La montagna senza lentezza non è più montagna


Published by Amedeo, 15 December 2018, 19h13. This page has been displayed 1010 times.

Ciao a tutti, vi riporto un articolo pubblicato su Montagna.tv in data 11 dicembre 2018, Giornata Internazionale della Montagna, scritto da Maurzio Gallo (guida alpina e alpinista). Ne condivido il contenuto e volevo proporlo agli amici di hikr.
Buona lettura
Amedeo


http://www.montagna.tv/cms/133890/giornata-internazionale-della-montagna-la-montagna-senza-lentezza-non-e-piu-montagna/?r=1
 


Giornata Internazionale della Montagna: la montagna senza lentezza non è più montagna (Maurizio Gallo)


Oggi, 11 dicembre, è la Giornata Internazionale della Montagna, un’occasione per fermarsi e riflettere sulle Terre Alte. Per questo vogliamo festeggiarla quest’anno con un pensiero di Maurizio Gallo che ci sprona tutti a vivere la montagna con lentezza (Maurizio Gallo).

Da un po’ di tempo rifletto su quest’idea e rimango sempre molto sorpreso perchè in montagna vengono trasferite tutte le iperattività di oggi, senza che nessuno cerchi di opporsi a questo processo: non si pensa ad altro che a correre e consumare tutto quello che si tocca o si vede.

E’ importante, per salvarla da un progressivo svuotamento di valori e contenuti, sostenere un messaggio che presenta una montagna lenta, che si richiama al calmo procedere del montanaro, non per forza estrema, che offre uno spazio per esperienze profonde e costruttive in contrapposizione con un mondo che ci trascina verso una sempre più esasperata vita di corsa: corriamo in auto, corriamo sul lavoro, corriamo nei parchi per mantenerci allenati e belli fisicamente, corriamo sui tapis roulant nelle palestre: è possibile che dobbiamo correre sempre anche quando andiamo in montagna?

La corsa è diventata l’attività sportive primaria in montagna, chi fa i record giustifica il proprio approccio anche rifacendosi al principio “meno tempo ci metti più sicuro sei”, ma poi trascinano dietro di sé una miriade di corridori urbani che molto spesso hanno poca cultura della montagna e talvolta finiscono nei guai.

La mattina in montagna prima di andare a sciare si corre per le strade, la sera si corre con la frontale, nello scialpinismo si corre con la tutina attillata, in estate si corre lungo i sentieri e così via.

Ribadivo questo concetto almeno un anno fa e guardandomi intorno e leggendo le cronache alpinistiche non ho cambiato idea, anzi direi che la situazione è ancora peggiorata.

Mi ripeto perché penso che sia veramente importante mandare un messaggio diverso per noi che andiamo in montagna e per la montagna stessa che sta cambiando a nostra insaputa: sta cambiando a causa del cambiamento climatico, sta cambiando per le sempre più frequenti avversità atmosferiche, sta cambiando perché viene sempre più inquinata dalla presenza umana, ma sta cambiando anche perché noi che la frequentiamo la trasformiamo in una palestra.

Da giovane quando ho iniziato ad innamorarmi della montagna e della sua gente cercavo di imitare il passo lento del montanaro con le scarpe grosse che seguivo lungo i sentieri per acquisirne il ritmo e la scelta degli appoggi: il procedere lento che aveva come obiettivo di ridurre al minimo la fatica muscolare per poter percorrere tutti i giorni lunghe distanze portando sulle spalle zaini molto pesanti per approvvigionare gli alpeggi in quota o i rifugi.

Mia suocera da ragazza portava il mangiare dalla casa nel fondovalle ai familiari che seguivano le mucche al pascolo e preparavano il formaggio, ancora oggi vedo come cammina con la schiena sempre inclinata in avanti, ma dritta e senza gobba, e appena il sentiero sale il suo camminare la porta a raddrizzare il ginocchio posteriormente ad ogni passo spostando lo sforzo dal muscolo al sistema articolare per affaticarsi il meno possibile.

In Nepal camminando da tanti anni con i portatori Sherpa ho imparato il loro procedere in discesa: un rotolare verso valle senza modificare l’altezza del bacino rispetto al terreno, quasi si muovessero su un piano inclinato assorbendo tutti i salti nel sentiero usando le gambe come ammortizzatori.

