Büs di Pegur


Publiziert von cai56 , 18. Oktober 2018 um 21:47. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:17 Oktober 2018
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Klettern Schwierigkeit: III (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 1:00
Strecke:Andata e ritorno 1,5 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano si prende la SS 36 in direzione Lecco; arrivati al bivio per Erba, se ne seguono le indicazioni, per poi proseguire verso Bellagio. Si oltrepassano Canzo, Asso, Lasnigo, Barni e Magreglio; al vicino Colle del Ghisallo si volge a sinistra in direzione del Pian Rancio. Ampio parcheggio all'ingresso del Jungle Raider Park.

Alla fine del mese di maggio, in occasione di una breve escursione all'Alpe Spessola, nei pressi delle sorgenti del Lambro, avevamo notato - chiaramente individuabile dalle indicazioni presenti - l'ingresso di una piccola grotta apparentemente agibile senza difficoltà. Al momento, in mancanza della pur minima dotazione indispensabile anche per la più semplice attività speleologica, avevamo rimandato la visita. Ora è arrivato il momento e, con il favore di un lungo periodo senza precipitazioni, entriamo con la certezza almeno di non bagnarci e sporcarci troppo. 
La piccola grotta si apre sul versante sinistro dell'inizio della Valle del Lambro, in un affioramento di Dolomia Principale, con l'angusto imbocco nascosto da un masso staccato dalla parete. Il suo nome può essere spiegato con tre ipotesi, tutte non particolarmente convincenti: 1- ambiente di ingresso modellato dai ghiacciai in modo da assumere l'aspetto di una roccia montonata; 2- la presenza, all'interno, di concrezioni  parietali alcune delle quali ricordano come aspetto il dorso lanoso delle pecore; 3- uso dell'antro come ricovero di fortuna per le greggi in caso di imprevisti meteorologici.
L'aspetto estetico dell'interno è assai modesto: l'inattività - fossilizzazione - dei condotti è databile in tempi geologici, per cui ormai non si presenta nessuna formazione in atto di stalattiti o stalagmiti; la lunghissima frequentazione ha portato alla scomparsa delle strutture più fragili, e tutto risulta lisciato e sporcato dai passaggi.
La dotazione personale indispensabile comprende una tuta sporcabile, un paio di guanti, un casco e una sorgente luminosa affidabile (meglio con batterie di riserva).



Dal parcheggio si imbocca la Via all'Alpe e, subito a sinistra, la Via Menaresta (nome con cui veniva identificata la sorgente del Lambro, a quanto pare etimologicamente indicante un'alternanza dell'intensità dei flussi); al termine dell'asfalto si prosegue lungo un viottolo ghiaioso nella foresta di abeti fino alla fessura di interstrato da cui normalmente (ora siamo in un periodo di secca quasi totale) sbucano le acque prima di intraprendere - come chiarisce una lapide in loco - il viaggio di 130 chilometri fino alla foce nel Po. Sull'altro versante della valletta, ad un centinaio di metri di distanza, seguendo un sentiero pianeggiante, si raggiunge la paretina rocciosa che alla sua estremità meridionale ospita l'ingresso della grotta; l'accesso è protetto da un cancello sempre aperto e si presenta piuttosto angusto. Trattandosi di una cavità impostata su di una serie di fratture, l'andamento non è lineare e si possono individuare due percorsi primari: quello ovvio, che ci si trova di fronte progredendo e un secondo, più visibile al ritorno, tecnicamente più divertente. Subito dopo il piccolo accesso, si accede ad una camera cui segue un'alta fessura posta sopra un gradino; un secondo slargo ospita la colata calcarea che può giustificare la similitudine ovina e l'apertura - raggiungibile in facile arrampicata con passi di III° - di un camino eroso e concrezionato. Il soffitto si abbassa e la prosecuzione è lungo un cunicolo leggermente ascendente e nettamente impegnativo progressivamente intasato di detrito.
Tornando verso l'uscita, in corrispondenza di una saletta con numerose scritte a vernice rossa, si nota sulla sinistra un bel passaggio inizialmente discendente: con qualche cambio di direzione si arriva ad uno slargo (non si riesce comunque ad alzarsi in piedi) da cui sale a sinistra un cunicolo basso liscio e con pochi appigli; in pochi metri si è al termine del percorso: una saletta con molte erosioni ed una grossa clessidra suborizzontale, dal soffitto leggermente umido, permette di sedersi a riposare dopo i lunghi strisciamenti.
Lo sviluppo totale della grotta (somma delle misurazioni di tutte le diramazioni conosciute e praticabili) è di 74 metri, con un dislivello in salita di 7 metri.

 



 


Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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Geodaten
 42328.gpx Traccia fino all'ingresso della grotta

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Kommentare (6)


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blepori hat gesagt:
Gesendet am 19. Oktober 2018 um 12:34
avventuroso! Ciao Benedetto

cai56 hat gesagt: RE:
Gesendet am 19. Oktober 2018 um 15:33
La montagna in ogni suo aspetto!
Perché no?
Ciao Marco

Menek hat gesagt:
Gesendet am 20. Oktober 2018 um 01:09
posto incredibile

cai56 hat gesagt: RE:
Gesendet am 20. Oktober 2018 um 09:20
C'è di meglio, per tutti i gusti: più bello, più difficile, più bagnato...

danicomo hat gesagt:
Gesendet am 21. Oktober 2018 um 17:25
Belle foto, visto l'ambiente...
Forse non sai che il Bus di Pegur è uno degli ipotizzati siti dove sarebbe nascosto il Santo Graal. Esiste un bel libro, ben documentato ma con alcune parti di fantasia che lo suggerisce.
Avevo in mente di pubblicare in inverno una relazione che narra il viaggio del Graal da Montsegur a Magreglio con annessa esplorazione ma, ahimè, mi hai "bruciato" la news.... ;-))

cai56 hat gesagt: RE:
Gesendet am 21. Oktober 2018 um 20:56
L'argomento mi incuriosisce molto e la mia anticipazione escursionistica (colpa non voluta…) non dovrebbe metterti in condizioni di lasciarmi (-ci) in sospeso.
Me ne dispiacerebbe.


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