Pirenei Bike Tour


Publiziert von skiboy1969 , 16. Juli 2015 um 15:17.

Region: Welt » Frankreich » Pyrénées
Tour Datum:28 September 2014
Zeitbedarf: 11 Tage
Aufstieg: 22500 m
Abstieg: 22500 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Argèles sur mer
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Argèles sur mer

PIRENEI 2014
 
 
 
 
“Un lampo mi coglie e la domanda sorge immediata!!.
Da quanto tempo sto pedalando?......Quanti sono i giri di pedale?...Dell’orologio?……..
Non oso guardare! Non voglio guardare! Ho deciso!! Mi nascondo a me stesso…o più semplicemente aspetto!….
Le gambe mi fanno male, ad ogni avallamento s’irrigidiscono, ad ogni piccola differenza di dislivello l’acido lattico penetra nelle fibre muscolari!!.....
Appena mi alzo, loro si “abbassano”, scollegate dal resto del corpo, legate ad un filo di un burattinaio masochista e vendicativo. Vanno avanti solo grazie ai messaggi elettrici della mia mente. Ma anche lei ogni tanto mi abbandona e si lascia andare……..
Allora stringo i denti e vado avanti, come ho fatto in questi lunghi giorni in bicicletta, su e giù, giù e su.
Penetrando il cuore delle valli, salendo verso il cielo, nello scoprire se portano a qualcosa, se raggiungono una nuova visuale, se consentono al mio cuore di alleggerire il carico, a sospirare, finalmente a pensare…..
Già……se solo potessi ricordare!!!………….
Vorrei fissare nella memoria ogni piccola variazione, ogni sguardo verso il fuori, conoscere la somma di tutti gli scorci e le sensazioni sviluppatesi ad ogni kilometro percorso, per dare finalmente un valore tangibile a tutte le energie spese per un qualcosa che di tangibile non ha niente a che spartire.
Solo numeri, numeri, numeri, nient’altro che numeri, sommati a vicenda, analizzati, derisi, biasimati, orgogliosi, fieri di esistere.
Come se tutti questi numeri spiegassero aritmeticamente il vissuto, le onde del pensiero che fluttuano, s’infrangono costantemente nell’animo, a migliaia, a milioni, all’infinito……come le onde di un mare mai domo……..
No!!!…..devo convincermi……..non esiste una via d’uscita a questa limitatezza umana, non esiste l’algoritmo giusto perché l’infinito sia circoscritto nella nostra esperienza, perché possa dare un significato continuo a tutto ciò che vivo. Una costante che mi dia la prova della mia esistenza!.
Ma l’infinito non esiste, e, in fin dei conti neanche il tempo supremo esiste per noi, solo lo spazio ristretto di un istante  in cui possiamo fare riferimento nella nostra breve vita………    
Devo soffocare i sensi, ridurre, stringere fra le mani un succo concentrato, che dia l’ampiezza del sapore pieno delle emozioni che sto vivendo in questo viaggio, in questo percorso tellurico verso la soddisfazione di una riuscita.
E’ talmente intenso il movimento, che mi riesce difficile capire dove sono, dove mi trovo per poter spiegare la linea terrestre che scaturisce sotto lo scorrere delle nostre ruote.
Eppure devo provarci, seguire un filo di parole che mi diano la prova futura di ciò che ho perseguito tenacemente in tutti questi giorni ciclistici fra le montagne.
Così………provo a ripercorrere a ritroso, a scegliere quegli attimi radicati nella memoria per mettere finalmente anche qui, su questi fogli, le piccole radici di parole che alimentano i nostri ricordi………… Ma non è detto……….E’ pur possibile che i ricordi non siano catalogati temporalmente, ma messi lì alla rinfusa, sparigliati come un mazzo di carte sul bancone del giocatore………..Allora lascio semplicemente che scaturiscano naturalmente senza dar loro un’impronta letteraria, una logica più comprensibile.
Vediamo cosa succederà!!”………………….
 