In Pakistan rimango esterrefatto quando cammino sui ghiaioni con i locali che passano di sasso in sasso senza spostarli, quasi galleggiassero sulle pietre spinti da una forza interna che non parte dall’avampiede, come si fa quando si corre), ma da una specie di moto lineare di tutto il corpo: riuscire a muoversi come loro è per noi impossibile!

Ecco, bisognerebbe scrivere un libro dal titolo “lo Zen e l’arte di camminare in montagna” per imparare tutti i segreti del procedere lento e che poi diventa anche veloce e sicuro nel lungo periodo: vorrei vedere quelli che oggi corrono in montagna cosa faranno fra qualche anno con le ginocchia distrutte e la schiena a pezzi: il montanaro non poteva permettersi di fermarsi per acciacchi, doveva continuare a camminare anche da vecchio poiché senza lo spostarsi a piedi la sua vita sarebbe finita inevitabilmente.

Se non si trasmette questa messaggio di una montagna lenta si rischia di trasformarla semplicemente in un dislivello positivo o negativo e in un tempo di percorrenza, niente altro che una palestra per allenarsi.

Anch’io ho corso in montagna, ho fatto gare di scialpinismo, ma la cosa che non ho mai perso è sempre stata la gioia di fermarmi a guardare e a parlare con la gente del posto, di amare la montagna come un mondo delle meraviglie, cercando in tutte le maniere di farne parte, non l’ho mai vissuta come una giostra: comprendo chi oggi corre, ma vorrei che si capisse che dobbiamo far di tutto per comunicare una montagna lenta perché la montagna senza lentezza non è più montagna.

E poi il famoso proverbio ci ricorda che chi si muove piano in montagna con le scarpe grosse ha anche il cervello fino…

 




Comments (29)


Post a comment

Max64 says:
Sent 16 December 2018, 07h41
Bello.
Articolo che condivido a pieno.
Ciao Amedeo
Grazie

danicomo says:
Sent 16 December 2018, 08h33
D'accordo completamente.....
Grazie

Sent 16 December 2018, 09h13
Grazie Amedeo per l'articolo che condivido ed appoggio in pieno. Aggiungo solo da "anziano di montagna" che con il passare dell'età e con il passo necessariamente più lento ci si sente più "di montagna" e la montagna non è più solo camminare è vivere....purtroppo lo si capisce solo quando è tardi...però poi penso che ogni età ha le sue caratteristiche. IMPORTANTE È PENSARE CON LA PROPRIA TESTA E PASSIONI E NON LASCIARCI COINVOLGERE DALLE MODE E D'ALTRUI INTERESSI COLLEGATI. VIVERE LA MONTAGNA!
Un saluto ed auguri di BUONA MONTE GIÀ a tutti gli hikring ed appassionati dela vita sui monti
Pinuccia ed Enrico

cappef says:
Sent 16 December 2018, 09h25
Grazie Amedeo...parole sante che condivido...W la Montagna e le sue bellezze apprezzabili giustamente con la lentezza!...Ciao ...a presto!

gbal says:
Sent 16 December 2018, 11h40
Io non sono per nulla d'accordo con quanto dichiarato dall'illustre guida. Posso capire la critica alle attività che ledono o danneggiano in qualche modo la montagna o la fauna e la flora che la popolano. Viceversa non vedo perchè uno non debba poter svolgere le sue attività sportive sui monti, sia che le voglia svolgere a passo lento, da montanaro, sia che voglia mettere alla prova o allenare il suo fisico correndo sui sentieri. Non danneggia nessuno e probabilmente quella stessa persona ama anche ripercorrere gli stessi sentieri, in altri momenti, con scarponi, zaino in spalla o ciaspole ai piedi. La corsa è la madre o meglio la base di tutti gli sport, non vedo perchè la si debba penalizzare o confinare fuori dall'ambiente montano visto che non danneggia nessuno se non, può darsi, solo le articolazioni del praticante.

lumi says:
Sent 16 December 2018, 13h32
Molto bello, grazie!

