Pizzo di Sceru m.2628, centralità in Val Malvaglia.
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Arriva il caldo... e ci costringe all'ultimo a cambiare meta, che ci chiamava a gran voce ma imponeva una partenza dal basso che probabilmente avrebbe influito negativamente sull'ascesa. Tanto non scappa, nulla di male.
Rispolveriamo così una delle varie cose da fare, pensata da tempo, e adatta proprio quando più a valle si boccheggia: si torna nella sontuosa e spettacolare Val Malvaglia, sotto lo sguardo solenne di una catena dominata dal gruppo dell'Adula: anche stavolta stiamo sul lato orografico destro della valle, così da poter ammirare sua Maestà la Regina in tutta la sua bellezza.
Il gruppo Gana Bianca-Gana Rossa offre scenari di grande varietà, ma anche cime all'apparenza secondarie e, sembrerebbe, decisamente snobbate.
É il caso del Pizzo di Sceru... che pur essendo proprio al centro della valle, in totale isolamento, e solo collegato da un'esile cresta franosa alla Cima di Gana Rossa, in pochi notano. Eppure, ovunque la si osservi, fa la sua bella figura di slanciata ed elegante piramide, proprio di fronte alla Capanna Quarnei, e pur circondata da una corona di cime altezzose che la guardano dall'alto in basso. Tranne una, che pure desideriamo raggiungere.
Potremmo risalirla di petto direttamente dal parcheggio, ma decidiamo di "prenderla larga", anzi larghissima, portandoci con facile sentiero alla bella piana di Quarnei, e risalendo in Capanna a fare scorta d'acqua. Non siamo saliti, comunque, qui per caso... l'idea iniziale prevedeva di salire anche una terza cima "secondaria", ovvero il Pizzo Forca, ma entrambi siamo "stanchini" e decidiamo di tenerla per un'altra occasione, magari abbinandola ad altro. Dalla Capanna si ammira il Pizzo di Sceru proprio dalla parte opposta, e con lo sguardo accompagniamo l'ampio giro della valle che ci toccherà fare per giungervi sotto. Ripartiamo, e seguendo l'evidente e marcato sentiero per l'Alpe Sceru, gradualmente guadagniamo quota, oltrepassando l'evidente pendio di salita alla Cima di Gana Bianca, e scendendo a solcare un torrentello, dove abbandoniamo il sentiero marcato. Ora risaliamo tagliando diagonalmente in direzione E per prati e ganne, sino a raggiungere la cresta ENE del Pizzo di Sceru. L'ambiente è bellissimo, e ciò che sta intorno è quanto di meglio si possa desiderare, poichè la Regina vigila dall'alto ogni nostra mossa. Montati in cresta, che si fa sempre più ripida ma comunque larga, è un susseguirsi di ganne e blocchi, finchè questa improvvisamente s'assottiglia proprio quando la cima ci si staglia davanti. Qualche prudente passo, ma alcuni metri di salto c'impongono un delicato dietrofront: perdiamo tuttavia solo pochissimi metri e, poggiando al lato S, proseguiamo su sfasciumi malfermi e prati ripidissimi riguadagnando la cresta terminale a lato di una placca, e in breve la vetta.
La "centralità" del Pizzo di Sceru è così confermata, perchè la Val Malvaglia è ai suoi piedi e la si può osservare in ogni lato: lo spettacolo dell'Adula, della Gana Rossa e delle altre cime che la cingono sono il meritato premio. Uno spartano omino senza libro di vetta lascia chiaramente intendere quanto la cima sia "dimenticata". Godiamo la nostra conquista, mangiamo, e il nostro sguardo si sposta ora sulla seconda cima, che da qui sembra poco più che una collinetta circondata e derisa dai giganti.
La discesa si svolge sul lato W e in breve ci conduce per prati e rocce gradinate sulla sella che la separa alla cresta di congiunzione con la Gana Rossa. Qui il terreno cambia totalmente conformazione, ed è un annaspare su scivolosi detriti rossastri che tuttavia ci portano al centro del monumentale plateau di ganne e sfasciumi circondato dalle cime di Gana Rossa e di Piancabella. Ci rivolgiamo quindi a E, verso la nostra buffa "collinetta": procediamo sempre su sfasciumi, e man mano che s'avvicina essa "subisce" una graduale trasformazione sino a diventare stretta e affilata punta, con fianchi ripidi ed espostissimi. Quasi una testa di serpente issatasi dal nulla...