1° Giorno:
 
Che notte!! Questa trascorsa. La prima di questo viaggio. Passata a rigirarmi nel letto, coperto da un calore soffocante in questo albergo a ridosso del mare.
Perso in balia di pensieri dubbiosi, di un irrequietezza sensoriale per un momento sognato ma destinato invariabilmente alle variazioni del tempo, agli intoppi del destino.
Mi alzo, descrivo con gli occhi la panoramica della mia stanza, sui bagagli che dovranno seguirmi fedelmente come un fardello di sopravvivenza.
Sento la convinzione crescere in me, il desiderio di provare, di mettere in gioco ciò che ho costruito in questi mesi allenanti. Un pensiero rivolto ad un termine che per adesso faccio fatica ad esprimere, ad accettare. Mi impongo così di vivere alla giornata, d’assaporare quotidianamente tutto ciò a cui andrò incontro, senza remore, senza giudizi….
Siamo in tre, tre bici, sei borse, migliaia di pensieri che interagiranno durante le ore, si esalteranno e si sacrificheranno a vicenda in un obbiettivo comune che deve dare la forza globale per ultimare l’esperienza che andremo ad affrontare.
Tutto è pronto, caricato, preparato. Ci guardiamo, vestiti come tre vichinghi della terraferma, alla scoperta di un nuovo mare, di una linea invalicabile che ha il colore del cielo e che sancisca la nostra conquista, il tesoro di sensi che vogliamo scoprire.
Spingiamo così le nostre bici a ridosso di questo litorale, nella spiaggia deserta di una mattina autunnale, desolata come può essere solo una spiaggia circondata dal cemento, dall’orrida cupidigia dell’uomo, in questo luogo che passa in pochi mesi dalla concentrazione alla desolazione.
Estremi, che in questo contesto ti fanno sentire inappropriato, a disagio, con un disgusto che sale e la voglia di scappare verso l’interno delle montagne e dello spirito.
E’ ora!!! adesso!!! Diamo le spalle alla corrente, usciamo fuori dalla sabbia, dall’aria salmastra, dal vento mediterraneo che spinge  a muovere i nostri mezzi e noi con loro.
“ARRIVEDERCI ARGELES SUR MER!!!”.
Prima di salire, mi chino e raccolgo un piccolo sasso arrotondato.
VIENI CON ME!!! TI PORTO A VEDERE L’OCEANO!!!.............
 
4° Giorno:
 
Succede così…momenti che eri preparato a vivere ma che per qualche ragione sono stravolti da nuvole d’emozioni che si raccolgono attorno a te, come una bassa pressione circoscritta in pochi metri, che contagia chiunque si trova nelle vicinanze.
Non te lo aspetti, ma vieni rapito da sensazioni che in un istante allargano immediatamente la visuale della tua esistenza, lasciandoti debole ed indifeso, conscio della piccolezza ed ammaliato dalla grandezza…..
Raggiunto il passo, terza ascesa di questa tappa, siamo scesi da una strada subito ripida, i freni tirati al massimo, giù dentro una valle incassata, con boschi ancora vestiti che danno all’ambiente una chiusura quasi claustrofobica.
Poi in un attimo ritorna il sole, uno spiazzo, la cornice di luce che irradia una stele. Tre ciclisti in un silenzio irreale. Ci fermiamo là dove quasi 20 anni fa Fabio Casartelli finiva la sua corsa e la sua vita sul cemento di queste curve.
In piedi, con a fianco le nostre bici, ognuno di noi chissà di quali pensieri si fa attrarre, quali sfumature si antepongono alle altre, di quali retoriche esistenziali ci lasciamo sedurre.
Ma nel silenzio, lo sappiamo, la retorica non esiste, esiste solo nel confronto e nell’esternazione. E noi, soggiogati dalla naturalità delle cose non cadiamo nella trappola e nel silenzio di come siamo arrivati, ripartiamo, convinti di avere una forza maggiore che allontana in questo momento tutti noi da un destino comune.
 
2° Giorno:
 
