Rifugio Alpe Caviano (967 m)

Passeggiata domenicale fino alla capanna che vedo da casa, rifugio che ho raggiunto innumerevoli volte, a piedi, con le ciaspole o con la mountain bike, ma che mi riserva sempre qualche piacevole sorpresa.

Inizio dell’escursione: ore 8:30

Fine dell’escursione: ore 13:30

Pressione atmosferica, ore 9.00: 1019 hPa

Velocità media del vento: 0 km/h

Temperatura alla partenza: 23,5°C

Isoterma di 0°C: 4200 m

Temperatura al rientro: 30,5°C

Sorgere del sole: 5.54

Tramonto del sole: 21.06

Questa volta scegliamo l’itinerario classico, con partenza da Obino (497 m), frazione di Castel San Pietro. Sono circa 4 km di salita su una strada acciottolata, quasi completamente all’ombra, che si sviluppa creando sei tornanti e lunghi rettilinei.

Con un cartello il Municipio avvisa che la strada è parzialmente inagibile a causa di lavori in corso per sistemare la pavimentazione e per il rifacimento dei muri di sostegno. Non incontreremo auto per tutto il percorso, per contro già dopo poche centinaia di metri siamo sorpassati da gruppetti di ciclisti che salgono con la mountain bike.

Come d’abitudine, facciamo una sosta al Sass dal Tórc, il Sasso del Torchio, ubicato in prossimità della cosiddetta Vultada dal Tórc (675 m), il tornante del torchio.

Da un masso erratico di granito, depositato dal Ghiacciaio dell’Adda nella glaciazione del Würm, un abile e anonimo scalpellino scolpì la base quadrata di un torchio per pigiare l’uva. Dopo decenni, forse secoli di abbandono, il manufatto, di 2850 kg, è stato recuperato e valorizzato da alcuni volontari del Patriziato di Castel san Pietro. Il 21.3.2009 lo hanno trasportato da un luogo impervio nel bosco e lo hanno riposizionato in una zona facilmente accessibile, presso questo tornante.

Riprendiamo la tranquilla camminata, che in ulteriori 55 minuti ci consente di raggiungere la meta stabilita. La novità rispetto all’ultima visita è la realizzazione di un impianto di fitodepurazione, che il Patriziato ha deciso di promuovere per semplificare lo smaltimento delle acque reflue e ridurre il volume residuo da portare a valle tramite cisterna. L’investimento è costato circa 50ˈ000 CHF. L’impianto, del tutto simile ad uno stagno didattico recintato da transenne di legno, è già pensato nell’ottica di un ampliamento del rifugio ed è dimensionato per 5 abitanti equivalenti (media giornaliera).

Per questo fine settimana il rifugio è gestito da due signore molto dinamiche, che si dimostrano abili sia in cucina sia nell’intrattenimento degli avventori.

Si sta veramente bene sulla terrazza all’aperto. La temperatura è elevata per rapporto alla quota, tuttavia non c’è afa e non si sente l’ozono.
 

                               Alpe Caviano: un balcone sul Mendrisiotto

Osserviamo incuriositi la spericolata esibizione di un ragazzo che usando un cartone come slitta scivola sul ripido prato del Caviano, senza la possibilità di frenare.

Gustiamo un buon piatto di pasta al sugo e una fetta di crostata fatta in casa, quindi ci avviamo verso la pianura del Mendrisiotto, soddisfatti per aver vinto la tentazione dell’ozio in questa calda giornata di luglio.

Al “dolce far niente”, oggi abbiamo preferito una piacevole camminata su una montagna di casa, dove abbiamo incontrato dei conoscenti in un ambiente completamente diverso da quello legato alle abituali attività quotidiane.

Tempo totale: 5 h

Tempo di salita fino al Rifugio Alpe Caviano: 1 h 25 min

Tempi di discesa: 1 h 03 min

Dislivello in salita: 474 m

Sviluppo complessivo: 8,13 km

Difficoltà: T1

Copertura della rete cellulare: buona

Partecipanti: Lore e siso.