Piz Trevisina
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Perchè la Val Grosina e le sue innumerevoli possibilità escursionistiche siano poco conosciute ed ancor meno frequentate non mi risulta facilmente comprensibile: comunque noi di tanto in tanto proviamo a rimediare, grazie anche all'ispirazione ed alla guida di un amico local (o semi-local, se vogliamo). Certamente in valle mancano le vette di grande richiamo e le numerose cime di aspetto accattivante non brillano certo per solidità della roccia, ma le possibilità di gite fra passi, laghi e panoramicissime vallate non fanno difetto.
Dal bivio di Ginugiola si scende a sinistra (indicazioni) lungo la sterrata che, oltrepassate le baite di Sacco, si porta ad attraversare il torrente Roasco per poi proseguire lungamente attraverso il bosco di conifere; pur potendo seguire per intero la pista, risulta conveniente abbreviare il percorso imboccando un comodo sentiero che funge da scorciatoia. Ritrovata la carrozzabile, ci si addentra in Val Guinzana e, riattraversato il torrente, si raggiunge la piana con le poche baite dell'Alpe Guinzana. Senza molte indicazioni (l'intero itinerario non è mai bollato; solo poche paline nei punti principali: alpe, passo, lago) si sale a sinistra ad imboccare l'intaglio rettilineo di una mulattiera recentemente allargata per favorire il passaggio del bestiame; si prosegue la salita in traverso percorrendo un radissimo lariceto per poi raggiungere una piana pascoliva: qui la traccia tende a perdersi nell'erba, ma la direzione è intuitiva seguendo il senso della vallata. Un'altra risalita porta ad affiancare i ruderi dell'Alpe Gross Piatton e poi un ripido dosso a lato della gola rocciosa del torrente, arrivando a mezza quota sopra la conca paludosa - le acque serpeggiano in cerca della poca pendenza - del Pian delle Rogge. Da qui il tragitto appare meno intuitivo, ma, seguendo i rarissimi ometti, ci si dirige verso destra fino al bellissimo Lago Guinzana; seguendo dove più comodo i passaggi fra le rocce ed il poco pascolo si arriva alla larga apertura del Passo Guinzana: il panorama sul versante svizzero è molto ampio sull'orizzonte lontano (gruppo del Bernina-Scalino), ma scarso sulla Val Poschiavo, inframmezzandosi una valletta secondaria. Nei pressi della linea di confine scorre una blanda traccia di passaggio di animali: seguendola verso destra si aggira comodamente l'unico tratto apparentemente affilato della cresta e si giunge ad un pianoro sassoso alla base dell'impennata finale. Senza difficoltà, ma non del tutto comodamente, si sale di masso in masso sul largo crinale fino ad approdare al vasto cupolone sassoso della vetta del Piz Trevisina: questa volta niente croci, ma solo un grosso ometto con infissi alcuni legni.
Per la discesa è possibile, oltre a ripetere completamente la via di salita, variare per un po' il percorso scendendo direttamente - oltrepassato il primo tratto di cresta - in direzione del lago (qualche ripido avvallamento erboso e qualche passaggio su grosse gande), dove comunque si riprende la via di andata.
https://www.relive.cc/view/v4OGmBK4A5q
Dal bivio di Ginugiola si scende a sinistra (indicazioni) lungo la sterrata che, oltrepassate le baite di Sacco, si porta ad attraversare il torrente Roasco per poi proseguire lungamente attraverso il bosco di conifere; pur potendo seguire per intero la pista, risulta conveniente abbreviare il percorso imboccando un comodo sentiero che funge da scorciatoia. Ritrovata la carrozzabile, ci si addentra in Val Guinzana e, riattraversato il torrente, si raggiunge la piana con le poche baite dell'Alpe Guinzana. Senza molte indicazioni (l'intero itinerario non è mai bollato; solo poche paline nei punti principali: alpe, passo, lago) si sale a sinistra ad imboccare l'intaglio rettilineo di una mulattiera recentemente allargata per favorire il passaggio del bestiame; si prosegue la salita in traverso percorrendo un radissimo lariceto per poi raggiungere una piana pascoliva: qui la traccia tende a perdersi nell'erba, ma la direzione è intuitiva seguendo il senso della vallata. Un'altra risalita porta ad affiancare i ruderi dell'Alpe Gross Piatton e poi un ripido dosso a lato della gola rocciosa del torrente, arrivando a mezza quota sopra la conca paludosa - le acque serpeggiano in cerca della poca pendenza - del Pian delle Rogge. Da qui il tragitto appare meno intuitivo, ma, seguendo i rarissimi ometti, ci si dirige verso destra fino al bellissimo Lago Guinzana; seguendo dove più comodo i passaggi fra le rocce ed il poco pascolo si arriva alla larga apertura del Passo Guinzana: il panorama sul versante svizzero è molto ampio sull'orizzonte lontano (gruppo del Bernina-Scalino), ma scarso sulla Val Poschiavo, inframmezzandosi una valletta secondaria. Nei pressi della linea di confine scorre una blanda traccia di passaggio di animali: seguendola verso destra si aggira comodamente l'unico tratto apparentemente affilato della cresta e si giunge ad un pianoro sassoso alla base dell'impennata finale. Senza difficoltà, ma non del tutto comodamente, si sale di masso in masso sul largo crinale fino ad approdare al vasto cupolone sassoso della vetta del Piz Trevisina: questa volta niente croci, ma solo un grosso ometto con infissi alcuni legni.
Per la discesa è possibile, oltre a ripetere completamente la via di salita, variare per un po' il percorso scendendo direttamente - oltrepassato il primo tratto di cresta - in direzione del lago (qualche ripido avvallamento erboso e qualche passaggio su grosse gande), dove comunque si riprende la via di andata.
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