Il Kings Canyon si apre nelle alture rocciose della George Gill Range, nel centro dell'Australia, ed è compreso nel Watarrka National Park. IL sentiero di oggi è il "Rim Walk", che ha uno sviluppo di 6 km e viene di solito percorso in senso orario in 3,5 - 4 ore comprese le numerose soste fotografiche. La partenza avviene dall'apposito parcheggio a circa 570 metri di quota, la stessa più o meno di tutta l’area almeno fino a Uluru.
Dal parcheggio, dopo un brevissimo tratto pianeggiante che prosegue con un breve sentiero di fondovalle, si sale subito con una ripida rampa costruita con gradini di arenaria che sbuca sul bordo superiore del canyon a circa 720 metri.
Oggi la temperatura massima prevista e' di 26-30 gradi, va già molto meglio dei 35-40 di due giorni fa ed è ulteriormente mitigata dal vento. Ci sono diversi escursionisti individuali e due gruppi guidati, nei quali si sente parlare anche italiano. Non vedo escursionisti improvvisati ma tutti con scarpe almeno ginniche, zaino e acqua. Di questa oggi ne berremo meno del solito vista la temperatura più mite. Sull'altipiano, vicino al bordo del canyon d'ora in poi si cammina senza sentiero ma sugli stati di arenaria e sui loro gradini naturali, seguendo le frecce blu.
Sullo stampato in distribuzione al resort sono segnati ALMENO dieci tra ragni e serpenti velenosi che abitano il Parco. Tra i conoscenti che hanno visitato l'Australia c'era chi faceva gara ad ammazzare il serpente più grosso durante la raccolta delle banane, chi ha girato attorno a un serpente che dormiva su un sentiero, chi è riuscito a farsi mordere due volte da un ragno velenoso mentre teoricamente frequentava un corso d'inglese. Comunque se un serpente vuole ricevere pietre sul muso da 200 persone non ha che da farsi vedere in giro stamattina.
L' itinerario ora si snoda tra cupole di arenaria separate l'una dall'altra dall'erosione dell'acqua mentre si notano anche crolli e segni di erosione del vento. A migliaia di km da qui, e a centinaia da qualsiasi città, si trovano formazioni arenacee analoghe chiamate Bungle Bungle (e non Bunga Bunga) ma di ben maggiori dimensioni: decido che mi bastano quelle di oggi. Le formazioni di arenaria in cui è inciso il canyon sono due e sovrapposte: le “Carmichael” che si depositarono 440 milioni di anni fa alla foce di fiumi che sfociavano in un mare interno, e le “Meerenie” depositatesi 400 milioni di anni fa come grandi dune in ambiente subaereo.
Proseguendo a pochi metri di distanza dal bordo del canyon, una deviazione di 600 metri a/r supera una spaccatura tramite il Cotterill's Bridge e porta a un punto panoramico, il cocuzzolo di una delle cupole, a circa 760 metri e da cui si dominano sia il canyon sia l'area circostante.
Ritornati sull'itinerario principale, si perdono circa 30 metri scendendo su scale di legno e con un ponte sempre in legno si supera il canyon nel punto in cui esso e' più stretto e dove nasce il torrente di fondovalle (Kings creek).
Prima di risalire sull'altro versante, un'altra deviazione di 600 metri a/r ricavata in parte in una cengia e in parte con passerelle di legno porta al giardino dell'Eden, una pozza d'acqua tra pareti di roccia e con vegetazione torrentizia.
Risaliti sull'altipiano, stavolta sul bordo meridionale del canyon, si prosegue tra duomi di arenaria di minori dimensioni. L'arrivo dell'elisoccorso per prelevare un infortunato ci fa ricordare che siamo comunque su un terreno di escursionismo. Continuando si arriva a un punto panoramico di fronte a una liscia parete rocciosa, si superano un paio di torrenti in secca e si passa in cima alle Kestrel Falls che si formano dopo le forti piogge. Poco più avanti e di nuovo su sentiero a gradini si scende con pendenza minore rispetto al sentiero di salita verso l'ormai visibile parcheggio.
Arrivando al Kings Canyon da Yulara/Uluru abbiamo percorso, a bordo di una Toyota Corolla presa a nolo, i primi 130 km in direzione est sulla Lasseter Highway e i successivi 170 km prima verso nord poi verso nord-ovest sulla Luritja Road, avvicinandoci alle alture delle Petermann Hills e della George Gill Range. Sono strade asfaltate lungo le quali abbiamo incrociato circa 90 autoveicoli. Il territorio attraversato è una pianura di terra invariabilmente rossa , dal clima arido ma dove crescono anche querce del deserto, acacie ed eucalipti oltre agli onnipresenti cespugli di spinifex. Le strade sono movimentate da dossi o cunette alti quanto i cavalcavia o le montagne russe, per buona parte del territorio che abbiamo attraversato. In tante depressioni c’è un torrente (creek) di solito in secca e per questo motivo non si usa costruire dei piccoli ponti ma far scendere la strada nel letto del fiume, così quella rara volta che piove si chiude la strada. Edmund Hillary, il "conquistatore" dell'Everest, quando portò la famiglia in vacanza in Australia percorse centinaia di km su piste sterrate in un anno piovoso, affrontando numerosi guadi e cavandosela con la sua abilità di guidatore, affinata conducendo trattori in Antartide. Io, fatte le debite proporzioni, mi sono mosso solo su strade asfaltate a stando ben attendo a non scegliere la stagione delle piogge!
Il principale punto di interesse del percorso automobilistico è il Mount Connor Lookout, dove una veloce sosta permette di vedere il Mount Connor che emerge dalla pianura e che, a differenza di Uluru, non è un monolito ma è una “mesa”. E' in questo tragitto che vediamo un paio di “dingo”, uno dei quali in un'area di sosta mentre attende speranzoso del cibo dai viaggiatori.
Alla Curtin Springs Cattle Station, una spartana stazione di servizio con alloggi, facciamo due chiacchere con una ragazza che sta spostando taniche sotto il Sole del deserto. E’ una giovane che sta girando l’Australia con la formula delle “working holidays”, come il ragazzo che ammazzava serpenti mentre raccoglieva banane: lei ha lavorato 3 mesi a Perth, si è presa un periodo di vacanza autentica ed ora sta lavorando qui. Con questa formula è d'obbligo lavorare 13 settimane all'anno nel settore agricolo se si desidera il rinnovo del permesso per l'anno successivo. C'è chi si è divertito a raccogliere verdure e chi l'ha definita una esperienza allucinante per tipo di lavoro, orari e trattamento.
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