Monte Stino 1467 m

Nel rientrare scegliamo un giro sul lago d’Idro. Come successo altre volte, gran sole prima e dopo il lago ma sul lago nebbia….

Posteggiamo a Vantone. Siamo solo noi, quasi una piazza d’armi dove lasciare l’auto ma, prima di trovare il posto giusto ne proviamo ben tre!!!

A guardare il posto la voglia di lasciare l’auto vien meno…nebbia, neve a bordo strada, strada brinata, campeggio vuoto da film dell’orrore e delle poche case che riusciamo a intravvedere ce ne fosse una con una luce accesa…mo scendiamo e spunta Jack Nicholson!

Ci prepariamo nella speranza che le nebbie siano incastrate qui, come sembrava, e quindi trovare il sole poco sopra.

Il sentiero, innevato, ha un’unica traccia di passaggio…. nebbia, neve, poca luce, rendono tutto sempre poco invitante ma man mano che saliamo la situazione migliora e ben presto siamo al sole. Il sentiero non è altro che il resto di una strada militare per cui sale con pendenza minima e fino alla località Mandoal la cosa non dispiace. Il bosco nasconde numerosi pinnacoli ed è bello vederli spuntare all’improvviso!

Raggiunta la località Mandoal, troviamo il bivio per Malga Piombino, Piazze e Monte Stino. Li ignoriamo e rimanendo sulla strada imbocchiamo poco dopo, a sx, l’Alta Via dei Forti che andrà a incrociarsi più avanti con il sentiero Cai 477. Dopo aver incrociato una seconda deviazione per la Malga Piombino (sulla carta indicata solo come traccia) il sentiero si sdoppia a dx scende a Capovalle diritto continua per il Monte Stino. Scendiamo pochi metri per andare a vedere la Croce di Sassello, si poteva evitare…e tornati al bivio continuiamo sulla militare che comincia a diventare sempre più noiosa. Lunghi tornanti, sempre solito panorama, il bosco meno interessante. Passiamo vari roccoli e finalmente arriviamo alla strada e al Rifugio Monte Stino (sempre aperto).

Facciamo un giro lungo le trincee del Monte Stino fino a giungere su un panarozzo anonimo che il GPS indica come Monte Stino. Scopriremo poi che, in questo caso non una croce o un ometto ma una bandiera che indica la cima è stata messa dove si trovano altri appostamenti e trincee di guerra, in un punto panoramico sulla valle.

Nel tornare verso il rifugio passiamo anche su un altro panarozzo, la Cima del Frate, tutte cime anonime che, solo grazie al GPS, sappiamo di aver salito! Ampi spazi prativi con vista panoramica sulle cime della Val Sabbia e Garda.

Sosta fuori dal rifugio in compagnia di un curioso gattino. Muso nel panino, nella birra, nel te, nello zaino…provo a portarlo da un’altra parte ma torna…quindi lezione di cartografia (vedi foto), un po’ di ginnastica (purtroppo la foto non è riuscita) beh alla fine è stato difficile lasciarlo lì….

Lasciamo Micio e nei pressi del punto panoramico troviamo il sentiero di discesa per Parole. Un’altra bella e più panoramica militare. Giunti a Parole ci toccano circa 3 km di asfalto. La strada a bordo lago, non è per nulla trafficata, almeno in questo periodo, infatti, incontriamo altre persone che passeggiano. Tenere presente però che ci sono anche due gallerie, brevi, ma senza marciapiede.

L’alternativa, per non fare questi 3 km di asfalto, potrebbe essere quella di tornare a Mandoal quando si raggiunge la località Piazze.