Cima dell'Ovac (1849 m)
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Questa salita è una di quelle che difficilmente mi stancherò di ripetere, con l’opportunità oltretutto, allungando un po’ il percorso, di partire da casa direttamente a piedi. E’ una cima un po’ dimenticata, dall’itinerario lineare che garantisce un ambiente appartato e selvaggio regno dei camosci ed un panorama sulla parete est del Rosa veramente eccezionale.
Da Parcineto mi dirigo quindi a Valpiana su strada asfaltata dove, appena attraversato il ponte, imbocco il bel sentiero in falsopiano che conduce ad Anzino e poi all’Oratorio del Ri, in corrispondenza del quale inizia la salita vera e propria. Fino all’Alpe Cresta il percorso è ben segnalato, oltre si trova qualche sporadico bollo rosso e tracce di sentiero. L’unica difficoltà, a parte la costante ripidezza dei pendii, è costituita da un breve passaggio su cengia rocciosa, appena oltre una discesa di circa venti metri, dove in caso di umido/bagnato si può riscontrare qualche difficoltà ma decisamente non è il caso di oggi. Superato questo tratto, esco dal bosco e procedo lungo la linea di cresta, evitando di avvicinarmi troppo agli strapiombanti versanti laterali. Giunto ad un colletto con bella vista sulla Montagna Ronda, percorro a sinistra l’ultimo ripido strappo per la vetta dove, nonostante la quota modesta, lo sguardo può spaziare.
Discesa affrontata inizialmente con la dovuta calma su ripida erba olina, poi più velocemente nel bosco dove torno all’Oratorio del Ri e quindi a Parcineto, punto di partenza. Nessun altro umano sul percorso, solo camosci.
Da solo.
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