Croci d'Occo (806 m).
Qui, il 5 aprile 1577 (era un Venerdì Santo), il nobile Giovan Giorgio Bosia di Mendrisio fece erigere a proprie spese una croce di ferro per tener lontano le streghe che, si dice, si riunivano nelle vicinanze per il Barlotto , “il convegno con il diavolo”, o compivano malefizi facendo distruggere i raccolti dalla grandine o provocavano la morte di animali da reddito.
Quella croce, caduta, è stata più volte sostituita, anzi se ne eressero tre, donde il nome della località. Esse erano ancora visibili nell’Ottocento e all’inizio del Novecento; oggi rimane solo il terrazzo e il toponimo Croci d'Occo (Crus d’òcch).
Quassù, ben visibili dai villaggi circostanti, venivano giustiziati i condannati a morte.
Gli statuti del Baliaggio di Mendrisio (1512 – 1798) prevedevano per i reati citati il rogo.
La tradizione, riferita da Mario Medici in “Storia di Mendrisio” 1. 46-47, secondo cui fossero destinate a tener lontane le streghe è tuttora viva presso alcuni anziani di Castel San Pietro e di Salorino.
Secondo Giuseppe Martinola (Bollettino Storico della Svizzera Italiana, BSSI 85, 1973, 108) questo promontorio era pure chiamato “Monte di Salorino”, anche se ubicato in territorio di Castel San Pietro.
Si ipotizza che “òcch” sia una forma plurale di oga, canale per cui si facevano scendere a valle i legnami.
 
 

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