Falesia del Sengio Rosso e anfiteatro di Sorasengi.
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Adameus
Il Sengio Rosso mi "chiamava" da quando feci il corso di arrampicata al King Rock, l'uscita in falesia prevedeva, allora, o misurarsi con i suoi complessi monotiri o ripiegare sulla più abbordabile falesia di Stallavena.
E Stallavena dunque fù,
Ieri dopo pranzo, mosso dalla voglia di appagare, almeno con la vista, la conoscenza di questa bella placca che occhieggia sopra l'abitato di Caprino Veronese, coinvolgo il Menego per una uscita "mordi e fuggi".
Così alle 15 circa siamo a Braghizzola, quattro case in pietra, lasciamo l'auto sul ciglio della strada e constatata la presenza di un'altra auto con targa austriaca(dai che troviamo qualche climber in parete....) ci incamminiamo sul sentiero del CAI 53, sentiero molto bello che si innalza sul fianco sud del Baldo; sopra di noi la bella placca del Sengio controlla il nostro salire.
La segnaletica non è delle migliori, fra vecchi e nuovi bolli, ma poi consultando anche la traccia, prendiamo il bivio con piccolo cartello in legno con la scritta "sorasengi", lasciando il sentiero CAI 53; questo ci porta, innalzandosi, verso i piedi del Sengio Rosso, bella traccia che supera tutte le vie di questa palestra storica dell'arrampicata veronese, incontriamo i tre baldi climber austriaci che stanno arrampicando li superiamo di qualche centinaio di metri per constatare che la traccia finisce in un nugolo di alberi bassi e rovi.
Dietro front e risuperiamo i climber, ci dirigiamo verso nord est per prendere il sentiero che con bei zigzag dovrebbe superare il costone del Sengio, ma il Menego si infila in un bel canalone dove il procedere è abbastanza facile senza doversi perdere dietro rovi(che a lui tanto piacciono.....).
Canalone che dopo una bella progressione in salita(circa 80-90 metri di dislivello) ci deposita su un bel sentiero che ci porta nella località del "Sorasengi" bella radura ad anfiteatro con alcune antiche baite in pietra ancora frequentate e spettacolari querce centenarie.
Lì il sostare ha qualcosa di magico, sarà per i raggi del sole delle 18, che producono una luce "avvolgente" ma il rimanere lì a contemplare il tutto ha qualcosa di assoluto.
A malincuore prendiamo la via del ritorno, anche questo un bel sentiero non ripido che con diversi zigzag ci fà abbassare fino a ricongiungere il sentiero CAI 53, ora accompagnati dal canto degli uccelli che si apprestano alla sera torniamo all'auto, le prime ombre della sera si annunciano, è ora di rientrare.
Note a piè di pagina :
Le foto sono essenzialmente immagini di fiori, la fioritura del Baldo, ormai prossima, è una delle manifestazioni più belle di questa montagna.
Until next time.
Menek:
Difficile aggiungre qualcosa alla bella ed esaustiva relazione di Alex, di mio aggiungo che la zona è veramente interessante e piena di sorprese, avendo qualche ora a disposizione si può camminare all'infinito. Come nota aggiungo anche che ci sono diverse tracce segnalate con "ometti" dove però bisogna ravanare una minima, una di queste tracce risalgono un ghiaione costellato di piccoli agrifogli, poi bisogna intercettare la cengia che porta a Sorasengi, ottima alternativa di salita. D'altro ancora posso aggiungere che dalla Falesia Sengio Rosso secondo me è possibile andare oltre sino ad agganciarsi al già descritto ghiaione, oppure, come alternativa più pepata, risalire il breve Canalino del Sengio (I°- II° un po framoso) e poi seguire il costolone roccioso, però secondo me qua un pezzo di corda da portare al seguito non fa poi così male.
Nota a parte merita Sorasengi, un luogo ameno veramente incantato dove a cavallo tra la primavera e l'estate si svolgono concerti di musica classica e/o cantautorale, tutto questo è possibile grazie al bellissimo anfiteatro naturale e alla sua grandiosa acustica.
Nota 1): Mohammed Al Cazzari...
Percutere Paulum: "Cucchi pestato perchè non collaborava", ha dichiarato un Carabiniere. Che adesso sarà pestato perchè collabora.
Casualità Cucchiane: "Uno lo spinse, l'altro gli diede un calcio in faccia". Classica strategia del carabiniere buono/carabiniere cattivo.
Torbide relazioni: Ascoltato in tribunale il 14enne che ha avuto una storia (direi abuso) con l'infermiera 31enne. La prima volta: "mi ero sopito un attimo, poi quando mi sono svegliato lei era sopra di me". "Sveltina" la signora...
