Disperso nella bellezza, attorno alla Corona Troggi
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Oggi ritorno al Devero con mia moglie ed un'amica.
Le strade si dividono già al parcheggio: le ragazze faranno il giro prendisole della piana, io provo a cammellare verso la Corona Troggi, una zona che mi manca nel complesso comprensorio di Devero.
Tutto semplice e segnalato sino all'alpe Sangiatto transitando per Corte d'Ardui.
All'alpe occorre districarsi tra la mandria di vacche che ostruisce completamente il sentiero e non ha alcuna intenzione di farsi da parte, quindi mi arrangio e procedo verso sud ravanando tra pendii e rododendri. Esco in un dolcissimo pianoro erboso dove risiede un lago.
Comincia la bellezza, quella difficile da descrivere.
Appena mi è possibile piego a sinistra e risalgo pendii per uscire tra il monte del Sangiatto e il pizzo Troggi. Avanzo, prevalentemente senza sentiero e sbuco sulla cresta. Dall'altra parte la montagna precipita letteralmente sul lago d'Agaro.
I venti del giorno precedente hanno illimpidito l'aria, il panorama è pazzesco.
Volgo lo sguardo a occidente: Cervandone, Rossa, monte Leone; un po' a sud Cistella e Diei, un po' a nord la Regina, l'Arbola.
Sulla cresta trovo un buon sentiero che scende dal Sangiatto e procede verso le Troggi, ci cammino e poi devio sulla ripida ed affilata crestina che (direi) mi conduce sul Pizzo Troggi. La cima 2230 richiede una discesa ed ulteriore risalita in cresta. Scendo ma non salgo, torno indietro.
Con cautela rientro al precedente sentiero e lo percorro, con tratti esposti, sul lato del lago d'Agaro, più giù di un 7\800 metri che chiama ad un tuffo che non intendo fare. Sull'altro versante probabilmente intercetto il passo del Muretto.
Finite le Troggi, continuo su speroni affacciati sulla valle d'Agaro camminando lievissimi prati. Potrei anche, facilmente, raggiungere il Pizzo Nava ma rinuncio causa mancanza di tempo.
Penso ad un ritorno tutta bellezza per prati senza costrizioni di una via definita e così faccio, calando, traversando, guadando, sorvolando immense distese di mirtilli e rododendri.
Vietato alzare gli occhi, si rischia di voler rimaner qui per sempre e non tornare più.
Un cervo lamenta la mia presenza, bramisce e in un balzo è là dove io arriverò tra mezz'ora dopo aver finalmente intercettato il sentiero verso la Forcoletta ed averlo camminato in senso inverso passando per bucolichee pianeggianti vallette.
Avendo compiuto l'intero periplo della Corona Troggi, ritorno così all'alpe del Sangiatto e da lì, per la via dell'andata a Devero, dove a Piedimonte trovo le ragazze intente al solarium.
Insieme torniamo alla Pensione Fattorini per il pranzo e la frescura degli ombrelloni.
Dislivello comprensivo di qualche saliscendi; tempi comprensivi di 20 minuti di pause, esclusa quella pranzo.
Non sono così sicuro di avre raggiunto il Pizzo Troggi, cercherò di essere più chiaro con le fotografie, ogni correzione è ben gradita.
Sviluppo: 11 km circa; SE: 19 km circa.
Le strade si dividono già al parcheggio: le ragazze faranno il giro prendisole della piana, io provo a cammellare verso la Corona Troggi, una zona che mi manca nel complesso comprensorio di Devero.
Tutto semplice e segnalato sino all'alpe Sangiatto transitando per Corte d'Ardui.
All'alpe occorre districarsi tra la mandria di vacche che ostruisce completamente il sentiero e non ha alcuna intenzione di farsi da parte, quindi mi arrangio e procedo verso sud ravanando tra pendii e rododendri. Esco in un dolcissimo pianoro erboso dove risiede un lago.
Comincia la bellezza, quella difficile da descrivere.
Appena mi è possibile piego a sinistra e risalgo pendii per uscire tra il monte del Sangiatto e il pizzo Troggi. Avanzo, prevalentemente senza sentiero e sbuco sulla cresta. Dall'altra parte la montagna precipita letteralmente sul lago d'Agaro.
I venti del giorno precedente hanno illimpidito l'aria, il panorama è pazzesco.
Volgo lo sguardo a occidente: Cervandone, Rossa, monte Leone; un po' a sud Cistella e Diei, un po' a nord la Regina, l'Arbola.
Sulla cresta trovo un buon sentiero che scende dal Sangiatto e procede verso le Troggi, ci cammino e poi devio sulla ripida ed affilata crestina che (direi) mi conduce sul Pizzo Troggi. La cima 2230 richiede una discesa ed ulteriore risalita in cresta. Scendo ma non salgo, torno indietro.
Con cautela rientro al precedente sentiero e lo percorro, con tratti esposti, sul lato del lago d'Agaro, più giù di un 7\800 metri che chiama ad un tuffo che non intendo fare. Sull'altro versante probabilmente intercetto il passo del Muretto.
Finite le Troggi, continuo su speroni affacciati sulla valle d'Agaro camminando lievissimi prati. Potrei anche, facilmente, raggiungere il Pizzo Nava ma rinuncio causa mancanza di tempo.
Penso ad un ritorno tutta bellezza per prati senza costrizioni di una via definita e così faccio, calando, traversando, guadando, sorvolando immense distese di mirtilli e rododendri.
Vietato alzare gli occhi, si rischia di voler rimaner qui per sempre e non tornare più.
Un cervo lamenta la mia presenza, bramisce e in un balzo è là dove io arriverò tra mezz'ora dopo aver finalmente intercettato il sentiero verso la Forcoletta ed averlo camminato in senso inverso passando per bucolichee pianeggianti vallette.
Avendo compiuto l'intero periplo della Corona Troggi, ritorno così all'alpe del Sangiatto e da lì, per la via dell'andata a Devero, dove a Piedimonte trovo le ragazze intente al solarium.
Insieme torniamo alla Pensione Fattorini per il pranzo e la frescura degli ombrelloni.
Dislivello comprensivo di qualche saliscendi; tempi comprensivi di 20 minuti di pause, esclusa quella pranzo.
Non sono così sicuro di avre raggiunto il Pizzo Troggi, cercherò di essere più chiaro con le fotografie, ogni correzione è ben gradita.
Sviluppo: 11 km circa; SE: 19 km circa.
Tourengänger:
rochi
Communities: Alpinismo Cabaret!, Hikr in italiano
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