno protetto come ombrelli le colonne di sabbia sottostanti dall’azione erosiva.

Queste strutture sono estremamente fragili ed in continua trasformazione. Il Fungo n° 4 è crollato qualche anno fa, mentre questo (il n° 1) è in buono stato di conservazione e molto spettacolare per l’ imponente dimensione del masso protettore della colonna.

Seguendo la diramazione di destra, dopo aver ammirato il Fungo n° 1, si sbuca nel fantastico castagneto di Enco che, secondo un censimento del 1984, è costituito da 1.484 castagni (in gran parte di notevoli dimensioni) suddivisi in 73 proprietari. La numerazione su tronchi si rifà ad un antico “ius plantadi” che sembra derivi dal vecchio diritto germanico: la proprietà del suolo è comunale mentre gli alberi numerati sono di proprietà delle famiglie di Rezzago.

Ai margini del castagneto sorge l’Agritursmo Cassina Enco. Mentre stavo curiosando nei dintorni (era aperto, ma era presto per mangiare), è uscita la proprietaria (Cristina) che mi ha inviato ad entrare e a visionare il posto, che ricorda proprio l’atmosfera delle vecchie cascine. A me è piaciuto, poi ha casa ho guardato le recensioni su Tripadvisor, e ho visto che c’è una equa divisione tra chi lo considera eccellente e chi invece pessimo, non saprei cosa dire, bisognerebbe provare, ma lascio a voi questa decisione….

Continuando nel mio cammino, sopra agli 800 m di quota ho cominciato a trovare neve, una spolverata caduta nella notte, che ha conferito all’ambiente un aspetto più invernale… Qui sono nel tratto che va dalla “Bocchetta da Frecc” (885 m) verso il Palanzone (nella zona dei “Tre Sassi), che avevo percorso ad ottobre.

Breve sosta pranzo (in piedi perché la panchina e il tavolo che ho trovato erano bagnati) nei pressi di un roccolo, con il sole che sta per comparire.

Bella vista sulle Grigne; a destra si vede la sella innevata dov’ero l’altro ieri (Rifugio Rosalba).

E prima di inoltrarmi nel bosco che mi porterà alla Bocchetta di Vallunga, uno sguardo anche sul Palazone con la cresta di montagne che degradano verso la Colma di Sormano.

Meta raggiunta! Da qui al Palanzone c’è ancora una buona ora abbondante di salita, ma siccome ero al limite dei tempi previsti, ho invertito la marcia per tornare indietro.

Lungo il precorso ci sono delle baite veramente belle e isolate ai margini dei boschi.

Sulla strada del ritorno, per guadagnare un po’ di tempo (anche se ero in perfetta tabella di marcia, anzi ero in anticipo..) ho accelerato un po’ il passo, e questo mi sarà utile dopo a causa di un piccolo imprevisto….

Il piccolo imprevisto: ritornato alla Bocchetta da Frecc, ho voluto scendere direttamente verso Asso percorrendo un sentiero che non avevo mai fatto. Subito dopo la bocchetta mi sono trovato ad un bivio: a destra (indicazione) si scendeva direttamente verso Scarenna-Stazione FNM e diritto (sentiero comunque segnato) si sarebbe dovuto girare intorno al monte Croce di Pizzallo. Così, a intuito, ho scelto questa seconda soluzione, ma dopo che il sentiero ha cominciato a “inselvatichirsi” è praticamente scomparso ai bordi di un ripidissimo bosco di noccioli, cosa che mi ha costretto a ritornare sui miei passi perdendo più di mezz’ora, per ritornare al bivio e seguire poi l’altro sentiero.

Molto ripida (incontrate alcune catene) e dall’aspetto a volte un po’ repulsivo, la prima parte del sentiero che attraversa alcuni selvaggi canaloni rocciosi, per poi diventare invece più agevole nella sua seconda parte.

Incontrata infine una bella mulattiera proveniente da Canzo, ho girato a sinistra e, sempre con passo spedito e passando sotto alcune placconate rocciose, sono arrivato con precisione al punto di partenza, facendo un bel percorso ad anello.

Bocchetta di Vallunga

Galerie

Kommentare