Oasi Naturalistica di Crava - Morozzo

Dopo la gita di ieri, con un dislivello per Anna non indifferente, decidiamo per qualcosa di più tranquillo ma egualmente interessante: la visita ad un'oasi naturalistica gestita dalla LIPU. Non una qualsiasi ma la prima area protetta gestita dall'associazione istituita nel 1979
Dopo una sosta a Chiusa Pesio raggiungiamo uno dei due ingressi dell'oasi, quello di Morozzo, il parcheggio antistante l'accesso è veramente sterminato, in grado di accogliere diverse centinaia di auto, ci sorge il dubbio che possa servire anche ad altro: sarebbe fin troppo bello che una riserva naturale attiri tanta gente.
Il viale d'ingresso è circondato da coltivazioni di mais, passiamo l'arco che funge da portale, leggiamo i pannelli che illustrano la storia e la planimetria del luogo e proseguiamo percorrendo una stradina che con cinque tornanti ci fa scendere di una quarantina di metri fino a portarci nei pressi di una diga dell'ENEL, l'oasi prende avvio infatti dalla rinaturalizzazione di due bacini idroelettrici, la riserva comprende anche circa tre chilometri del corso del Pesio, diversi stagni nonchè boschi di varie essenze e campi coltivati circondati da siepi.
Proseguiamo e raggiungiamo le sponde del Lago Morozzo, da qui si diparte un sentiero che porta a diversi capanni di osservazione, guardiamo dalle fenditure e dapprima non vediamo altro che uno specchio d'acqua circondato da una rigogliosa vegetazione, poi cominciamo a scorgere dei segni di vita: dei pesci di dimensioni notevoli che nuotano sotto di noi, delle anatre che scendono in acqua da un isolotto, e sulla sponda opposta un terzetto di uccelli di palude, ci sembra di riconoscere un airone cinerino, un airone guardiabuoi o una garzetta, l'altro è veramente strano ma sicuramente è un trampoliere.
Compiuto il periplo del lago proseguiamo sulla stradina che ci porta ad altri punti di osservazione che danno su stagni, riusciamo a vedere un Martin Pescatore ma è troppo veloce per riuscire a fotografarlo, in compenso fotografo delle libellule altrettanto colorate ma molto più confidenti.
La casa del parco è chiusa ma il vicino osservatorio subacqueo è aperto e rimaniamo piuttosto impressionati dalle dimensioni di carpe e tinche che nuotano in questi stagni.
Continuiamo la nostra escursione fino al Lago di Crava, anche qui trampolieri ed anatre la fanno da padroni.
Il percorso è un continuo salire e scendere fra valli e vallette ospitanti laghi e stagni ed intervallati da macchie di bosco e campi coltivati a mais e ad erba medica, l'acqua è onnipresente, vi sono rogge e cascatelle a destra e sinistra.
Dal Lago di Crava torniamo indietro seguendo un percorso differente e raggiungiamo la Foresteria dell'Oasi dove pranziamo, ancora qualche foto e ritorniamo alla nostra auto per dirigerci alla vicina Rocca de Baldi, un piccolo borgo, posto ai confini dell'oasi con un castello ed alcune emergenze architettoniche interessanti, anche se purtroppo frammiste a diverse oscenità geometrili (sic).

Siamo rimasti molto bene impressionati da questa oasi naturale in mezzo alla pianura coltivata, decisamente ben gestita e curata, con esaurienti pannelli esplicativi illustranti le varie speci di uccelli, pesci, insetti, rettile ed anfibi presenti. Anche gli alberi hanno dei cartelli che li illustrano. La foresteria è ottimamente gestita ed il percorso di visita si svolge perlopiù all'ombra di frassini, carpini, castagni, olmi ed aceri; gli unici rumori sono quelli degli uccelli ed il ronzio degli insetti. Nessuna difficoltà, una parte del percorso è agibile anche con sedie a rotelle e passeggini.