Q. 2469m, Piz Quattervals (3164m).
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Notte di Walpurgis.
E' il capitolo centrale, e come poteva essere altrimenti?, del romanzo di Thomas Mann, opera summa della letteratura tedesca.
Quante volte, letto? In italiano. In francese. Persino iniziato nell' originale tedesco, o folle! rinunciando dopo nemmeno una pagina.
Un Bildungsroman.
Una lettura indispensabile, almeno per me.
"Notte di Walpurgis": già attraversata da Faust e Mefistofele nel dramma di Goethe, grandiose scene! Paurosi abissi! Streghe sghignazzanti!
Sghignazzavano loro, ieri, trasformate in guglie acuminate, in Val Sassa? Pronte all' abbraccio mortale?
Romanzo di formazione, dice il termine tedesco.
Per questo, non occorre essere giovani come il suo protagonista, Hans Castorp.
Può succedere a tutti noi, a qualsiasi età, basta essere aperti a tutto ciò che ci porge la vita.
Come è successo a me ieri in Val Sassa...
Avevo ieri notte, alla luce della frontale, terminato il capitolo "Notte di Walpurgis", con partecipazione, emozione.
Ero come entrata nel romanzo, esistevo anch' io in quelle sublimi pagine.
Ero io ad ascoltare la particolarissima dichiarazione d' amore che Castorp rivolge a Clawdia Chauchat; a me diceva, durante una notte di carnevale fuori dal tempo, quelle stupefacenti, bellissime parole.
Sono stata, lo spazio di una lettura, Clawdia Chauchat, dai meravigliosi occhi felini, fenditure lucenti. Portavo il suo abito di seta nera, s' indovinavano i miei omeri delicati sotto alla sottile stoffa preziosa...
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La giornata di oggi, dopo la colazione, comincia, partiti tutti, ma cos' avranno tutti da partire così veloci dopo la colazione? con lo scrivere una montagna di cartoline.
Amo molto scrivere cartoline, anche se sembra essere diventata un attività obsoleta, in questo mondo di tecnologia e di contatti virtuali.
A proposito, Menek! e l' indirizzo?
La tua cartolina è li sul tavolo che tristemente aspetta di essere imbucata, ha già su il francobollo di prima classe!
Dopo le cartoline, parto. Vorrei oggi avvicinarmi ai piedi del Piz Quattervals, osservarlo un po' più da vicino, percepirne il palpitio, odorarne il profumo.
Perché è una cima fuori dalla mia portata, dalle mie possibilità alpinistiche.
Jürg, il guardiano della capanna, che è anche guida alpina, ci porterà su tre persone sabato, e mi ha invitata a unirmi a loro...ma la meteo promette una giornata molto piovosa...chissà...
Dalla capanna, i soliti 80 metri di discesa sino al torrente, un ponticello, poi si seguono i segni bianco-blu.
Si entra nella Valletta, se ne attraversa il torrente dopo poche centinaia di metri...
...e si entra in un mondo grigio, tutto sassi e sassolini, e grandi pareti rocciose ai lati.
Vorrei salire sino al secondo largo pianoro erboso, lassù, già osservato dalla capanna.
Rotolano i sassi e i sassolini a valle, tutto questo grigio rotola incessantemente sotto agli scarponi.
Un qualche masso più grandicello, lo faccio rotolare io a valle con un calcio.
Me la prendo comoda, anche se partita tardi: ehi! ricordate! avevo decine di cartoline da scrivere (e a proposito, Menek! bla bla bla...), eh!
Come in Val Sassa, osservo con stupore e amore il minuscolo e il grandioso. Non mi stanco di ammirare tutte le forme di vita che mi offre a profusione questo mondo di sassi e sassolini franosi...
Un bell' allenamento per polpacci, caviglie, piedi, domare tutto questo rotolare incessante!
Il T4 primo grado è per la rampa rocciosa che permette di accedere al secondo pianoro erboso: non ci sono più ne ometti ne segni di pittura bianco-blu da tempo, e bisogna scegliersi i passaggi migliori nella ripidità e la franosità di sassi, sassolini, roccette. Si e no un ottantina di metri, da fare però con molta attenzione.
Non ci sono in giro cattive streghe trasformatesi in grigie guglie acuminate, come ieri, ma non sarebbe comunque una buona idea scivolare a valle...
Sul secondo pianoro, lunga pausa in una soffice poltrona di erba, quasi un sofà.
Come da un palco della Scala, la vista spazia su un vasto mondo di meraviglie...