cai56 says:
Sent 16 December 2018, 14h18
Giulio "gbal" mi ha solo anticipato: condivido e sottoscrivo ogni suo concetto.
Marco

Sent 16 December 2018, 14h21
Non ho mai sopportato l' agonismo in montagna e la tendenza ad estremizzare le varie gare e i vari sport ad essa legati.
Ma concordo con la tesi di Giulio, nonché gbal riguardo alla corsa in montagna.
I citati Trail... o le gare di scialpinismo oppure le arrampicate in solitaria a velocità folli, se non ledono l' Ambiente e quindi la Montagna perchè considerarle sbagliate...?!
Ricordo a tutti che la Montagna è sempre e solo sinonimo di pura e vera Libertà.

NON è sbagliata la Lentezza
NON è sbagliata la Velocità

OVVIAMENTE, nel bilancio della propria vita e in TUTTI i suoi molteplici aspetti solo chi fa una saggia e doverosa introspezione può arrivare a capire dove porta la Lentezza e quindi il vero e reale Approfondimento e dove porta la Velocità, quindi la Superficialità e l' Apparenza...

La Montagna vuole ed esige solo RISPETTO e, se potesse, riderebbe delle nostre gare di velocità o delle nostre contemplative lentezze.

Angelo

Sent 16 December 2018, 16h45
Due cose sono importanti.
La prima e principale, è il rispetto della Montagna (intesa come ambiente): dopo il passaggio l'impronta lasciata deve essere meno profonda e percettibile possibile; la Montagna non dovrebbe neppure accorgersi del nostro passato o, al massimo, avvertire un semplice solletico. E questo è un concetto dovrebbe valere per ogni attività umana in qualunque ambiente si svolga: mare, montagna, campagna, città (si, anche in città).
La seconda è il sapere valutare le nostre capacità (tecniche) e potenzialità (fisiche). Lo strafare può metterci in seri guai e mettere a repentaglio la nostra sicurezza e quella di chi, poi, deve pensare a toglierci dal guaio in cui ci siamo infilati.

Premesso questo. Penso che ciascuno possa praticare la montagna alla velocità che desidera: a passo di lumaca o saltando di masso in masso come un camoscio, poco importa.

Alberto

Poncione says:
Sent 16 December 2018, 20h51
Bello l'articolo, ma anche i "rilievi" contenuti in alcuni commenti. Credo ci voglia semplicemente equilibrio, ma non è detto che questo non possa essere contenuto sia nel troppo lento che nel troppo veloce... Tutto sta nelle persone.

aandreaf says: bello
Sent 16 December 2018, 21h06
condivido da sempre, un pensiero buffo che mi è venuto mentre camminavo e osservavo il panorama è il biasimo per quelli che stanno a casa a cercare immagini sui monitor, mentre io me le godo senza limite di pollici!!!!!
lo so che è alterigia la mia, ma non me ne pento

blepori says:
Sent 17 December 2018, 07h25
me l'aveva già mandato una mia amica e non posso che condividere l'ispirazione di fondo, anche da mezzo runner, andiamo in montagna per viverla, non per accumulare record. Poi che oggi bisogni andare in montagna con gli scarponi d'anta, questo è un po nostalgico e io personalmente non li rimpiango. Ciao Benedetto

itineralp says:
Sent 17 December 2018, 10h02
Appartengo a coloro che considerano la montagna un luogo sacro (una sacralità senza richiami religiosi ma intrinseca nell’ambiente), quindi ne giudico anch’io negativamente la banalizzazione che la svilisce riducendola ad una palestra, un palcoscenico o peggio un luna park.
Ma comprendo anche che la mia “sacralità” può non essere compresa o condivisa da altri, comprendo che è un valore che attribuisco arbitrariamente in ragione di esperienze vissute non descrivibili, e mi astengo quindi dal condannare chi in montagna ci va sempre e solo con la tutina ed il cronometro al polso: l’incapacità di entrare in sintonia con la montagna è un problema suo che non mi danneggia. Quindi direi che, fatto salvo il rispetto dell’ambiente, c’è posto per tutti.
Poi qualcuno torna arricchito, qualcuno solo sudato, ciascuno comunque soddisfatto secondo la propria vocazione più o meno carica di contenuto.

