Grand Mont Calme (3205 m)
|
||||||||||||||||
Dopo aver esplorato valli ancora a me poco note, salendo tutte vette “tranquille”, oggi è arrivato il giorno del pezzo forte. 5 anni fa partii per provare il Grand Mont Calme, ma, nel salire una cima lungo la strada, una delle Pointes des Autanes, rischiai la vita, scivolando su un pendio erboso. Quel giorno, quindi, lasciai perdere il Grand Mont Calme. Oggi, voglio tornare là, per chiudere il conto rimasto aperto.
L’ho osservato da lontano, il Grand Mont Calme. Ho chiesto com’era a KlaasP che c’è stato l’anno scorso, e lui mi ha risposto che era fattibile. Il Brandt dice di salirlo dalla parete N, che è strano – normalmente le vie normali sono le creste – ma non voglio mettere in discussione il Sommo! quindi mi attengo alle istruzioni e attacco la parete. Sono fresco dalla recente esperienza alla Pointe de Boveire, in cui la salita era assai simile. Mi imbrago, che non si sa mai, e metto il casco. Da sotto cerco di individuare la via migliore da seguire, evitando i nevai e le zone con quella sabbiolina insidiosa. Cerco anche di evitare una fascia rocciosa che dovrebbe essere nella parte bassa della cresta W, descritta in una relazione di camptocamp. Lì, si parla di III+. Meglio stare lontani! Qui, sono perlopiù massi, molto stabili. La salita è divertente. Ad un certo punto, arrivo in cresta. Ci sono degli ometti. Divertente, molto. Mi preoccupa solo l’edificio sommitale, un blocco enorme, che spero non sia impossibile da salire. Quando ci arrivo, incomincio a ragionare. Provo a “forzare” da un paio di punti, usando una fettuccia. Alla fine, passo. Sono in vetta!
Che panorama stupendo! Sotto di me ho due ghiacciai. Il tempo è bellissimo, non c’è una nube. È prestissimo, per una volta tanto non sono stato lento nella parte tecnica. Ma, soprattutto, mi sono divertito.
Arriva l’ora di scendere. Incomincio subito facendo una doppia, per calarmi dall’edificio sommitale. Mi pice sempre usare quello che mi sono portato. Poi, seguo la cresta, abbassandomi di più rispetto all’andata. Non arrivo però fino alla base, sempre per evitare quel salto. Sono fuori dai pericoli, anche se qualche stambecco burlone si diverte a far rotolare sassi, saltellando qua e là.
Oggi, è stato il coronamento di un (piccolo) sogno nel cassetto che avevo lì da un po’ di tempo. Una cima legata ad un ricordo che mi fa venire i brividi, ma anche una cima della valle che amo. Quest’anno che mi ha visto allontanarmi, spaziando alla ricerca di nuove regioni, la cima clou l’ho fatta ancora qui. E ne sono soddisfatto.
Kommentare (2)