Capra! Capra! Capra! E finalmente fu Pietra Parcellara.
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Era da qualche anno che giravo attorno alla Pietra Parcellara, qualcuno potrebbe dire "che pietra grossa se ci hai messo qualche anno per girarci attorno", ma ovviamente la storia è un'altra, ed ora mi appresto a scriverla sul mio personale libro che ha come titolo: "Fatta". Sottotitolo: "Come arrivare in cima senza aver paura di farsela addosso".
Partiamo dal piccolo abitato di Donceto con un clima tutto sommato niente male (+2), dopo qualche passo noto su un muro un cartello scritto a mano: "vendesi vino nostrano". Lì per lì le gambe si bloccano e un tarlo si insinua nella mia testa, "oggi la buttiamo sull'enogastronomia o continuiamo l'escursione"? L'impasse dura poco, sono solo le 8:30, non mi sembra il caso di avvinazzarsi ad orari decisamente mattinieri.
Seguiamo una strada diversa da quelle già descritte in rete, Mapnik mi segnala un breve tratto alternativo che by-passa la stradina asfaltata e con curiosità andiamo a verificarne la specificità; la sterrata attraversa i vigneti, è sicuramente una valida alternativa alla strada asfaltata, ma non abbiamo fatto i conti con la pioggia caduta 3 gg prima, per chi conosce questi posti non dico nulla di nuovo se pronuncio la parola argilla... Già, la stessa argilla che s'incolla sotto la suola e non ne vuol sapere di staccarsi, anzi, più cammino e più mi accorgo di raggiungere un'altezza davvero ragguardevole, sembro Michael Jordan. Se pensate che sono alto circa 127 cm, immaginatevi lo spessore di "pappa" che ho sotto le pedule!
Intercettiamo ora il sentiero ufficiale, e sempre su stradina melmosa puntiamo verso il bosco e la selletta dove si incrociano diversi sentieri dove purtroppo, cammin facendo, notiamo diversi alberi caduti durante la "buriana" di qualche mese fa, alcuni di questi alberi sono ancora lì ad ostruire il passaggio, nulla che possa compromettere l'escursione, sia chiaro, ma attenti a non perdere la bollatura.
Ci ritroviamo sulla selletta, ed ora invece di seguire a dx per la Pietra Parcellara ci dirigiamo in direzione opposta; qua il sentiero non è argilloso, ed è già una buona notizia, a sostituire la melma c'è un sottilissimo strato di nevischio caduto probabilmente prima dell'alba. Seguiamo il sentiero non bollato, e dopo dieci minuti scarsi di cammino ci ritroviamo sulla Pietra Marcia dove nessun ometto o altro ne segnala la cima. Da qua vediamo Donceto a N e Brodo a S, poi qualche cima sconosciuta, altro è difficile vedere visto le nuvole basse.
Costruiamo un piccolo ometto, facciamo qualche foto e poi ritorniamo sui nostri passi, nel frattempo la temperatura è calata decisamente ed il venticello ce la fa percepire ancora più rigida. Ritorniamo al crocevia e poi in un amen siamo ai piedi della cresta rocciosa della Parcellara. Gli scarponi sono ancora abbastanza sporchi, ed in più la roccia è molto umida e a tratti ghiacciata, restiamo lì un attimo a verificare la fattibilità della salita, poi attratti dalle rocce oggi molto cupe, cominciamo ad affrontare la via.
Si scivola parecchio, ma è anche vero che gli appigli sono ovunque, basta proseguire con prudenza e le difficoltà rimangono nei limiti; passiamo brevi zone esposte, soprattutto la placchetta risulta fortemente viscida, scivolare da lì avrebbe conseguenze letali. La passiamo con un po di timore poi cominciamo una bella danza fatta di passaggi che vanno dal I° al II°, tutto molto divertente, anche Nadia apprezza, poi ridiscesi leggermente nei pressi dell'ultimo cordino d'acciaio, con un ultimo canalino ci portiamo verso la cima, per arrivarci ci sono 50 metri di sentiero che si affronta in piano.
Giusto il tempo di salire sulla piccola croce di vetta ed ecco che arriva "lei", la vera attrazione del posto, una docile e vecchia capretta che mendica un po di cibo, avevo letto da qualche parte della sua presenza, ma mai mi aspettato di trovarla in questa stagione. Alla fine si papperà 3 o 4 piccole brioches ed un pacchetto di crackers. E ancora non era contenta!
Felici per la salita e per l'incontro, ora cominciamo la discesa, con un sentiero sempre con fondo umido ma decisamente più sicuro, di passaggi tecnici non ce ne sono; arriviamo all'Oratorio della Parcellara, poi come da indicazioni ci dirigiamo verso la Pietra Perduca che raggiungiamo poco dopo e dove pranziamo.
Partiamo dal piccolo abitato di Donceto con un clima tutto sommato niente male (+2), dopo qualche passo noto su un muro un cartello scritto a mano: "vendesi vino nostrano". Lì per lì le gambe si bloccano e un tarlo si insinua nella mia testa, "oggi la buttiamo sull'enogastronomia o continuiamo l'escursione"? L'impasse dura poco, sono solo le 8:30, non mi sembra il caso di avvinazzarsi ad orari decisamente mattinieri.