Winterbaer says: RE: la montagna un luogo sacro - senza rumore:-)
Sent 17 December 2018, 12h26
Ciao cari amici italiani!
A me piace e interessa moltissimo questo soggetto „ZEN“, sopratutto in montagna e così vorrei parteciparmi un pò in questa discussione:-)
Anche per me è molto importante la concentrazione sulla bellezza della Natura e per questo anch`io ho bisogno della lentezza.
Per fotografare le gocce d`acqua, le farfalle e le marmotte, ho bisogno di molta patienza, tempo e calma.
Se sto chiacchierando non riesco a fotografare. Se arriva la folla rumorosa le mie marmotte scappano.

Siccome oggi non vivo più in montagna, non posso uscire lì solo per un`ora. Se oggi riesco ad andare in montagna, per me è sempre un gran regalo e queste ore e giorni per me sono sempre sacri. Mi mancano tanto i paesaggi montani, i fiori, il profumo, il panorama, le impressioni che si può cogliere solo lì.
Cosa a me disturba il più nelle mie gite è il rumore delle conversazioni forti degli uomini nella natura.
Se vado in montagna non vorrei dovere sentire le storie che si raconta la gente con alta voce anche nella natura. E se riesco a sedermi in cima con un bellissimo panorama, il vento, il profumo della montagna e le voci degli animali, cosa sono i miei momenti più belli nella vita, non vorrei sentire la „rappresentazione“ degli uomini come a valle se si incontrano al supermercato in una città.

Ho incontrato degli uomini in scarpe da ginnastica correndo in alto molto veloci, chi erano molto simpatici e mi hanno salutato gentilmente. Mi disturbano per niente. Al contrario li ammiro sempre per il suo buon allenamento. Ammiro anche gli arrampicatori allenati e forti, tirandosi in alto come una scimmia. Ma non mi piace l`eroismo in montagna, perché per me è un regalo dall`universo poter essere sano e poter uscire. Altri lo vorrebbero, ma non possono, perchè non sono così fortunati.

Secondo me ognuno può fare il suo sport come vuole. Però ciò che non mi piace affatto sono: la vanteria, guardare qualcuno dall`alto in basso se è più lento o meno allenato o coraggioso e naturalmente detesto la distruzione e l`abuso della Natura.
Anche se anch`io con ogno mio passo distruggo un pò la mia Natura, per il mio risarcimento porto a casa i rifiuti trovati nella Natura degli altri.

A me piace sentire in silenzio i miei passi e la mia respirazione in salita già dall`inizio dalla mia gita e scorgere le piccole bellezze accanto al mio sentiero. Così con ogni passo posso distrarmi dalla vita quotidiana. Non sono capace di parlare mentre tutta la mia salita, perché poi vedo niente. Dopo una bella calma uscita in montagna sono molto più felice e questo rimane in me per alcuni giorni, anche già di nuovo ritornata a casa. Se sulla gita in montagna incontro troppo rumore umano, la gita per me è rovinata e le voci mi fanno molto arrabbiata.
Come uno fa la sua gita, veloce o con lentezza per me non importa, e scelta sua. Cosa non sopporto io è il „casino“ in montagna e nella natura. Io preferisco e ho bisogno dello ZEN. Forse ognuno avrebbe bisogo di un pò di ZEN. Forse non lo sa ancora e così è scelta sua:-)

Spero che si possa capire, cosa volevo dire. Scusa per gli errori. Grazie!

danicomo says: RE:
Sent 17 December 2018, 12h57
Ciao Corrado,
la penso come te.
Anche se nel mio primo commento ero stato un pò "assoluto", forse perchè l'età mi "costringe" alla lentezza....
Poi leggendo Giulio e Cai56 mi son reso conto che, rispettandosi, non facendo "casino" come dice Winterbaer, non usando mezzi meccanici, un sorriso e un ciao te lo scambi con tutti e nel rispetto di tutti.
Il posto, i posti... son talmente grandi che non è difficile non pestarsi i piedi
Un augurio di cose belle a tutti gli amici.
Daniele

itineralp says: RE:
Sent 17 December 2018, 16h36
Caio Daniele, e visto che ci siamo... buone feste
Corrado

Menek says: RE:
Sent 18 December 2018, 09h50
Quoto il Doc...

