Monte Conco 2908m
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Il monte Conco è una cima conosciuta a ben pochi: raramente indicata sulla cartografia, dimenticata da guide e riviste, nonostante la sua imponenza è una montagna pressoché sconosciuta.
Il Conco è la cima più impegnativa della catena Prata-Pizzi dei Vanni ed esige, oltre ad un lungo avvicinamento, un impegno alpinistico che porta a confrontarsi con un terreno d’avventura dove nulla è cambiato dai primi salitori ad oggi.
Salire oggi sul Conco è un viaggio fuori dal tempo e dalla sua vetta, all’apice di vertiginosi scivoli rocciosi, ci si sente in alto, ma soprattutto altrove.
La sua presenza dalla media Valcodera in su è costante, ma è dalla cima del Gruf che ne sono rimasto incantato.. quei paretoni e quelle affilate creste mi hanno colpito subito!
Così non mi faccio sfuggire l’invito di alcuni amici e in men che non si dica si organizza.
La via più corta è quella che abbiamo scelto noi (corta per modo di dire!) ovvero partendo dai monti di Villa di Chiavenna di modo da partire dai 1200m di Tabiadascio e non dal parcheggio di Novate Mezzola a 300m!
Recuperiamo il pass per la strada al bar Rota a Villa di Chiavenna e partiamo.
Ci incamminiamo che sono le 8:00 spaccate, risaliamo la val Vertura passando per gli alpeggi abbandonati di Pian Rossaccio prima e Rossaccio poi.
Il ritmo è sostenuto infatti in 2 ore ci spariamo 1200 metri di dislivello arrivando alla bocchetta di Rossaccio (bassa di Rossaccio sulle carte) a quota 2390.
Qui passiamo in valle Aurosina e ci dirigiamo verso il canalone omonimo, dopodiché sulla sinistra si risale un canale con passi di arrampicata(II+) che poco sopra porta a ridosso della parete nord.
Si arriva ad un nevaio che con qualche difficoltà riusciamo a superare (portare i ramponi perché qui il nevaio resta tutto l’anno!).
Aggiratolo, si punta ad una paretina che si supera sulla sinistra inizialmente con delle cenge esposte, poi tramite un canalino con altri passi di II+.
Qui troviamo l’unico segno di passaggio di qualche essere umano, un cordino marcio per la calata in doppia su uno spuntone!
Si sale poi per placche facili nel versante nord fino ad intercettare la cresta nord-ovest.
Quando la cresta si impenna si arriva al tiro chiave (diedrino e placca di III+) poi di nuovo per rocce rotte (II+) fino alla cresta nord est che, in piano ma bella esposta su entrambi i versanti, ci porta in cima.
Ci abbiamo messo più di 6 ore a salire quindi in cima non ci incantiamo tanto perché sappiamo che a scendere ci vorrà circa lo stesso tempo.. d’ogni modo, foto di gruppo in vetta e al bellissimo panorama poi giù!
La nostra scelta è saggia, arriviamo alla macchina che sono le 20:00 e ormai è buio!
Tanta soddisfazione per questa cima fuori dal mondo ( come quasi tutte le cime della Valcodera!), ora devo salire la cima Codera così ho completato la triade Gruf-Conco-Codera J
Per che fosse interessato, ci vogliono 6h minimo per la salita superando un dislivello di 1900 metri solo di salita.
Il Conco è la cima più impegnativa della catena Prata-Pizzi dei Vanni ed esige, oltre ad un lungo avvicinamento, un impegno alpinistico che porta a confrontarsi con un terreno d’avventura dove nulla è cambiato dai primi salitori ad oggi.
Salire oggi sul Conco è un viaggio fuori dal tempo e dalla sua vetta, all’apice di vertiginosi scivoli rocciosi, ci si sente in alto, ma soprattutto altrove.
La sua presenza dalla media Valcodera in su è costante, ma è dalla cima del Gruf che ne sono rimasto incantato.. quei paretoni e quelle affilate creste mi hanno colpito subito!
Così non mi faccio sfuggire l’invito di alcuni amici e in men che non si dica si organizza.
La via più corta è quella che abbiamo scelto noi (corta per modo di dire!) ovvero partendo dai monti di Villa di Chiavenna di modo da partire dai 1200m di Tabiadascio e non dal parcheggio di Novate Mezzola a 300m!
Recuperiamo il pass per la strada al bar Rota a Villa di Chiavenna e partiamo.
Ci incamminiamo che sono le 8:00 spaccate, risaliamo la val Vertura passando per gli alpeggi abbandonati di Pian Rossaccio prima e Rossaccio poi.
Il ritmo è sostenuto infatti in 2 ore ci spariamo 1200 metri di dislivello arrivando alla bocchetta di Rossaccio (bassa di Rossaccio sulle carte) a quota 2390.
Qui passiamo in valle Aurosina e ci dirigiamo verso il canalone omonimo, dopodiché sulla sinistra si risale un canale con passi di arrampicata(II+) che poco sopra porta a ridosso della parete nord.
Si arriva ad un nevaio che con qualche difficoltà riusciamo a superare (portare i ramponi perché qui il nevaio resta tutto l’anno!).
Aggiratolo, si punta ad una paretina che si supera sulla sinistra inizialmente con delle cenge esposte, poi tramite un canalino con altri passi di II+.
Qui troviamo l’unico segno di passaggio di qualche essere umano, un cordino marcio per la calata in doppia su uno spuntone!
Si sale poi per placche facili nel versante nord fino ad intercettare la cresta nord-ovest.
Quando la cresta si impenna si arriva al tiro chiave (diedrino e placca di III+) poi di nuovo per rocce rotte (II+) fino alla cresta nord est che, in piano ma bella esposta su entrambi i versanti, ci porta in cima.
Ci abbiamo messo più di 6 ore a salire quindi in cima non ci incantiamo tanto perché sappiamo che a scendere ci vorrà circa lo stesso tempo.. d’ogni modo, foto di gruppo in vetta e al bellissimo panorama poi giù!
La nostra scelta è saggia, arriviamo alla macchina che sono le 20:00 e ormai è buio!
Tanta soddisfazione per questa cima fuori dal mondo ( come quasi tutte le cime della Valcodera!), ora devo salire la cima Codera così ho completato la triade Gruf-Conco-Codera J
Per che fosse interessato, ci vogliono 6h minimo per la salita superando un dislivello di 1900 metri solo di salita.
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punta90
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