Singing in the rain? A beautiful shit!
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Con questo titolo, un pò "forte" inizio la relazione dell'escursione che come obiettivo doveva avere il Frerone, bella e solida montagna a guardia della Val Fredda.
Giornata iniziata ad cazzum per l'invasione dei miracolati del "floating piers", giuro non avevo mai visto migliaia di macchine convergere alle 7 del mattino in un unico punto geografico, ma con fortuna ed eleganza riusciamo a sgaiattolare da Iseo su per la super strada fino a Bienno inerpicandoci verso il Crocedomini e raggiungendo il rifugio Bazena alle 8.15.
Il tempo già si presenta veramente al brutto, ma noi speranzosi ci apprestiamo alla partenza : calzoni corti, e maglietta, fortunatamente nello zaino cambi caldi e vestiario antipioggia.
Iniziamo la salita accompagnati dal frullare dell'elicottero che rifornisce con 4 viaggi il rifugio Gheza, addirittura i rifugisti in attesa del carico ci invitano al loro rifugio, bè se scavalliamo il Frerone faremo un salto....
Al valico che immette nella Val Fredda il tempo inizia a preoccupare, nuvole e sordi brontolii in avvicinamento ci avvertono che la battaglia sarà dura, saliamo sul bel sentiero siamo quasi a metà della salita verso la forcella della Val Fredda che incontriamo due escursioniste, Rosa e Roxy, con relativi quadrupedi, ci guardiamo interrogandoci con occhi muti : "ma dove andranno?" ci fermiamo, parliamo sui nostri reciproci obiettivi, "caxxo" loro al Tita Secchi noi al Frerone ed il tempo che è lì pronto con l'artiglieria.
Che famo regà?
Bè seguitiamo fino alla forcella poi vediamo......fatti 500-600 metri, apriti cielo, in tutti i sensi, acqua ad aumento costante, dietro front e via per la discesa, ma quello che sembra un 2-3 km da fare in un amen(poi in discesa) con l'acqua diventa di una lunghezza a livello di rosario.
Il nostro rientro al Bazena è degno del film "La tempesta perfetta", arriviamo "Ecce homo" almeno io, bagnato anche negli slip; poi riusciamo a turno a cambiarci nel bagno del rifugio ed a rifocillarci con qualcosa di caldo e solido.
Alle 10,30 si rimette, non piove più che facciamo ? Lancio l'idea per un salto veloce in Val Cadino, via andiamo con le macchine fino al parcheggio vicino alla malga, da lì iniziamo la salita.
Devo dire che la cosa ha preso una piega piacevole le due Rose si rivelano simpatiche e le battute, pensate a Menek a ruota libera ed io che gli "passo la palla", si sprecano svariando su tutti i campi, ma su tutto sulla famosa passerella che tanto attira.
Arriviamo alla Corna Bianca la superiamo e mentre siamo all'attacco della salita della Vacca inizia di nuovo a piovigginare: "giriamo il timone ragazze, ho finito i cambi", iniziamo a scendere e del Menek nessuna traccia, ma dove caxxo è andato?
Bè sapete com'è il suo EGO di maschietto, se non se fà nà cima....... giriamo lo sguardo ed eccolo là fra i mughi a tentare la via della Corna, " ma scenni che stai a fà, mò piove e te bagni lo scroto".
Piacevolmente mi accorgo che Olmo...ops Menek ubbidisce e ci raggiunge iniziando una allegra discussione sul ......vegetarianesimo ed accessori vari, così con belle e simpatiche battute raggiungiamo le macchine.
Scendiamo ed al primo bar una bella birretta rinsalda la nostra fresca amicizia.....alla prossima ragazze.
Menek:
Nulla in più da aggiungere a ciò che ha scritto l’amico Alex, mi sembra che abbia descritto la giornata in modo preciso… e la cosa mi sembra strana. :))) Ma soprattutto big up per avermi tolto dai coglioni l’incombenza d’iniziare l’ennesima relazione.
Un paio di cosette però mi sento di scriverle anch’io in corredo al bello scritto di Amadeus, solo due battute che posso sintetizzare così: Alex, dovresti chiedere scusa alle “gentil donzelle”, le hai invitate a seguirci verso il Passo Val Fredda quando l’acqua già scendeva piuttosto copiosa, inculcandogli tra l’altro, una falsa speranza di bel tempo.
Si, perché ciò che il buon Alex ha omesso di scrivere, è che mentre le ragazze tornavano già “allegramente” al Bazena, lui le ha fermate, ed in perfetto dialetto bresciano gli ha chiesto: aò ragazze, ma ‘ndo annate? Loro: volevamo andare al Lago della Vacca, ma… Lui: e tornate indietro pè ste quattro gocce d’acqua? Seguitece, ve ce portamo noi al Lago della Vacca…!!! Il risultato ottenuto è sotto gli occhi di tutti/e noi…
Più che fermare le ragazze avresti dovuto mettermi le palle di piombo ai miei piedi, sono talmente “malato di montagna”, che, nonostante il diluvio universale, avrei proseguito il cammino almeno sino al Lago della Vacca (tralasciando il Frerone), e una volta lì, avrei chiesto ai rifugisti del Tita Secchi: scusate, ma dov’è il The Floating Piers???
E no caro vecio, stavolta hai toppato di brutto, sotto tutti i fronti.
Perché non mi hai seguito nella mia breve ed improficua ascesa alla Corna Bianca? Era lì a portata di mano… in fondo ci voleva solo un briciolo di coraggio, 20 mt di corda, l’imbrago, una buona “pikka da roccia” ed i ramponi gommati. Mi chiedi dei passaggi di III° o IV° grado? Li avremmo fatti con il culo… in discesa libera! :)))
E vabbè ragazzi, facciamo che la “nuttata” è passata anche stavolta, ma solo grazie al piacere di aver conosciuto quelle due brave e simpatiche “guaglione” che rispondono al nome di Rosa & Roxy… non voglio nemmeno pensare che giornata di merda avrei passato solo in compagnia di Alex! Lo immaginate voi? Alex, acqua, tuoni, fulmini ed un Frerone che ci ha mandato a fanculo… no, questo non me lo meritavo!
Ragazze, che culo avervi incontrato…
Anche se la pioggia ci ha bagnato come pulcini, non mi resta che dedicarvi una canzone per farci perdonare dell'acqua che vi abbiamo fatto prendere http://www.dailymotion.com/video/x8hfzf_girls-in-their-summer-clothes-bruce_music , e chissà che non ci rivedremo col sole e con i vostri vestiti estivi… sulle nostre amate montagne.
Noata 1): Cose a caso & chi se ne frega!
Ancora Radicali: Pannella ha seminato tanto… Ok, ma diteci dove! (cit.)
Brexit: finalmente non vedremo più i cappelli di merda della Regina Elisabetta!
Ha chiuso i battenti il The Floating Piers. E sticazzi?
Nota 2): Il sommo poeta Eric…
(me la) SVANGO.
Facciamo la salita a passo di fandango,
bevendo birra a fiumi e gustando del buon mango,
ma in vetta non c’arrivo e adesso ci “rimango”.
Svango,
io vedo un bel rifugio, ma è troppo d’alto rango,
ci fottono il culetto e mi serve un parafango,
i soldi sono pochi e vado via che piango.
Svango,
se piove scendo a corse e col passo d’un orango,
bisogna fare in fretta evitando un grande infango,
adesso esce il sole, ma la scelta non rimpiango.
Se scivolo sui sassi non credo che m’infrango, e in fondo mi domando: che cazzo me la Svango?
A’ la prochaine! Menek whitout Olmo
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