Con un Pastello disegno sentieri... forse!
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Ecco come trasformare una possibile facile camminata e in un ravanage stile marines in Vietnam… eh si, perché il buon Alex Amadeus ci aveva invitato per un giretto rilassante, cui noi felici (anche per ritrovarci) avevamo detto siiiii, ci siamooooo!
Lungo il cammino evitiamo la facile cresta per il Pastello, troppo al sole, dice Alex, e allora si prosegue su sterrata, poi su sentiero sempre più flebile, poi una prima deviazione farlocca. Ritorniamo sui nostri passi e troviamo una bella traccia che costeggia rocce verticali, si prosegue tranquilli sino a che la traccia sparisce all’improvviso, diamo un occhiata al gps, qualcuno, e non faccio nomi, scambia righe casuali per sentieri, ma è solo una linea che divide il territorio e che segue una cresta. Saliamo ripidamente, a volte gattonando e a volta aggrappandoci alle roccette affioranti, pestiamo cacchine di ungulati, solo loro possono affrontare senza problemi questo intreccio di rami.
Il primo buon riferimento sembra essere un capanno ben mimetizzato, pensiamo che se qua viene un cacciatore ci sarà pure un sentiero. Il sentiero non c’è, si prosegue ancora ripidamente, su traccia che più che altro sembra un rigagnolo formato dalle piogge, io davanti spacco rami per aprire una via, dietro ognuno va per i cazzi suoi. Organizziamoci! Con tenacia arriviamo in cresta, e lì tutto è più facile, solo il caldo si frappone alla cima che oramai non è lontana.
Eccoci alla piccola croce, poco più avanti la vera cima è invasa dai ripetitori, ci sediamo e godiamo del panorama e di quel filo d’aria che sembra manna caduta dal cielo, il sole è da luglio pieno e ci striniamo per bene. Poi scendiamo, dopo la sosta banana, la discesa è più facile ma segnalata si e no, davanti fa strada l’ormai ex Re della Lessinia, quello che conosce, o conosceva tutti i sentieri; stavolta indovina il percorso, attraversiamo zone coltivate a vigne (Amarone), poi siamo di nuovo a Monte dove chiediamo al proprietario della trattoria se si può mangiare qualcosa, nix, siamo fuori orario, ci va meglio con la seconda trattoria, e tutto finisce bene, gambe sotto il tavolo e grasse risate. Io intanto cerco di annegare nella birra…
Grazie ragazzi e alla prossima, meglio organizzati… A' la prochaine! Menek
Nota 1): Alex Re? Moltiplicato per sette… ma tutti sfigati come meritano:
https://www.youtube.com/watch?v=LTC6zd_jke8
Amadeus:
Che dire,neanche a fare un favore al Menego si ricevono sorrisi, diciamo che il giro è stato una sorpresa anche per me che conoscendo sola la via sulla cresta, volevo alleviare al "cugino di campagna" Brescio-cremasco, il salire 600 metri sotto questo sole molto estivo.
Per questo salto il bivio per la cresta, anche perchè tartassato dalla "piccola vedetta Lombarda", che mi sommergeva di battute, frizzi e lazzi mentre camminavamo.
Salto il bivio ed inforco il sentiero basso, quello che percorre tutto il fianco del Pastello, in ombra ed al fresco.
Proseguiamo e ci portiamo ad un bivio dove a dx la traccia sale leggermente scavalcando leggere aggregazioni rocciose, e quì devo dire che mi lascio trascinare dal Menego che prende decisamente la testa, salendo e districandosi sui primi cespugli spinosi, per poi smarrirsi e cercare la traccia sul suo gps.
Torniamo indietro, convinco lo "Sciamano dei boschi", e lo riporto lui e le nostre deliziose compagne a riprendere la traccia originaria.
Ora, è vero, mio è stato l'errore di confondere la traccia del sentiero con il limite comunale, ma devo dire che la simbologia sulla mia App è uguale, pertanto è umano......
Resta il fatto che il "caimano de roccia", anche lui consulta la sua App, ma nulla dice e tranquillamente(o scientemente) tace, per cui proseguiamo per il sentiero che termina su una bella cresta molto boscosa ed affiorante di roccia.
Bene, traggo le conclusioni : per me il "maratoneta dei valichi", ben sapeva che si arrivava a Ravanare e poiché sappiamo il suo recondito piacere per queste masochistiche forme di salita, nulla dice; infatti ha preso a salire col suo sguardo feroce dello sradicatore di esili alberi e dell'affossatore di cespugli.
Non sazio dal pulpito, ben visibile sulla foto N.15, ho insistito per proseguire sulla cresta abbastanza sgombra di vegetazione, ma lui ancora sotto botta da Ravano, piega a mezzacosta e si tuffa su poveri getti per sradicarli.....
Lo richiamo all'ordine e come tornato in sè, riprende la salita su terreno più tranquillo, sù più in alto, fino a giungere all'intersecazione del sentiero di cresta, poi da lì un tiro di schioppo fino alla croce, questa sì bella piccola e non invasiva, non come molti esempi di orrori disseminati sulle nostre belle cime.
Il rientro è tranquillo per vallette, piccoli rii e capitomboli(il mio), ma un buon pasto e qualche litro di birra ci consola.
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