Notammo questa "stranezza" due anni fa' durante una salita alla Cima di Piancabella, ed è giunto il momento di vederla da vicino: si chiama Sasso Luzzone, e ora sembra sfidare senza timore reverenziale la catena immane che la circonda e chi tenta di salirci...
Raggiunta con ampio giro la sella tra Sasso Luzzone e Cresta di Piancabella, iniziamo ad avvicinare questo muro improvviso, il quale peraltro impone una salita che si direbbe abbastanza breve. Si attraversa su sentiero di capre, aggirando e poi risalendo la scogliera W quando il lato N inizia a esporsi eccessivamente. Giunti quasi in vetta la cresta s'assottiglia, lasciandoci due possibilità: Ale, con agile acrobazia, supera un breve ma scomodo intaglio, mentre io m'abbasso lievemente sull'altrettanto esposto lato S, affrontando un breve e facile caminetto che mi porta all'intaglio stesso. Superatolo, la vetta è ormai lì, e s'attraversa ancora su prati esposti fino all'omone di vetta. Nonostante la gamella, anche qui nessuna traccia del libro di vetta.
La discesa, che vista da lontano sembrerebbe più facile, offre in realtà un ambiente di cresta ripido e tortuoso, dominato da scomodi blocchi, che ci catapulta su prati. Qui, anzichè virare a N verso la non lontana Alpe di Sceru, scendiamo senza sentiero evidente (più avanti traccia e radi bolli bianchi) a E verso il nucleo di Trusvalt, da cui poco dopo ci si raccorda al "sentiero dei monti". Ma la traccia prosegue ancora ripida e in breve siamo sulla strada di Cusiè, poco lontani dal parcheggio.
Pizzo di Sceru e Sasso Luzzone, due cime davvero intriganti e tutt'altro che banali, a conferma che non è l'altezza o il nome a fare grande una montagna. Grazie ad Ale per l'ennesima bellissima e divertente giornata... Avanti così.
froloccone
La Malvaglia........ottimo rifugio dalla calura estiva!!!!!! Salire due cime snobbate e per nulla banali,ci ha rigenerato da una stanchezza collettiva che ci toglieva un po di ispirazione......Il Pizzo di Sceru è il fulcro di questa valle e permette una visione a 360 °:Piancabella,le due Gane,Forca,Forca di Casseo,Uomo di Sasso,Cima del Laghetto..............Sfilata di 3000,dall Grahuorn alla Cima dei Cogn,per finire con Ramulazz,Strega e i 2 torroni!!! Davvero impressionante il panorama che offre questa cima da poco più di 2600 m.........Il Sasso Luzzone,purchè privo di difficoltà tecniche di rilievo,non si fa avvicinare facilmente,soprattutto se affrontato dalla sella 2314,che lo collega alla Cresta di Piancabella.Giornata più che positiva,in cui il caldo l'abbiamo sentito poco.Meteo ottima. Grazie a Emiliano per la condivisione.
Cusiè-Alpe di Quarnei =T1/T2
Alpe di Quarnei-Attacco Cresta ENE del Pizzo di Sceru=T2
Cresta Ene Pizzo di Sceru-Pizzo di Sceru(vetta)=T3+/T4- ## Itinerario 763 (nota iniziale)Guida delle Alpi Ticinesi vol 3,Difficoltà EE
Vetta Sceru-Valle di Sceru-Sella 2314=T3+##Itinerario 764 Guida dellew Alpi Ticinesi vol 3Difficoltà EE
Sella 2314-Sasso Luzzone(vetta)T4##Itinerario 771 Guida delle Alpi Ticinesi vol 3 Difficoltà F III+(totalmente evitabile)
Sasso Luzzone(vetta)-Trusvalt=T3##Itinerario 770 Guida delle Alpi Ticinesi vol 3 Difficotà EE(Modificato nella parte finale,deviando verso Trusvalt)
Trusvalt-Cusiè=T2##Sentiero non ufficiale ma ben visibile.