Francesco says:
Sent 17 December 2018, 17h28
..Anchio, mi aggrego a qs pensiero per la montagna.
Amo la montagna in tutte le sue sfaccetature,non sopporto coloro che la strumentalizzano, la sfruttano,non la rispettano e la alienano.
...la montagna è immensa,c'è posto per tutti coloro la amano !!!

GAQA says:
Sent 17 December 2018, 23h44
Premetto che anche io preferisco, se possibile, una vita lenta e contemplativa rispetto alla frenesia che impone la società moderna, ma se non "corro", durante il giorno, probabilmente sarei tagliato fuori da essa, ed essere tagliato fuori, da questo cinico mondo, significherebbe per me "correre" un rischio troppo grosso.

Quindi analizzando il primo suo contenuto di questo articolo in cui si moralizza sul correre troppo quotidianamente, rispondo per quanto mi riguarda che vado in montagna semplicemente per camminare e stare a contatto con la Natura senza avere la necessità di accumulare record e nello stesso tempo provando a dimenticare, per quelle poche ore in cui la frequento, gli eventuali problemi o stress che la settimana lavorativa e altro produce: molto spesso gli effetti positivi di una camminata si ripercuotono in me per qualche giorno.

Magari un individuo che ama la montagna, ma ama anche correre in montagna e la corsa di montagna rappresenta la sua primaria necessità benefica o terapeutica: perchè darli torto ? Perchè scagliarsi contro chi pratica questa disciplina ? Perchè l'autore si preoccupa per delle eventuali lacerazioni fisiche tra X anni ? tratto dal testo: "vorrei vedere quelli che oggi corrono in montagna tra qualche anno cosa faranno con le ginocchia distrutte e la schiena a pezzi". Credo che l'autore non si debba preoccupare, nel momento in cui chi pratica la montagna a prescindere dalla disciplina o attività rispetti le regole, regole non scritte, ma dettate dal BUON SENSO. Se uno porta a casa i rifiuti, se uno posteggia negli appositi spazi di fondovalle senza trasgredire i cartelli di divieti, se uno rispetta gli orari del silenzio nei rifugi, se uno non devasta un bivacco e lo lascia pulito per il prossimo, se uno rispetta le tradizioni di alcune comunità montane (croci, santi e festività religiose comprese), se uno rispetta flora e fauna locale, se uno non lucra per la montagna, perchè subirsi un eccesso di morale del genere ? Solo perchè magari l'autore ha smesso di correre o di non gareggiare più in montagna ? tratto dal testo: "anche io ho corso in montagna, anche io ho fatto gare di scialpinismo". Quindi si potrebbe dedurre che anche l'autore in passato, per forza di cose, ha dovuto allenarsi sul "correre" analizzando anche i vari dislivelli positivi o negativi e tempi di percorrenza.

Sicuramente il parere di una guida alpina sarà più importante del parere del classico camminatore della domenica (io per esempio in settimana lavoro), sicuramente la vita di un VERO montanaro è più affascinante e romantica del runner che arriva dalla città, ma quanti fanno i VERI montanari sette giorni su sette al giorno d'oggi? La risposta a tutto: rispetto per la montagna, tolleranza e buon senso. Se uno sbaglia lo si può educare.

Se il mondo sta subendo dei cambiamenti è per effetto di una colpevolezza collettiva dell'essere umano che piaccia o meno siamo tutti colpevoli.

Tratto dal testo: "sta cambiando perchè viene sempre più inquinata dalla presenza umana" se cosi fosse meritiamo tutti di stare a casa, in alternativa non facciamo selezioni: Tu si o Tu no ! Secondo me è giusto che ognuno viva per le proprie vocazioni rispondendo ai propri istinti interiori e passioni ovviamente in maniera consapevole dei propri limiti, dei propri mezzi: rispettando la Natura.

Angelo & Ele says: RE:
Sent 18 December 2018, 08h07
Bravo Alessandro!
I tuoi concetti, ben esposti e molto chiari, li condivido pienamente...

La Montagna è una preziosa forma di Libertà...

