Monveso di Forzo
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Le piogge previste per questo weekend ci fanno cambiare meta all'ultimo momento. Ci dirigiamo allora in Val Soana, una laterale della Valle dell'Orco per provare a salire una montagna che presumo non riceva molte visite annuali, il nostro gruppo di 5 persone probabilmente potrebbe raddoppiarne il numero.
Prima di imboccare la deviazione per Forzo, ci fermiamo a Ronco Canavese per la consueta seconda colazione e troviamo un bar stranamente già ben animato nonostante siano solo le 7:30 del mattino, una piacevole sorpresa. Giunti a Forzo imbocchiamo il sentiero 606 che ci indirizza verso il Bivacco Revelli, sentiero che si inerpica lungo questa bellissima valle. La salita procede tranquilla in un mix tra un buon passo e qualche pausa per permettere a tutti di tirare il fiato.
Giunti al Lago Pian delle Mule si segue ancora il sentiero fino ad un colletto e senza andare verso il Bivacco, si perde quota fino a giungere nella sottostante piana. Qui si lascia definitivamente il sentiero per puntare direttamente al lontano canalino di accesso alla vetta, canalino che oggi gioca a nascondino con le nuvole. La salita ora avviene su terreno libero e alternando pratoni più o meno ripidi e pietraie si guadagna quota fino a giungere nell'ampia conca innevata sottostante la vetta. Nel frattempo qualcuno del gruppo preferisce rinunciare alla vetta visto che manca ancora tanto.
Dopo un mezzo traverso su neve ci ritroviamo nuovamente su pietraia che si fa sempre più ghiaiosa e faticosa man mano che si sale fino ad arrivare alla base del canalino innevato. Armati di ramponi e picozza risaliamo il canalino su pendenze intorno ai 45° fino a sbucare al Colle di Monveso. Qui il meteo inizia a dare il peggio di sè e comincia a cadere una lieve pioggia. Partiamo comunque per la vetta, lungo la cresta sud, consapevoli che manca poco ... ma dopo pochi minuti la pioggia diventa più battente e si sentono dei rombi non troppo distanti ... non proprio il massimo come situazione.
A differenza di altre persone non sono di quelli che pensano che "tanto le montagne son sempre lì" e quindi fatti i miei calcoli su rischi e benefici, decido di accellerare il passo per cercare di anticipare il grosso del temporale in arrivo, seguito poco distante dai compagni. Saliamo speditissimi su roccioni ... qualcuno non proprio stabile ... che oppongono al massimo difficoltà di I grado e una volta giunto in vetta inizio immediatamente la discesa ... va bene rischiare ma non mi andava di fare il parafulmine. Cerco di scendere velocemente, districandomi tra rocce instabili e appoggi umidi, mentre qualche rombo tuona intorno ma forse ancora a debita distanza. Quando rimetto piede sul Colle tiro un sospiro di sollievo e vedendo i compagni in discesa inizio a scendere il canalino, considerando che con i miei scarponcini sarò più lento di loro che hanno gli scarponi da alpinismo.
Finito anche questo ultimo tratto alpinistico, bagnati e molto infreddoliti, ci vengono in mente le parole sentite stamattina alla radio che annunciavano "uno dei weekend più caldi dell'estate" ... sembra quasi una beffa!
Rientriamo ora con più calma lungo la via dell'andata, sperando che il tiepido sole ci asciughi almeno i vestiti, ritrovando i nostri amici più in basso ed insieme ci dirigiamo in un albergo a Pont Canavese dove ci attende, ma ancora non lo sappiamo, una gustosa ed abbondante cena.
Prima di imboccare la deviazione per Forzo, ci fermiamo a Ronco Canavese per la consueta seconda colazione e troviamo un bar stranamente già ben animato nonostante siano solo le 7:30 del mattino, una piacevole sorpresa. Giunti a Forzo imbocchiamo il sentiero 606 che ci indirizza verso il Bivacco Revelli, sentiero che si inerpica lungo questa bellissima valle. La salita procede tranquilla in un mix tra un buon passo e qualche pausa per permettere a tutti di tirare il fiato.
Giunti al Lago Pian delle Mule si segue ancora il sentiero fino ad un colletto e senza andare verso il Bivacco, si perde quota fino a giungere nella sottostante piana. Qui si lascia definitivamente il sentiero per puntare direttamente al lontano canalino di accesso alla vetta, canalino che oggi gioca a nascondino con le nuvole. La salita ora avviene su terreno libero e alternando pratoni più o meno ripidi e pietraie si guadagna quota fino a giungere nell'ampia conca innevata sottostante la vetta. Nel frattempo qualcuno del gruppo preferisce rinunciare alla vetta visto che manca ancora tanto.
Dopo un mezzo traverso su neve ci ritroviamo nuovamente su pietraia che si fa sempre più ghiaiosa e faticosa man mano che si sale fino ad arrivare alla base del canalino innevato. Armati di ramponi e picozza risaliamo il canalino su pendenze intorno ai 45° fino a sbucare al Colle di Monveso. Qui il meteo inizia a dare il peggio di sè e comincia a cadere una lieve pioggia. Partiamo comunque per la vetta, lungo la cresta sud, consapevoli che manca poco ... ma dopo pochi minuti la pioggia diventa più battente e si sentono dei rombi non troppo distanti ... non proprio il massimo come situazione.
A differenza di altre persone non sono di quelli che pensano che "tanto le montagne son sempre lì" e quindi fatti i miei calcoli su rischi e benefici, decido di accellerare il passo per cercare di anticipare il grosso del temporale in arrivo, seguito poco distante dai compagni. Saliamo speditissimi su roccioni ... qualcuno non proprio stabile ... che oppongono al massimo difficoltà di I grado e una volta giunto in vetta inizio immediatamente la discesa ... va bene rischiare ma non mi andava di fare il parafulmine. Cerco di scendere velocemente, districandomi tra rocce instabili e appoggi umidi, mentre qualche rombo tuona intorno ma forse ancora a debita distanza. Quando rimetto piede sul Colle tiro un sospiro di sollievo e vedendo i compagni in discesa inizio a scendere il canalino, considerando che con i miei scarponcini sarò più lento di loro che hanno gli scarponi da alpinismo.
Finito anche questo ultimo tratto alpinistico, bagnati e molto infreddoliti, ci vengono in mente le parole sentite stamattina alla radio che annunciavano "uno dei weekend più caldi dell'estate" ... sembra quasi una beffa!
Rientriamo ora con più calma lungo la via dell'andata, sperando che il tiepido sole ci asciughi almeno i vestiti, ritrovando i nostri amici più in basso ed insieme ci dirigiamo in un albergo a Pont Canavese dove ci attende, ma ancora non lo sappiamo, una gustosa ed abbondante cena.
Tourengänger:
Andrea!
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Kommentare (4)