Monfandì (2820 m)


Publiziert von emanuele80 , 8. Mai 2018 um 23:17.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum: 3 Februar 2018
Hochtouren Schwierigkeit: WS-
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT5 - Alpine Schneeschuhtour
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 10:00
Aufstieg: 1800 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada per Aosta, uscita Ivrea. Prendere la SS 565, direzione Castellamonte, poi uscita a destra per Strambinello, quindi su SP 64 per la Valchiusella. Risalire la strada principale della valle fino alla borgata Fondo (29 km da Ivrea); poco oltre il ponte romanico, davanti al piccolo cimitero, vi è un parcheggio sterrato per l’auto.
Kartennummer:IGM F.42 tav. Valchiusella; IGC F.9

Con i suoi 2820 metri di altitudine, il Monfandì è la montagna più alta della Valchiusella, luogo poco noto ma interessantissimo delle Alpi piemontesi. Aperta sopra Ivrea, incuneata tra la Val Soana (Piemonte) e la Valle di Champorcher (Val d'Aosta), questa valle è un piccolo gioiello, il terreno ideale per chi ama itinerari di ampio respiro in un ambiente solitario ed in larga parte incontaminato. Durante i fine settimana, specialmente d'estate, Fondo (che è l'ultimo paese raggiungibile con la strada asfaltata) si popola di gitanti ed oltre una certa ora è difficile persino parcheggiare. Ma in autunno, dopo che anche i pastori hanno abbandonato gli alpeggi, e ancor di più durante l’inverno, le cose cambiano: basta allontanarsi dal fondovalle risalendo i valloni laterali o percorrere le creste per immergersi in un mondo fatto di silenzi profondi, di solitudine, di vasti panorami aperti verso le montagne della Valle d'Aosta e del Piemonte o verso la pianura e le colline del torinese.

Partiamo da Fondo con il buio, le ore di luce in questo periodo non sono molte e la salita sarà lunga. Attraversato il ponte, prendiamo la mulattiera pulita dalla neve che con moderata pendenza raggiunge il bel paesino di Tallorno. Passato il ponte in ferro, saliamo alla piccola chiesa oltre la quale calziamo gli attrezzi (io le racchette, Ale gli sci) e, attraversati i prati a monte delle case, imbocchiamo il sentiero che entra nel bosco e si inoltra nel vallone del Rio delle Balme. Guadato il torrente a quota 1400 m circa, arriviamo ad una baita dietro la quale pieghiamo a destra e, oltrepassato un torrentello, saliamo lungo un'impennata del vallone a sinistra della gorgia in cui scorre il Rio delle Balme: arriviamo quindi presso due baite e proseguiamo fino a raggiungere un grosso masso. Da qui, in direzione ovest, affrontiamo il pendio-canale sovrastante, la cui salita si rivelerà delicata per la presenza di ghiaccio sotto un sottile strato di neve polverosa. Io con le racchette me la cavo agevolmente, mentre Ale è costretto a togliere gli sci e mettere i ramponi per superare il tratto più ripido. Oltrepassata la baita a quota 1800 m, usciamo a destra dal pendio-canale e raggiungiamo la cima del dosso che delimita sulla sinistra la gorgia del Rio delle Balme; ci troviamo così presso una baita posta in posizione molto panoramica, localmente chiamata Alpe Buffa (1879 m, ma la cartina 1:25.000 dell'IGM riporta la quota errata di 1679 m). Da qui si vede la nostra meta, bellissima ma ancora molto lontana. Proseguendo oltre la baita, traversiamo facilmente il torrente presso alcuni grandi massi e, lungo un valloncello parallelo al torrente stesso, usciamo al pianoro del piccolo Lago Creus, luogo suggestivo circondato da grandi placconate di solida roccia e aperto al panorama solo verso valle. Da qui imbocchiamo un ripido pendio sulla sinistra, rimontato il quale sbuchiamo su un ripiano dove il canale prosegue stretto tra basse pareti rocciose. Lo seguiamo superando dapprima una ripida strozzatura nella quale evitiamo in più punti altre placche ghiacciate e poi proseguendo sul fondo che diviene progressivamente più largo e meno ripido fino a confondersi con i valloncelli che solcano il "pianoro" che precede la nostra montagna. Saliamo in direzione sud-ovest, fino ad entrare nel valloncello alla base del Monfandì, superando l’Alpe Prà. Dall'alpeggio, seguendo il lungo vallone che sale verso la vetta, usciamo in vista del ripido versante NE puntando alla base della fascia rocciosa che taglia tutta la parete. Depositiamo racchette e sci circa 150 m sotto la cima e con picca e ramponi proseguiamo su pendenze di 40-45° sino a guadagnare la cresta est lungo la quale procediamo, sempre su terreno sostenuto, sino alla croce della vetta.

L’aria è gelida e tersa ma il vento assente. Il panorama è ora completo e lascia senza parole, essere sul Monfandì in inverno è un lusso che possiamo meritatamente goderci: Rosa e Cervino sono in primo piano, sbuca la cima del Bianco, troneggia il Monviso in lontananza.

Scendiamo la parete faccia a valle tranne un breve tratto fra roccette e ghiaccio. L'esposizione ha mantenuto la neve polverosa e la discesa scorre via veloce sino all'imbocco del primo canale fatto salendo, che la prudenza ci consiglia di percorrere ramponati. Da Tallorno a Fondo la mulattiera sembra non finire mai ma, al nostro arrivo all'auto, la soddisfazione è tale per la gita portata a termine che la stanchezza è già un lontano ricordo.

Con Ale, come sempre un ottimo compagno di avventure in montagna.  


Tourengänger: emanuele80
Communities: Hikr in italiano


Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden

Galerie


In einem neuen Fenster öffnen · Im gleichen Fenster öffnen


Kommentare (2)


Kommentar hinzufügen

Andrea! hat gesagt:
Gesendet am 9. Mai 2018 um 18:50
Bello in Monfandi ... in inverno poi ... stupendo!!!
Da "amante" della Val Chiusella non posso che dirvi ... bravissimi!!! ... però la prossima volta vengo anche io ... ;)

A.

emanuele80 hat gesagt: RE:
Gesendet am 23. Mai 2018 um 17:54
Grazie per i complimenti! E' una zona poco frequentata con la neve, ma almeno si può godere di ambienti e panorami senza preoccuparsi delle tipiche nebbie della zona. Alla prossima invernale da queste parti, ti faccio un fischio :)

Ciao,
Emanuele


Kommentar hinzufügen»