Riuniti, giriamo intorno alla rotonda, lasciando una scia di gocce che danno la prova del nostro bagno nella tempesta. Giriamo, giriamo ancora, smarriti,  alla ricerca di calore, di una doccia calda, o forse giriamo in questa centrifuga cittadina per cercare d’asciugare ciò che resta del nostro equipaggiamento nascosto dall’inutile mantella..
Siamo arrivati ad Ax Les Termes, ma fino ad ora l’acqua che abbiamo incontrato non aveva niente di termale. Dal Passo, a 1900 metri di quota una pioggia incessante ha accompagnato la nostra discesa. 25 km d’acquazzone concentrato, con tutti gli ingredienti nella loro giusta quantità e distribuiti per far si che le tue membra e soprattutto i tuoi denti contrapposti tengano un tempo così preciso che neanche Gene Krupa saprebbe fare di meglio.
Nebbia e freddo, Fausto che non arriva, (avrà messo il k-way questa volta?), Mario dietro, che mi spinge verso il basso. I freni abbelliscono solo lo spruzzo del passaggio. Occhiali senza tergicristalli, mani intorpidite. In questi momenti, non sai se sia meglio scendere più forte per ridurre l’esposizione del tempo all’acqua, oppure scendere con calma per non accumulare il vento gelido della velocità e delle maggiori quantità di gocce percepite.
Ma poco importa se non hai con te un compagno laureato al MIT che ti spiega equazioni alla mano che non c’è nessuna differenza (anche se non è mai andato in bici).
Alla fine sei bagnato comunque.
Piuttosto, quello che più conta è pensare alla dolce ricompensa che ti attende 1000 metri più in basso, in una delle cittadine più termali di tutti i Pirenei.
Una soffocante doccia di vapori bollenti per riemergere dal clima antartico e piombare direttamente in qualche vasca termale dell’impero Romano circondato da ninfee prosperose e seducenti.
Ps. (Alla fine le terme erano chiuse e di ninfee solo il quadro (copia) di Monet nell’alberghetto scelto per trascorrere la nottata. (vista la grandezza della stanza si potrebbe parlare benissimo di albergrammo!!!).
 
7° Giorno:
 
E’ quasi giunta la sera e come tre viandanti pellegrini abbiamo appena ricoperto a ritroso la prima tappa ufficiale del Cammino Di Santiago De Compostela.
Entrare a Sant Jean Pié De Port in questa circostanza, è come penetrare nei bastioni medievali di una città fortificata  dopo l’assedio e la sua conquista.
Il sole nel suo calare e l’aria più frizzante accendono in noi un sentimento maggiore di appartenenza.
La fierezza dei giusti ci mette poco a impadronirsi del nostro orgoglio, e mentre entriamo come tre cavalieri elettrizzati nelle mura della città, sembra quasi che tutti si rigirino ad ammirarti, che sappiano la ragione che ci ha spinto fin lì. Ma l’illusione dura poco anche perché la folla in giro è molta e gli alberghi invece sono numerati solo dal numero totale di dita in un paio di mani.
La stanchezza accomuna le nostre membra ed io mi sento così svuotato dopo questa lunga discesa finale dal passo sopra l’Abbazia di Roncisvalle che ho solo voglia di trovare un bel ristorante che non soffra di penitenza cristiana per ridare energia alle cellule ormai logore del mio corpo.
Sono così stanco dopo questa tappa infinita, che se un pellegrino mi chiedesse ora ragguagli sulla strada che dovrà intraprendere, gli direi semplicemente di lasciar perdere, abiurare del suo credo vero o presunto, prendere un biglietto per le Mauritius e lasciare che le leggere onde della barriera corallina accarezzino il suo corpo per la prossima quindicina di giorni.
Ed ero così stanco neanche un ora fa, che Roncisvalle, dove avremmo in origine dovuto pernottare, mi era sembrata talmente tanto triste e grigia, ed il tempo sicuramente non l’aiutava, che il pensiero di dormire nelle camerate del convento aveva fatto emergere dentro di me sentimenti di cupezza, terrore, avvelenamenti e morte da farmi rivivere ricordi cinematografici degni della trama da Nome Della Rosa!!!
Così, sotto un cielo plumbeo e minaccioso come il faccione di Tyson raggiungemmo, dopo neanche 2 km di salita, il passo, per poi giù, a scappare dall’acqua nel più in fretta possibile.
Ora eravamo qua, a farci largo tra orde di pellegrini venuti da ogni parte del globo, a lottare per una stanza, per un tavolo imbandito, in questa piccola città ai confini delle montagne, aperta e diversificata nei suoi piani inclinati delle strade e  nel suo connubio tra mura antiche e moderne costruzioni.
Camminiamo tra le vie, fra banchetti di souvenir, Information Point, tra giapponesi rapiti dalle dall’aria mistica che si respira (si presume per loro), e sguardi di facce smarrite non sai se per l’estasi del luogo o perché non hanno ancora capito ciò che gli attende nel prossimo mese futuro.
Tra negozi sportivi così forniti, da far invidia al guardaroba del più forte degli ironman.
Rifletto sul fatto che se la conchiglia (simbolo del cammino), non fosse passata da queste parti, gli abitanti starebbero forse ancora ad innestare castagni e a bramare l’aria marina dell’orizzonte che si perde verso est.
Ed immagino anche, come una sorta di domino associativo, che secoli fa, fino a pochi decenni, lontano dalle reti, dai cristalli liquidi e dalla carta stampata, come poteva essere allettante modificare leggermente le notizie, per cambiare il corso (in questo caso i sentieri) degli eventi, per ottenere prospettive di vita sicuramente più accettabili  e meno precarie, dovute al continuo traffico di anime di passaggio.
Bastava poi solo un passaparola, un aneddoto inventato, un’invidia malcelata, una frase riportata malamente……e Opla!!! Il pellegrino capostipite improvvisamente era passato di qua!!!
Una bella lotta di copyright delle origini….. NON C’E’ CHE DIRE!!!.
Guardando la cartina, scopro così che ci sono così tanti cammini intorno ai Pirenei che Giacomo neanche se avesse avuto le Nike più ammortizzate avrebbe potuto fare tutto quell’insieme di tragitti!!.
E a me sembra di sentirlo, anche cercando con tutte le forze di distanziarmi dalle mie convinzioni anti…
L’odore forte dei soldi che girano intorno a questa messinscena.
Un teatro, che se uno lo spoglia dalla sua di fama pseudo-storico-religiosa, è in fin dei conti solo una lunga camminata da un posto all’altro. Né più né meno!!!.
Semplicemente come faceva la gente per spostarsi fino a 100 anni fa.
E a questo punto mi chiedo anche:
Qual è la differenza tra questo percorso ed uno inventato su misura da te stesso, se uno ha solo voglia di camminare, magari in solitaria al cospetto della natura?.
Non possiede la stessa o magari maggiore valenza spirituale?
Non s’avvicina di più a quel concetto di ricerca della spiritualità così tanto decantata dalle religioni ufficiali?
Chissà se questo Giacomo vista la vicinanza onnipotente, avesse previsto tutto ciò?
Una spassosa operazione di marketing ante litteram?
Questa spiritualità è un biglietto da obliterare come un tram, nel desiderio di ottenere la verità di ciò che sei, ma soprattutto ciò che potresti diventare???.....
 