Rispolveriamo così una delle varie cose da fare, pensata da tempo, e adatta proprio quando più a valle si boccheggia: si torna nella sontuosa e spettacolare Val Malvaglia, sotto lo sguardo solenne di una catena dominata dal gruppo dell'Adula: anche stavolta stiamo sul lato orografico destro della valle, così da poter ammirare sua Maestà la Regina in tutta la sua bellezza.
Il gruppo Gana Bianca-Gana Rossa offre scenari di grande varietà, ma anche cime all'apparenza secondarie e, sembrerebbe, decisamente snobbate.
É il caso del Pizzo di Sceru... che pur essendo proprio al centro della valle, in totale isolamento, e solo collegato da un'esile cresta franosa alla Cima di Gana Rossa, in pochi notano. Eppure, ovunque la si osservi, fa la sua bella figura di slanciata ed elegante piramide, proprio di fronte alla Capanna Quarnei, e pur circondata da una corona di cime altezzose che la guardano dall'alto in basso. Tranne una, che pure desideriamo raggiungere.
Potremmo risalirla di petto direttamente dal parcheggio, ma decidiamo di "prenderla larga", anzi larghissima, portandoci con facile sentiero alla bella piana di Quarnei, e risalendo in Capanna a fare scorta d'acqua. Non siamo saliti, comunque, qui per caso... l'idea iniziale prevedeva di salire anche una terza cima "secondaria", ovvero il Pizzo Forca, ma entrambi siamo "stanchini" e decidiamo di tenerla per un'altra occasione, magari abbinandola ad altro. Dalla Capanna si ammira il Pizzo di Sceru proprio dalla parte opposta, e con lo sguardo accompagniamo l'ampio giro della valle che ci toccherà fare per giungervi sotto. Ripartiamo, e seguendo l'evidente e marcato sentiero per l'Alpe Sceru, gradualmente guadagniamo quota, oltrepassando l'evidente pendio di salita alla Cima di Gana Bianca, e scendendo a solcare un torrentello, dove abbandoniamo il sentiero marcato. Ora risaliamo tagliando diagonalmente in direzione E per prati e ganne, sino a raggiungere la cresta ENE del Pizzo di Sceru. L'ambiente è bellissimo, e ciò che sta intorno è quanto di meglio si possa desiderare, poichè la Regina vigila dall'alto ogni nostra mossa. Montati in cresta, che si fa sempre più ripida ma comunque larga, è un susseguirsi di ganne e blocchi, finchè questa improvvisamente s'assottiglia proprio quando la cima ci si staglia davanti. Qualche prudente passo, ma alcuni metri di salto c'impongono un delicato dietrofront: perdiamo tuttavia solo pochissimi metri e, poggiando al lato S, proseguiamo su sfasciumi malfermi e prati ripidissimi riguadagnando la cresta terminale a lato di una placca, e in breve la vetta.
La "centralità" del Pizzo di Sceru è così confermata, perchè la Val Malvaglia è ai suoi piedi e la si può osservare in ogni lato: lo spettacolo dell'Adula, della Gana Rossa e delle altre cime che la cingono sono il meritato premio. Uno spartano omino senza libro di vetta lascia chiaramente intendere quanto la cima sia "dimenticata". Godiamo la nostra conquista, mangiamo, e il nostro sguardo si sposta ora sulla seconda cima, che da qui sembra poco più che una collinetta circondata e derisa dai giganti.
La discesa si svolge sul lato W e in breve ci conduce per prati e rocce gradinate sulla sella che la separa alla cresta di congiunzione con la Gana Rossa. Qui il terreno cambia totalmente conformazione, ed è un annaspare su scivolosi detriti rossastri che tuttavia ci portano al centro del monumentale plateau di ganne e sfasciumi circondato dalle cime di Gana Rossa e di Piancabella. Ci rivolgiamo quindi a E, verso la nostra buffa "collinetta": procediamo sempre su sfasciumi, e man mano che s'avvicina essa "subisce" una graduale trasformazione sino a diventare stretta e affilata punta, con fianchi ripidi ed espostissimi. Quasi una testa di serpente issatasi dal nulla...