Seguiamo una strada diversa da quelle già descritte in rete, Mapnik mi segnala un breve tratto alternativo che by-passa la stradina asfaltata e con curiosità andiamo a verificarne la specificità; la sterrata attraversa i vigneti, è sicuramente una valida alternativa alla strada asfaltata, ma non abbiamo fatto i conti con la pioggia caduta 3 gg prima, per chi conosce questi posti non dico nulla di nuovo se pronuncio la parola argilla... Già, la stessa argilla che s'incolla sotto la suola e non ne vuol sapere di staccarsi, anzi, più cammino e più mi accorgo di raggiungere un'altezza davvero ragguardevole, sembro Michael Jordan. Se pensate che sono alto circa 127 cm, immaginatevi lo spessore di "pappa" che ho sotto le pedule!
Intercettiamo ora il sentiero ufficiale, e sempre su stradina melmosa puntiamo verso il bosco e la selletta dove si incrociano diversi sentieri dove purtroppo, cammin facendo, notiamo diversi alberi caduti durante la "buriana" di qualche mese fa, alcuni di questi alberi sono ancora lì ad ostruire il passaggio, nulla che possa compromettere l'escursione, sia chiaro, ma attenti a non perdere la bollatura.
Ci ritroviamo sulla selletta, ed ora invece di seguire a dx per la Pietra Parcellara ci dirigiamo in direzione opposta; qua il sentiero non è argilloso, ed è già una buona notizia, a sostituire la melma c'è un sottilissimo strato di nevischio caduto probabilmente prima dell'alba. Seguiamo il sentiero non bollato, e dopo dieci minuti scarsi di cammino ci ritroviamo sulla Pietra Marcia dove nessun ometto o altro ne segnala la cima. Da qua vediamo Donceto a N e Brodo a S, poi qualche cima sconosciuta, altro è difficile vedere visto le nuvole basse.
Costruiamo un piccolo ometto, facciamo qualche foto e poi ritorniamo sui nostri passi, nel frattempo la temperatura è calata decisamente ed il venticello ce la fa percepire ancora più rigida. Ritorniamo al crocevia e poi in un amen siamo ai piedi della cresta rocciosa della Parcellara. Gli scarponi sono ancora abbastanza sporchi, ed in più la roccia è molto umida e a tratti ghiacciata, restiamo lì un attimo a verificare la fattibilità della salita, poi attratti dalle rocce oggi molto cupe, cominciamo ad affrontare la via.
Si scivola parecchio, ma è anche vero che gli appigli sono ovunque, basta proseguire con prudenza e le difficoltà rimangono nei limiti; passiamo brevi zone esposte, soprattutto la placchetta risulta fortemente viscida, scivolare da lì avrebbe conseguenze letali. La passiamo con un po di timore poi cominciamo una bella danza fatta di passaggi che vanno dal I° al II°, tutto molto divertente, anche Nadia apprezza, poi ridiscesi leggermente nei pressi dell'ultimo cordino d'acciaio, con un ultimo canalino ci portiamo verso la cima, per arrivarci ci sono 50 metri di sentiero che si affronta in piano.
Giusto il tempo di salire sulla piccola croce di vetta ed ecco che arriva "lei", la vera attrazione del posto, una docile e vecchia capretta che mendica un po di cibo, avevo letto da qualche parte della sua presenza, ma mai mi aspettato di trovarla in questa stagione. Alla fine si papperà 3 o 4 piccole brioches ed un pacchetto di crackers. E ancora non era contenta!
Felici per la salita e per l'incontro, ora cominciamo la discesa, con un sentiero sempre con fondo umido ma decisamente più sicuro, di passaggi tecnici non ce ne sono; arriviamo all'Oratorio della Parcellara, poi come da indicazioni ci dirigiamo verso la Pietra Perduca che raggiungiamo poco dopo e dove pranziamo.
A questo punto non ci resta che tornare all'auto. Percorriamo un sentiero che dall'Oratorio di S. Anna giunge in un area attrezzata per pic-nic e feste varie, poi attraversiamo Montà e su stradina asfaltata arriviamo alla Loc. Corbellino, da qua, invece di seguire ancora la strada, attraversiamo le poche case e su evidente stradello sterrato perdiamo quota in moderata pendenza. Donceto è davanti ai nostri occhi, quindi impossibile sbagliarsi, attraversato ancora un vigneto la sterrata termina proprio in prossimità dell'auto.
Nota 1): Bel giretto con modesto sviluppo. Purtroppo noi abbiamo trovato una giornata bigia, al contrario di ciò che prevedeva la Meteo, propabilmente con un bel sole i contrasti dei colori avrebbero fatto risaltare la bellezza di questi luoghi ameni. Per la Corna Marcia non ci sono indicazioni, e manco per la discesa dalla Pietra Perduca (Montà, Corbellino), per il resto tutto ben segnalato. Ottimamente bollata anche la cresta (bolli B/R e bolli gialli), cresta che non risulta mai difficile da affrontare; peccato che proprio sul più bello il divertimento finisca.
Nota 2): Cazzeggi caustici...
Italia-Francia: Di Maio ai francesi: colpa vostra se Annibale ha valicato le Alpi.
Battute: provate a non ridere se dico Toninelli!
Elio Lannutti: Habemus imbecille... rinSAVIsci.
A' la prochaine! Menek, Nadia
Nota 2): Cazzeggi caustici...
Italia-Francia: Di Maio ai francesi: colpa vostra se Annibale ha valicato le Alpi.
Battute: provate a non ridere se dico Toninelli!
Elio Lannutti: Habemus imbecille... rinSAVIsci.
A' la prochaine! Menek, Nadia
Tourengänger:
Menek
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