A' la prochaine! Menek
Il Sengio Rosso mi "chiamava" da quando feci il corso di arrampicata al King Rock, l'uscita in falesia prevedeva, allora, o misurarsi con i suoi complessi monotiri o ripiegare sulla più abbordabile falesia di Stallavena.
E Stallavena dunque fù,
Ieri dopo pranzo, mosso dalla voglia di appagare, almeno con la vista, la conoscenza di questa bella placca che occhieggia sopra l'abitato di Caprino Veronese, coinvolgo il Menego per una uscita "mordi e fuggi".
Così alle 15 circa siamo a Braghizzola, quattro case in pietra, lasciamo l'auto sul ciglio della strada e constatata la presenza di un'altra auto con targa austriaca(dai che troviamo qualche climber in parete....) ci incamminiamo sul sentiero del CAI 53, sentiero molto bello che si innalza sul fianco sud del Baldo; sopra di noi la bella placca del Sengio controlla il nostro salire.
La segnaletica non è delle migliori, fra vecchi e nuovi bolli, ma poi consultando anche la traccia, prendiamo il bivio con piccolo cartello in legno con la scritta "sorasengi", lasciando il sentiero CAI 53; questo ci porta, innalzandosi, verso i piedi del Sengio Rosso, bella traccia che supera tutte le vie di questa palestra storica dell'arrampicata veronese, incontriamo i tre baldi climber austriaci che stanno arrampicando li superiamo di qualche centinaio di metri per constatare che la traccia finisce in un nugolo di alberi bassi e rovi.
Dietro front e risuperiamo i climber, ci dirigiamo verso nord est per prendere il sentiero che con bei zigzag dovrebbe superare il costone del Sengio, ma il Menego si infila in un bel canalone dove il procedere è abbastanza facile senza doversi perdere dietro rovi(che a lui tanto piacciono.....).
Canalone che dopo una bella progressione in salita(circa 80-90 metri di dislivello) ci deposita su un bel sentiero che ci porta nella località del "Sorasengi" bella radura ad anfiteatro con alcune antiche baite in pietra ancora frequentate e spettacolari querce centenarie.
Lì il sostare ha qualcosa di magico, sarà per i raggi del sole delle 18, che producono una luce "avvolgente" ma il rimanere lì a contemplare il tutto ha qualcosa di assoluto.
A malincuore prendiamo la via del ritorno, anche questo un bel sentiero non ripido che con diversi zigzag ci fà abbassare fino a ricongiungere il sentiero CAI 53, ora accompagnati dal canto degli uccelli che si apprestano alla sera torniamo all'auto, le prime ombre della sera si annunciano, è ora di rientrare.
Note a piè di pagina :
Le foto sono essenzialmente immagini di fiori, la fioritura del Baldo, ormai prossima, è una delle manifestazioni più belle di questa montagna.
Until next time.
Menek:
Difficile aggiungre qualcosa alla bella ed esaustiva relazione di Alex, di mio aggiungo che la zona è veramente interessante e piena di sorprese, avendo qualche ora a disposizione si può camminare all'infinito. Come nota aggiungo anche che ci sono diverse tracce segnalate con "ometti" dove però bisogna ravanare una minima, una di queste tracce risalgono un ghiaione costellato di piccoli agrifogli, poi bisogna intercettare la cengia che porta a Sorasengi, ottima alternativa di salita. D'altro ancora posso aggiungere che dalla Falesia Sengio Rosso secondo me è possibile andare oltre sino ad agganciarsi al già descritto ghiaione, oppure, come alternativa più pepata, risalire il breve Canalino del Sengio (I°- II° un po framoso) e poi seguire il costolone roccioso, però secondo me qua un pezzo di corda da portare al seguito non fa poi così male.
Nota a parte merita Sorasengi, un luogo ameno veramente incantato dove a cavallo tra la primavera e l'estate si svolgono concerti di musica classica e/o cantautorale, tutto questo è possibile grazie al bellissimo anfiteatro naturale e alla sua grandiosa acustica.
Nota 1): Mohammed Al Cazzari...
Percutere Paulum: "Cucchi pestato perchè non collaborava", ha dichiarato un Carabiniere. Che adesso sarà pestato perchè collabora.
Casualità Cucchiane: "Uno lo spinse, l'altro gli diede un calcio in faccia". Classica strategia del carabiniere buono/carabiniere cattivo.
Torbide relazioni: Ascoltato in tribunale il 14enne che ha avuto una storia (direi abuso) con l'infermiera 31enne. La prima volta: "mi ero sopito un attimo, poi quando mi sono svegliato lei era sopra di me". "Sveltina" la signora...
A' la prochaine! Menek
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