Noi uomini dobbiamo solo rispettare le sue rocce e il suo delicato ambiente, poi poco importa se delle minuscole "formichine", a volte sagge e contemplative a volte velocemente insensibili, si affannano sulle pendici di piccole o maestose montagne chiamate con nomi umani, ma che di umano non hanno nulla, neanche i nostri difetti e i nostri torti...

Ciao e Buone Montagne + Buon Natale a Te e famiglia...

Angelo

Amedeo says: Cosa ha detto Gallo?!
Sent 18 December 2018, 00h02
"......Anch’io ho corso in montagna, ho fatto gare di scialpinismo, ma la cosa che non ho mai perso è sempre stata la gioia di fermarmi a guardare e a parlare con la gente del posto, di amare la montagna come un mondo delle meraviglie, cercando in tutte le maniere di farne parte, non l’ho mai vissuta come una giostra: comprendo chi oggi corre, ma vorrei che si capisse che dobbiamo far di tutto per comunicare una montagna lenta perché la montagna senza lentezza non è più montagna....." (Maurizo Gallo). Io ho pubblicato l'articolo anche come provocazione, come avevo fatto per la querelle sulle "croci in vetta", articolo dal quale è emersa molta intolleranza verso chi non la pensa come la maggioranza e io da sempre sono...minoranza, spesso felice di esserlo! Per me il discorso è sempre lo stesso, dialoghiamo, parliamoci, confrontiamoci, riflettiamo.......questa è per me la lentezza, ed è una lentezza che mi piace molto (forse perchè una parte di me è molto lenta!), anche se anch'io come voi corro spesso come un cretino solo verso.... la morte. Per me la frase più importante è ".... non l’ho mai vissuta come una giostra...", ecco se tale dovesse diventare forse alla domenica invece che in montagna faremmo meglio ad andare nei centri commerciali, vero esempio di capitalismo spersonalizzante, dove non c'è spazio per sentimenti, emozioni, paesaggi a misura d'uomo ma solo per.........merce da comprare.

GAQA says: RE:Cosa ha detto Gallo?!
Sent 18 December 2018, 00h36
Infatti hai fatto bene nel pubblicare come spunto di dialogo, confronto e riflessione. Semplicemente in alcuni punti l'ho trovato contraddittorio, a te può piacere, ad altri meno. Quando torno a casa da una gita, personalmente mi interrogo se moralmente mi sono comportato bene con la Natura e con le persone che ho incontrato, fatto questo sono tranquillo con me stesso. Il Gallo può essere nella mia testa ? potrà mica possedere le mie o le tue emozioni o quelle di un corridore ? A parte che non corro e non sono runner in montagna e non sono neanche un "giostraio", ma in che maniera si stilano dei parametri che permettono di affermare: Tu sei un sentimentalista e meriti la montagna mentre tu che corri meriti il centro commerciale ? Credo che è un discorso intimo e complesso. Ribadisco non corro e preferisco la lentezza conteplativa ma credo non sia giusto "additare" nello specifico una disciplina soprattutto se chi la pratica è un uomo che rispetta l'ambiente e il creato. Se poi c'è chi utilizza la montagna come palcoscenico, record, primati, probabilmente sarà un problema di quella specifica persona.

Amedeo says: RE:Cosa ha detto Gallo?!
Sent 18 December 2018, 08h42
Infatti io non addito nessuno, non ho nulla contro chi corre o fa gare di scialpinismo in montagna, ci mancherebbe, è solo uno spunto di riflessione, quando la montagna sarà solo una giostra io andrò da altre parti. Le cose, le persone per essere comprese pienamente hanno bisgono di conoscenza, di studio, di frequentazione, quindi, rispetto a quanto proposto da una parte della nostra società, anche di lentezza. Tutto qui.

Winterbaer says: RE:La lentezza e l`anima della montagna
Sent 18 December 2018, 11h23
Nelle mie relazioni qui da sempre mi sono lamentata dal rumore umano in montagna/nella natura. Ho detto che non riesco a sentire l`anima di un monte, vedere le bellezze, respirare i sentimenti che si può cogliere solo in montagna, se sono riempita di conversazioni con voce alta in cima e sui sentieri. In più lì vivono gli animali chi hanno bisogno di non essere disturbati dall`uomo!