 
 
E ancora:
Sapete quanto voleva il religioso gestore di un punto sosta nel monastero incontrato il giorno prima quando, con amorevole e compassionevole mortificazione bussammo alla sua porta per avere un rifugio per la notte e magari un pasto caldo e una doccia?
Solo……….90 euro naturalmente senza la seconda e terza richiesta!!!!.
Ma solo perché non eravamo in regola con le carte e le autorizzazioni!!!…..
Già me li immagino i discorsi di quella sera tra frati:
“Fratello 1, chi erano oggi quei tre che hanno bussato al nostro portone?”
“Lascia perdere Fratello 2, erano solo dei pellegrini mitomani che volevano scroccare una dormita nel nostro convento 4 stelle!!!”…..
SE LOUIS BUNUÉL AVESSE SAPUTO TUTTO QUESTO!!.............
 
8° Giorno:
 
“DAI FORZA  RAGAZZI!!! E’ L’ULTIMA DISCESA VERSO LO ZERO!!!!!!”……..
 
5° Giorno:
 
Provate ora ad immaginare questo……….
Prendete un ciclista dei primi del novecento.
Vestito come il Sabato Del Villaggio. Abiti della festa, flanella di quella pesante, scarpe di vera pelle, berretto sulle ventitré.
Mettetelo sopra una bicicletta diretta discendente della cancellata principale della villa più ricca del paese.
Ora, bendatelo e portatelo ai piedi dei Pirenei.
Ditegli che dovrebbe salire di lì.
Su una strada dove il sasso più piccolo è come la palla di un cannone del periodo napoleonico.
Confessategli che la possibilità di trovare tracce bipedi è pari allo zero.
A parte gli orsi.
Ditegli pure che forse in cima ha nevicato giorni fa e la temperatura farebbe sicuramente congelare un gruppo di esquimesi.
Non certo gli orsi.
Dategli un copertone, una catena di scorta, una bottiglia di brodo e un pezzo di carne secca, e lasciatelo partire spiegandogli che vi ritroverete stasera al di là della valle.
Nessuna ammiraglia, nessun elicottero, spettatori men che meno.
Forse qualche orso……
Non sarà andata così la storia, ma, credetemi il concetto e i contenuti ci sono tutti!!!.
Ed è chiaro che, con in mente una situazione del genere e tutta l’aurea di leggenda ed epopea pioneristica che aleggia su queste salite in bicicletta, un certo timore e reverenza ti sovviene quando senti menzionare questo trittico:
PEYRESOURDE, ASPIN, TOURMALET.
Se poi ti dicono che la tappa odierna le contiene tutte e tre e neanche tu hai l’ammiraglia che ti porta le borse, e la tua bici con la scorta di liquidi e le baguette comprate giù in paese, arriva a pesare quasi 20 kg, si può benissimo immaginare con quale spirito ti alzi la mattina sapendo ciò che ti aspetterà.
Così parti, sperando che il tempo tenga insieme alle tue gambe e che almeno qualche rifugio sperduto vista la stagione avanzata sia ancora aperto.
E soprattutto che non ci siano orsi in giro!!!.
 
