Una domenica da diluvio universale
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Abbiamo visto l'arca di Noè Vista da Giorgio - (giorgio59m)
Ma chi sono i Matti?
Potevo certamente evitare di scrivere questa che non voglio neppure definirla relazione. Abbiamo camminato 40min tra andata e ritorno, e siamo stati in un rifugio bello ed accogliente che più volte vi ho già descritto. Ma mi dispiaceva non condividere con voi, come abbiamo fatto noi ieri, una domenica di ordinaria pazzia ..... ( La colonna sonora è questa ) Quindi non vi racconterò di sentieri e percorsi, di paline e di indicazioni, il bivio più difficoltoso era scegliare tra l'acqua, il bianco ed il rosso ....
Ma partiamo con il breve riassunto di decine di messaggi scambiati in settimana:
Avete visto le previsioni per domenica?
Ritrovo tardi, tanto il percorso è brevissimo. Zaini comunque molto carichi, chi ha la padella per le castagne, le bottiglie di vario genere, Paolo anche 4.5Kg di castagne. Le mogli non sono troppo contente, ma il messaggio comune è "tranquille dove andiamo noi piove meno che a casa" La decisione più complicata è la scelta della capanna. Deve essere ovviamente aperta, anche se non c'e' acqua, scaldabile, avere la stufa o camino per fare le castagne, percorso breve o semi-breve, a seconda della quantità di pioggia. Ogni giorno tre verifiche delle previsioni meteo, inogni direzione, dalla Maggia ad Airolo, dalla Mesolcina ai Grigioni, cercando meno mm2 … La questione si complica, le previsioni cambiano di giorno in giorno, ma i mm2 restano tanti, anzi troppi. Camminata corta, non troppo in alto (neve?), quindi Cremorasco, e … ombrello. Ritiriamo le chiavi a Camorino (bar) e torniamo ad Isone ed ai Monti di Tiglio. Per poterci cambiare senza inzupparci ci cambiamo sotto una tettoia dei militari, lungo la strada. Partiamo alle 08:25 carichi e coperti come per una spedizione durante i monsoni. Dopo 25 minuti siamo al nostro “divano domenicale”, ci sistemiamo all’interno dove accendiamo il fuoco delle stufa, ovviamente piove copiosamente. Ci dividiamo gli incarichi, si deve “tirare mezzogiorno”, quindi chi prende legna, chi taglia le castagne, chi le cuoce dentro la stufa con la padella forata portata da casa con manico allungato con manico di scopa. Giochiamo a carte in quattro, divisi a coppie, salatini come aperitivo e birolle pre e dopo pasto. Il vinello rosso, bianco e rosato scorre nei bicchieri, il Barba alle 11:00 ha già finito i suoi due panini … “mi go fam” Lo scorrere delle ore e fatto di chiacchere e “pirlate”, il tutto in amicizia e con grandi risate. Non mancano i canti (senza la musica di Francesco), ma è meglio sorvolare. Pulizie e versamento del passaggio (vaglia o cassetta in loco, con buste terminate), mentre fuori piove ancora più intensamente della mattina. Sempre coperti dagli ombrelli torniamo all’auto in 16minuti, e per cambiarci di nuovo sotto la tettoia militare. Se non siamo matti noi …. Lascio alle foto i dettagli della giornata. Ciao
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Vista da Roberto - (roberto59)
Fra pochi giorni cadrà la ricorrenza del 4 novembre, è una giornata particolare che andrebbe ancora ricordata come data da celebrare a festa nazionale, speriamo la riportino alla sua importanza presto. La Grande Guerra, così è stata chiamata la prima guerra mondiale. 3 anni e mezzo di guerra di trincea, e di gallerie nelle montagne, di massacri inutili e decimazioni, di eroismi e patimenti infiniti, con l’uso di armi di distruzione di massa come i gas, ma anche di mazze ferrate nei feroci combattimenti corpo a corpo. Una guerra totale e crudele che cambiò la geografia dell’Europa ma che non chiuse definitivamente i conti con la storia portando il vecchio continente, dopo venti anni, alla seconda guerra mondiale. L’italia entrò nel conflitto il 24 maggio del 1915, dopo essere passata nei mesi precedenti dall’alleanza con l’impero asburgico alla neutralità. La decisione di dichiarare guerra alla Serbia senza consultare l’Italia aveva di fatto rotto la Triplice Alleanza. La rivendicazione dell’italianità di Trento e Trieste avevano fatto il resto facendo pendere il piatto della bilancia a favore dell’intervento. Il nostro Paese pagò un tributo tra i più alti in Europa con oltre 650mila soldati morti in combattimento e un altro milione feriti. Centinaia di migliaia di civili morirono nelle zone di guerra per i bombardamenti, la fame e gli stenti. Una Guerra totale che l’Italia rischiò di perdere dopo la disfatta di Caporetto. Eppure fu proprio la sconfitta di Caporetto, del novembre 1917, a dare la forza a tutto il Paese di reagire, trincerandosi prima sul Piave, fiume sacro della Patria, per poi lanciare la controffensiva del giugno del 1918 con in testa i ragazzi appena diciottenni del 1899. L’Italia uscì stremata da quella terribile guerra, ma trovando finalmente, con il tricolore piantato a Trento e Trieste il 4 Novembre 1918, la sua identità di Stato unitario.
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Vista da Paolo - (brown)
Ci siamo , e' arrivato l'autunno e per farci capire la situazione un bel week end con allerta meteo 3, piogge e vento su tutte le alpi. Paolo |
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Vista da Luciano - (barba43)
Cerrrrtooo che noi non ci ferma nessuno, se nò che matti siamo è!! |
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Vista da Gimmy- (gimmy)
Beh tutto sommato l' alternativa era stare a casa, ma dai una bella castagnata in compagnia ci sta.
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Altre foto, diario, tracce sul nostro sito www.girovagando.net escursione # 322
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Kommentare (18)