Notammo questa "stranezza" due anni fa' durante una salita alla Cima di Piancabella, ed è giunto il momento di vederla da vicino: si chiama Sasso Luzzone, e ora sembra sfidare senza timore reverenziale la catena immane che la circonda e chi tenta di salirci...
Raggiunta con ampio giro la sella tra Sasso Luzzone e Cresta di Piancabella, iniziamo ad avvicinare questo muro improvviso, il quale peraltro impone una salita che si direbbe abbastanza breve. Si attraversa su sentiero di capre, aggirando e poi risalendo la scogliera W quando il lato N inizia a esporsi eccessivamente. Giunti quasi in vetta la cresta s'assottiglia, lasciandoci due possibilità: Ale, con agile acrobazia, supera un breve ma scomodo intaglio, mentre io m'abbasso lievemente sull'altrettanto esposto lato S, affrontando un breve e facile caminetto che mi porta all'intaglio stesso. Superatolo, la vetta è ormai lì, e s'attraversa ancora su prati esposti fino all'omone di vetta. Nonostante la gamella, anche qui nessuna traccia del libro di vetta.
La discesa, che vista da lontano sembrerebbe più facile, offre in realtà un ambiente di cresta ripido e tortuoso, dominato da scomodi blocchi, che ci catapulta su prati. Qui, anzichè virare a N verso la non lontana Alpe di Sceru, scendiamo senza sentiero evidente (più avanti traccia e radi bolli bianchi) a E verso il nucleo di Trusvalt, da cui poco dopo ci si raccorda al "sentiero dei monti". Ma la traccia prosegue ancora ripida e in breve siamo sulla strada di Cusiè, poco lontani dal parcheggio.
Pizzo di Sceru e Sasso Luzzone, due cime davvero intriganti e tutt'altro che banali, a conferma che non è l'altezza o il nome a fare grande una montagna. Grazie ad Ale per l'ennesima bellissima e divertente giornata... Avanti così.
froloccone
La Malvaglia........ottimo rifugio dalla calura estiva!!!!!! Salire due cime snobbate e per nulla banali,ci ha rigenerato da una stanchezza collettiva che ci toglieva un po di ispirazione......Il Pizzo di Sceru è il fulcro di questa valle e permette una visione a 360 °:Piancabella,le due Gane,Forca,Forca di Casseo,Uomo di Sasso,Cima del Laghetto..............Sfilata di 3000,dall Grahuorn alla Cima dei Cogn,per finire con Ramulazz,Strega e i 2 torroni!!! Davvero impressionante il panorama che offre questa cima da poco più di 2600 m.........Il Sasso Luzzone,purchè privo di difficoltà tecniche di rilievo,non si fa avvicinare facilmente,soprattutto se affrontato dalla sella 2314,che lo collega alla Cresta di Piancabella.Giornata più che positiva,in cui il caldo l'abbiamo sentito poco.Meteo ottima. Grazie a Emiliano per la condivisione.
Cusiè-Alpe di Quarnei =T1/T2
Alpe di Quarnei-Attacco Cresta ENE del Pizzo di Sceru=T2
Cresta Ene Pizzo di Sceru-Pizzo di Sceru(vetta)=T3+/T4- ## Itinerario 763 (nota iniziale)Guida delle Alpi Ticinesi vol 3,Difficoltà EE
Vetta Sceru-Valle di Sceru-Sella 2314=T3+##Itinerario 764 Guida dellew Alpi Ticinesi vol 3Difficoltà EE
Sella 2314-Sasso Luzzone(vetta)T4##Itinerario 771 Guida delle Alpi Ticinesi vol 3 Difficoltà F III+(totalmente evitabile)
Sasso Luzzone(vetta)-Trusvalt=T3##Itinerario 770 Guida delle Alpi Ticinesi vol 3 Difficotà EE(Modificato nella parte finale,deviando verso Trusvalt)
Trusvalt-Cusiè=T2##Sentiero non ufficiale ma ben visibile.
Tourengänger:
Poncione,
froloccone
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