Ho scritto che un monte ci richieda rispetto e gratitudine, di essere capace, di salirlo. Un monte/la natura secondo me è sempre più forte che l`uomo. Un monte per me non è solo una palestra. In altri paesi ci sono cime che dagli indigeni non sono saliti per non disturbare l`anima o gli spiriti del monte.

Ho scritto dallo ZEN di salire su una montagna e poco tempo fa in una discussione (sempre sul sito tedesco) ho detto che ogni monte abbia una anima. Alcuni utenti mi hanno risposto che un monte fosse solo un mucchio di rocce, che da nessuna parte esisterebbe una anima e molto tempo fa un utente mi diceva, che non poteva più leggere le mie sciocchezze del silenzio in montagna. Certamente io sarei troppo irritabile perché mi doveva sempre lamentare delle urla in montagna.

Alle persone chi non possedono il sentimento per queste cose non si può cambiare il loro atteggiamento! Secondo me ci vuole molta esperienza di vita per cambiare opione e per ricevere il sentimento di umiltà e gratitudine verso la natura.
La gente chi ha sempre vissuto molto facile senza esperienze brutte, spesso non è capace di vedere l`anima di un monte. Per esempio poco fa ho incontrato una persona chi mi ha raccontato come quest`anno per la prima volta abbia scoperto la bellezza del nostro fiume. Sedersi solo sulla riva e pensare…. Perchè? Perchè in questo tempo aveva grandi problemi.

Secondo me spesso quando la vita corre troppo bene e senza problemi, non si ha il senso per altre cose che la sua propria capacità e la sua opera. E poi si „spunta“ una cima dopo l`altra con tempi e difficoltà di record. Qualche volta si pensa di essere l`alpinista più grande e più forte. Tutto questo non mi disturba tanto lungo che non mi attaccano o mi rompono il silenzio in montagna.

Ma qualche volta, quando da loro cambiano le circostanze, l`uomo comincia a cercare e a vedere cose, che non ha visto prima. Anche nel lavoro, in una grande carriera qualche volta accade così. Forse poi per la prima volta sarà capace di vedere anche l`anima e la bellezza della natura. Prima è inutile parlarle di queste cose. Si diventa solo definita come matta, come alcuni mi hanno detto qui sul sito:-)

Non è buono desiderare qualcosa di male a qualcuno! Ma spesso mi desidero il svegliare o la „illuminazione“ che mi capissero. Ma per capire devono fare le sue „esperienze“! Per loro chi vedono le cime solo come una palestra di dislivelli, difficoltà e exploit, resta così solo tanto lungo, che sono sani, allenati e capaci. Io sono sempre felice di arrivare su una cima, quanto piccola che sia:-)

Ciao e buone montagne con tutta la sua bellezza a tutti!

Menek says: RE:La lentezza e l`anima della montagna
Sent 18 December 2018, 21h21
Ciao Uschi...buone Montagne a te!

turistalpi says: RE:La lentezza e l`anima della montagna
Sent 19 December 2018, 09h02
Condivido totalmente quanto scrivi.....è lo stesso mio spirito di montagna !

stefano58 says: RE:La lentezza e l`anima della montagna
Sent 20 December 2018, 18h45
Anche io condivido pienamente, in montagna ci dovrebbe essere libertà ma con il rispetto per la natura e gli altri escursionisti.
Ciao
Stefano

paoloski says:
Sent 18 December 2018, 21h56
Su una casa di Lavin vidi una scritta, risalente all'epoca delle Guerre di Religione fra Cattolici e Protestanti, che diceva "Gust uschè important scol dovair d'esser tolerant est il dret d'esser different" cioè "più importante del dovere di essere tollerante è il diritto di essere differente". Io penso che ognuno, se rispetta gli altri e la Natura, debba e possa essere libero di fare ciò che gli aggrada senza doversi sorbire morali e reprimende da chicchessia, specialmente da chi in passato ha fatto le stesse cose che ora rimprovera ad altri di svolgere. Buona montagna a tutti voi.

ugo says: Condivido...ma spettami....
Sent 20 December 2018, 14h37
Non ho mai corso.....ma ora piu' di prima....aspettami....Ciao


Post a comment»