Che ne dite di ammirarle anche voi nelle foto?
E' il capitolo centrale, e come poteva essere altrimenti?, del romanzo di Thomas Mann, opera summa della letteratura tedesca.
Quante volte, letto? In italiano. In francese. Persino iniziato nell' originale tedesco, o folle! rinunciando dopo nemmeno una pagina.
Un Bildungsroman.
Una lettura indispensabile, almeno per me.
"Notte di Walpurgis": già attraversata da Faust e Mefistofele nel dramma di Goethe, grandiose scene! Paurosi abissi! Streghe sghignazzanti!
Sghignazzavano loro, ieri, trasformate in guglie acuminate, in Val Sassa? Pronte all' abbraccio mortale?
Romanzo di formazione, dice il termine tedesco.
Per questo, non occorre essere giovani come il suo protagonista, Hans Castorp.
Può succedere a tutti noi, a qualsiasi età, basta essere aperti a tutto ciò che ci porge la vita.
Come è successo a me ieri in Val Sassa...
Avevo ieri notte, alla luce della frontale, terminato il capitolo "Notte di Walpurgis", con partecipazione, emozione.
Ero come entrata nel romanzo, esistevo anch' io in quelle sublimi pagine.
Ero io ad ascoltare la particolarissima dichiarazione d' amore che Castorp rivolge a Clawdia Chauchat; a me diceva, durante una notte di carnevale fuori dal tempo, quelle stupefacenti, bellissime parole.
Sono stata, lo spazio di una lettura, Clawdia Chauchat, dai meravigliosi occhi felini, fenditure lucenti. Portavo il suo abito di seta nera, s' indovinavano i miei omeri delicati sotto alla sottile stoffa preziosa...
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La giornata di oggi, dopo la colazione, comincia, partiti tutti, ma cos' avranno tutti da partire così veloci dopo la colazione? con lo scrivere una montagna di cartoline.
Amo molto scrivere cartoline, anche se sembra essere diventata un attività obsoleta, in questo mondo di tecnologia e di contatti virtuali.
A proposito, Menek! e l' indirizzo?
La tua cartolina è li sul tavolo che tristemente aspetta di essere imbucata, ha già su il francobollo di prima classe!
Dopo le cartoline, parto. Vorrei oggi avvicinarmi ai piedi del Piz Quattervals, osservarlo un po' più da vicino, percepirne il palpitio, odorarne il profumo.
Perché è una cima fuori dalla mia portata, dalle mie possibilità alpinistiche.
Jürg, il guardiano della capanna, che è anche guida alpina, ci porterà su tre persone sabato, e mi ha invitata a unirmi a loro...ma la meteo promette una giornata molto piovosa...chissà...
Dalla capanna, i soliti 80 metri di discesa sino al torrente, un ponticello, poi si seguono i segni bianco-blu.
Si entra nella Valletta, se ne attraversa il torrente dopo poche centinaia di metri...
...e si entra in un mondo grigio, tutto sassi e sassolini, e grandi pareti rocciose ai lati.
Vorrei salire sino al secondo largo pianoro erboso, lassù, già osservato dalla capanna.
Rotolano i sassi e i sassolini a valle, tutto questo grigio rotola incessantemente sotto agli scarponi.
Un qualche masso più grandicello, lo faccio rotolare io a valle con un calcio.
Me la prendo comoda, anche se partita tardi: ehi! ricordate! avevo decine di cartoline da scrivere (e a proposito, Menek! bla bla bla...), eh!
Come in Val Sassa, osservo con stupore e amore il minuscolo e il grandioso. Non mi stanco di ammirare tutte le forme di vita che mi offre a profusione questo mondo di sassi e sassolini franosi...
Un bell' allenamento per polpacci, caviglie, piedi, domare tutto questo rotolare incessante!
Il T4 primo grado è per la rampa rocciosa che permette di accedere al secondo pianoro erboso: non ci sono più ne ometti ne segni di pittura bianco-blu da tempo, e bisogna scegliersi i passaggi migliori nella ripidità e la franosità di sassi, sassolini, roccette. Si e no un ottantina di metri, da fare però con molta attenzione.
Non ci sono in giro cattive streghe trasformatesi in grigie guglie acuminate, come ieri, ma non sarebbe comunque una buona idea scivolare a valle...
Sul secondo pianoro, lunga pausa in una soffice poltrona di erba, quasi un sofà.
Come da un palco della Scala, la vista spazia su un vasto mondo di meraviglie...
Che ne dite di ammirarle anche voi nelle foto?
Tourengänger:
micaela
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