Giübin (2776 m) con i ramponi
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Ultima escursione primaverile del 2017, fino alla testata della Val Torta, dove si incontra con l’urana Valle di Unteralp.
Piccozza portata a spasso, ramponi utilissimi!
Inizio dell’escursione: ore 5:35
Fine dell’escursione: ore 12:25
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1023 hPa
Temperatura alla partenza: 5°C
Temperatura al rientro: 10,5°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 4300 m
Raffiche di vento 25 km/h
Alba: 5.32
Tramonto: 21.21
In pianura è stata una notte molto calda, disturbata da un forte favonio. Parto da casa alle 4:00, con la colonnina di mercurio che indica 25°C, finora la temperatura notturna più elevata dell’anno. In tutto il Ticino il cielo è particolarmente sereno. Al Passo del San Gottardo ci sono non meno di 50 camper posteggiati, con gli occupanti che dormono … al fresco. Dei muraglioni di neve, molto fotografati nelle ultime settimane, rimane ben poco. Il solito bancone di nebbia ricopre il valico, tuttavia, grazie al vento da nord, si sta spostando verso sud e presto si dissolverà. È raro che al mattino presto al Passo del San Gottardo non ci sia la nebbia. Questo elemento naturale conferisce a volte un aspetto poco invitante alla “via delle genti”.
Nel 1891, l’alpinista e scrittore di guide alpine Emil August Türler (1850 – 1931), nella pubblicazione “St. Gotthard, Airolo und Val Piora: Pittoreske Beschreibung der Natur und Landschaft des St. Gotthardgebirges”, scrisse tra l’altro questa malinconica considerazione:
“Quattro laghetti riposano sulla schiena del passo e la loro espressione cupa sottolinea la solennità mortuaria del paesaggio. Le rive sono cosparse di blocchi che la montagna, scotendo il capo, ha gettato laggiú. Un silenzio assoluto, uno squallore senza pari regna in questo deserto di roccia che sembra predestinato a svegliare la malinconia, specialmente quando i paraggi sono nascosti da un velo di nuvole basse e assumono un aspetto di sublime solitudine”.
Lasciata l’auto al parcheggio a nord del Lago dell’Ospizio, mi avvio lungo la stradina asfaltata Passo del San Gottardo – Pontino. Altro che calura, qui è decisamente frescolino, per non dire freddo!
In poco più di mezz’ora arrivo alla diga, preceduto da due pescatori, giunti in auto grazie al permesso rilasciato dal comune di Airolo (30.- CHF per tutto l’anno). Una volta tanto, giusto per cambiare gli orizzonti, decido di proseguire lungo la strada che costeggia il lago. Il fiore dominante attualmente è la Pulsatilla alpina. I versanti meridionali del Monte Prosa sono animati dal continuo pulsare di migliaia di questi anemoni gialli: “i fiori del vento”.
La visuale si allarga fino al Ghiacciaio del Basòdino e, più in alto, fino ai quattromila vallesani e bernesi. Alle 6:45 mi trovo già in fondo al lago, al ponticello sul torrente Sella. La pista lambisce una baracca militare e prosegue con ampi tornanti, ricoperti da nevai gelati. Monto i ramponi: un aiuto decisivo per risalire i ripidi versanti sotto il Cascinone (2522 m). Poco dopo le sette arrivano i primi messaggi WhatsApp: bene, il telefonino ha di nuovo campo.
La piana a sud del Cascinone è tutta da gustare: nevai morbidi increspati e ondulati, sole splendente, rocce montonate ed eleganti cime a far da corona. La via è più docile, compreso l’ultimo risalto che mi consente di giungere alla baracca e al Passo Posmeda (2569 m).
Mi ristoro e prima di affrontare la salita al Giübin tolgo i ramponi e mi alleggerisco. Entro in uno scenario d’alta quota: a sinistra estesi nevai che sarebbero ancora percorribili con gli sci fino alla vetta e oltre, a destra, sul crinale, il bel sentiero realizzato sulle rocce, quasi completamente privo di neve. Lo risalgo con tranquillità, interrompendo spesso la marcia per gettare degli sguardi sul sottostante dirupo che precipita fino al Dartü di Giübin, in Val Canaria. I terrazzi di questa valle stanno riprendendo il colore verde: l’erba cresce in fretta, presto inizierà la stagione dell’alpeggio. Un elicottero sta portando del materiale all’Alpe di Lago (2029 m). Anche verso nord non mancano le cime che attirano la mia attenzione: una su tutte il Pizzo Centrale (2999 m), con la piramide sommitale ormai priva di neve.
Alle 9:00, dopo 3 h e 25 min di cammino posso esclamare Giübin geschafft!
Salita al Giübin con i ramponi
Spira ancora un fastidioso vento, che mi regala se non altro un grandioso panorama in tutte le direzioni.
Nella Valle di Unteralp posso distinguere chiaramente sia la Vermigelhütte (2047 m) che la Wildenmattenhütte (2286 m).
Per la discesa scelgo un percorso diverso, passante per i Laghetti degli Ovi (2363 m), in un ambiente stupendo, che mi permette di sfruttare i nevai fino quasi alla diga.
Bella escursione di fine stagione sui nevai della Valle del Lago della Sella, percorsi con l’aiuto dei ramponi. Questi attrezzi utilizzati non solo sul ghiacciaio, sono apparsi nella versione a dieci punte nel 1909.
Tempo di salita: 3 h 25 min
Tempo totale: 6 h 50 min
Tempi parziali
Posteggio Passo del San Gottardo (2095 m) – Diga Lago della Sella (2257 m): 35 min
Diga Lago della Sella (2257 m) – Passo Posmeda (2569 m): 2 h
Passo Posmeda (2569 m) – Giübin (2776 m): 50 min
Giübin (2776 m) – Posteggio Passo del San Gottardo (2095 m): 3 h 7 min
Coordinate Giübin: 691.700 / 157.709
Dislivello in salita: 680 m
Sviluppo complessivo: 14 km
Difficoltà: T3
Libro di vetta: no
Copertura della rete cellulare: nella Val Torta assenza di segnale, sul crinale buona copertura.
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