Piz Curnera (2796 m)
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Lunga camminata fino alla Capanna Cadlimo (2570 m) e al Piz Curnera, 44 anni dopo averlo raggiunto per la prima volta.
Curnera deriva dal latino corona e significa “sporgenza su un dirupo”, “stretto passaggio percorribile su pareti rocciose”.
Questa bellissima regione, sul confine tra la Val Cadlimo (Quinto - Leventina) e la Val Curnera (Tujetsch - Surselva), è ricchissima di meravigliosi laghetti di origine glaciale, di nevai, di rocce molto variate, di minerali, di una notevole varietà di fanerogame (510 specie) e di muschi (396 specie).
Ho un unico rammarico: il tritone alpino (Triturus alpestris), un tempo abbondante nel Laghetto di Taneda inferiore, attualmente mi sembra in fase di estinzione.
Inizio dell’escursione: ore 7:00
Fine dell’escursione: ore 15:20
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1021 hPa
Temperatura alla partenza: 11°C
Temperatura al rientro: 22°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 4000 m
Velocità media del vento: 0 km/h
Alba: 5.38
Tramonto: 21.20
Ritorno dopo solo tre giorni alla Diga del Lago Ritóm, questa volta per una camminata nella zona della Capanna Cadlimo.
Parto alle sette in punto dal parcheggio, ancora deserto, e percorro la sterrata che costeggia il lago fino alla deviazione situata poco prima dell’Alpe Ritóm (1858 m). Due operai stanno ripristinando la strada che sale all’Alpe Tom; le traversine di legno vengono sostituite con delle nuove di ferro. Al sole la temperatura è già elevata, tuttavia l’aria è pura e presto entrerò in una estesa zona d’ombra. All’Alpe Tom (2026 m) rimango, come sempre, affascinato dalla spiaggia sabbiosa che ad occidente cinge il laghetto cuoriforme.
Un paio di pescatori, sulla costa orientale, hanno già buttato la lenza. Continuo sul sentiero che sale in direzione nord, in località Buco di Tom. È un versante molto ripido, cosparso di rododendri e di pietre contenenti dei bellissimi cristalli di orneblenda a covoni.
Raggiunto un pianoro, sotto il primo laghetto, scorgo a 500 m di distanza il ghiacciaio roccioso relitto (non contiene più ghiaccio) di Gariói. Fa parte del catasto cantonale dei Rock glaciers di Scapozza & Mari 2010, numero 131. Mi verrebbe voglia di vederlo da vicino, ma la strada che devo percorrere è ancora molto lunga.
In cinque minuti arrivo al Laghetto di Taneda inferiore (2248 m). Lo specchio d’acqua è noto da decenni per la presenza del tritone alpino. In un veloce giro del laghetto ne conto pochissimi, meno di dieci. Presumo, purtroppo, che siano destinati all’estinzione.
Il Laghetto di Taneda superiore (2304 m) dista 250 m lineari. Le sue acque sono molto più limpide del precedente. Un bel nevaio vi si immerge per quasi tutta la sponda nord.
Il paesaggio, ora arricchito dal sole splendente, diventa sempre più seducente: la camminata è quindi interrotta in continuazione per scattare foto. A partire dalla Bassa del Lago Scuro (2477 m) rimango basito per lo spettacolo che dona questo angolo incontaminato del Canton Ticino. Non conviene descriverlo: è da vedere a tutti i costi, possibilmente in una giornata radiosa come questa e all’inizio dell’estate.
Prima di lasciare il Lago Scuro c’è ancora un bel nevaio da superare: nulla di preoccupante, visto che i ripetuti passaggi hanno creato un specie di cengia incisa nella neve.
Poco dopo le dieci pervengo alla soleggiata terrazza della Capanna Cadlimo (2570 m), una proprietà del SAC Uto di Zurigo.
Thea mi prepara un Kaffee fertig con Chrüter, che sorseggio osservando la Punta Negra (2714 m), la “cima della capanna”. Mi faccio indicare la via di salita per il Piz Curnera, quindi parto, di fianco al bellissimo laghetto del rifugio, che inviterebbe ad un rinfresco, magari sfidando la slackline.
Man mano si sale la cresta erbosa presenta sempre più rocce, pietre e lastre, comunque facilmente superabili con l’aiuto di entrambe le mani. Visto che le rocce sono asciutte, oggi non ci sono pericoli oggettivi; inoltre la dorsale non è quasi mai esposta. Alla sinistra salendo, lo sguardo è attratto dal lago, a quota 2587 m, ancora quasi completamente gelato, ubicato in fondo alla Valletta del Mottone. Ha la forma di pera e dà origine al torrente Canaria. Sul versante destro, verso sud, nella zona Motti dell’Isra, scorgo una mandria di Yak in fase di spostamento. Il pastore Nicola gestisce per tre mesi questi buoi tibetani provenienti da vari allevatori svizzeri.
Dopo 45 minuti di interessante salita pervengo all’enorme uomo di pietra del Piz Curnera: geschafft!
Capanna Cadlimo (2570 m)
Non cerco il libro di vetta, che forse non c’è nemmeno; mi limito alle solite foto panoramiche e ritorno immediatamente alla capanna per consumare un buon piatto preparato da Thea, Rösti mit Spiegeleier: gustoso!
La discesa fino alla diga del Ritom mi dà un’ulteriore conferma che il paesaggio è di straordinaria bellezza, degno di un parco nazionale. In 44 anni non è cambiato nulla, se non la preoccupante diminuzione dei tritoni alpini...
Il paesaggio fiabesco dell’alta Val Cadlimo offre sicuro divertimento sia ai piccini sia agli escursionisti esperti che qui trovano cime che superano i tremila metri (Piz Ravetsch, Piz Uffiern, Piz Blas, Piz Rondadura), molti nevai e un ghiacciaio, il Glatscher da Maighels.
Gli amanti dell’escursionismo qui trovano una natura inebriante, che offre stimoli in tutti i campi: geologia, mineralogia, botanica, zoologia, fotografia…
Tempo totale: 8 h 20 min
Tempo di salita: 3 h 05 min (fino alla capanna) + 45 min (Piz Curnera)
Tempi parziali
Diga di Piora (1839 m) – Alpe Ritóm (1858 m): 20 min
Alpe Ritóm (1858 m) – Alpe Tom (2026 m): 30 min
Alpe Tom (2026 m) – Bassa del Lago Scuro (2477 m): 1 h 40 min
Bassa del Lago Scuro (2477 m) – Capanna Cadlimo (2570 m): 35 min
Capanna Cadlimo (2570 m) – Piz Curnera (2796 m): 45 min
Coordinate Capanna Cadlimo: 696.330 / 158.590
Coordinate Piz Curnera: 697.095 / 158.840
Dislivello in salita: 961 m
Sviluppo complessivo: 16,2 km
Difficoltà: T3
Libro di vetta: no
Copertura della rete cellulare: alcune zone d’ombra
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