A due km di distanza, in direzione SW, noto il Lago Castel (2216 m), con il muraglione della diga spaccato nel mezzo. È una testimonianza storica della tragedia che si è compiuta 91 anni fa. Ecco cosa raccontano le cronache di allora.

“Alcuni operai lavorano alla costruzione della diga che permetterà di chiudere e sollevare le acque del Lago Castel per garantire la produzione di elettricità. Il muraglione è quasi ultimato, ma nel corso del tempo ci si è accorti che il terreno sottostante è di natura calcarea; i costruttori pregano di giorno e di notte che sia in grado di reggere l’enorme peso della diga, senza pensare alle possibili conseguenze di un cedimento strutturale.
La notte incombe.
Le baracche accolgono le maestranze con il loro gelo e la luce fioca delle candele.
Si ride e si scherza pensando di passare un altro inverno su queste montagne, lontani dagli affetti e dal calore delle proprie case. Sono le ore 4:00 del 23 novembre 1923. Gli operai vengono svegliati da un boato assordante. La diga non ha retto.
I lavoratori escono di corsa dalle baracche capendo immediatamente quello che sta succedendo e cercano riparo sulle alture circostanti l’invaso; alcuni per sfuggire alle acque impetuose ed ai detriti si arrampicano sui ripidi pendii del Kastelhorn, con mezzi di fortuna ed al buio della notte novembrina. Per loro fortuna nessuno perirà.
Le acque liberatesi dalla prigione costruita dall’uomo corrono veloci verso valle, distruggendo tutto quello che trovano sul percorso. In pochi minuti la piana sottostante di Riale viene invasa: il bestiame non ha scampo. Gli ultimi abitanti rimasti riescono fortunatamente a mettersi in salvo dal riversarsi furibondo delle acque. Dopo questo disastro la costruzione venne abbandonata per sempre. Oggi a perenne ricordo di questo dramma rimane il muraglione della diga con una grande spaccatura nel mezzo.”

 
 

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