 
 
 
2° Giorno:
 
Esiste al mondo la salita più veloce da fare in bicletta?
Si!!!!.........Si trova in Spagna, sui Pirenei, Collada De Toses 1790 m!!!!.
Provatela!!! Vi assicuro che non scenderete sotto i 20 kmh di media!!!!
 
9° Giorno:
 
E ora un po’ di classifiche:
La tappa più facile del Tour?.....Quella di Saint Jean De Luz!!!.
La spiaggia più bella del Tour?.....Facile….Saint Jean De Luz!!!.
La birra più buona del Tour?.........Stra-facile ….Saint Jean De Luz!!!.
La cena più gustosa del Tour?....A Saint Jean De Luz!!!.
L’albergo più economico del Tour?....A Saint Jean De Luz!!!.
La stanza più bella del Tour?....Sicuramente a Saint Jean De Luz!!!.
Il letto più morbido e confortevole del Tour?....A Saint Jean De Luz!!!.
La gnocca più gnocca del Tour?........A Saint Jean De Luz!!!.
E’ facile immaginare con quale rimpianto e commozione da lacrima stamattina partiamo da Saint Jean De Luz.
Ci aspetta il lungo rientro senza si spera troppe salite ma con tanti, tanti kilometri da percorrere.
Seguiamo la  strada principale, usciamo dalla città, saliamo un po’ verso nord, poi freccia a destra e via, seguendo l’arteria rettilinea che corre parallela all’autostrada e che ci porterà a Tarbes dove passeremo la notte.
In pratica 170 km di cavalcavia spacca gambe e rettilinei da confine africano!!!!.....
Il traffico più caotico del Tour?.......PORCA PUTT…..A Saint Jean De Luz!!!!......
 
1° Giorno:
 
Ad un km dal passo (Col D’Ares) comincia a piovigginare.
Mario e Fausto sono avanti di qualche centinaio di metri e la stanchezza mi prende tutta in un colpo.
Bene!!!.....Come inizio non c’è male!!!!!.
1° tappa, 1° salita, 1° cotta!!!!.
Raggiungo il passo con fatica ed insieme iniziamo la dolce discesa verso Camprodon.
Gocce leggere cadono al nostro passaggio. L’andatura corre tranquilla. L’arrivo è a pochi km sotto di noi.
Entriamo nel paese e nella piazza principale un albergo ed il suo concierge da il benvenuto alla nostra combriccola.
E anche se il posto ha tutta l’aria di un piccolo Overlook hotel in fase di chiusura stagionale una bella camera- appartamento è lì pronta ad attenderci….
Felici di averla schivata (la pioggia), andiamo a festeggiare la prima giornata del Tour con un happy hour a base di tapas e birra…..Siamo in Spagna!!!!!!........
Quando usciamo dal bar, la pioggia più torrenziale di tutta la catena dei Pirenei si riversa tra le vie del paese e ci accompagnerà, scandendo un ritmo da corrida, per tutta la notte.
OLEEEEEEE!!!!!!!...........
 
3° Giorno:
 
Questa mattina ad Ax Les Termes il cielo è grigio e l’aria è umida quasi come le nostre uniformi ufficiali da bicicletta.
 L’illusione ieri sera, di avere panni lavati e asciutti, è durata solo 15 minuti, giusto il tempo di tirare fuori tutti i nostri capi dalla lavatrice del negozio e metterli nell’asciugatrice.
Peccato che l’asciugatrice in questione produceva calore  come la temperatura dei miei piedi ieri dopo la lavata, e girava alla velocità dell’ultimo giro di pallina della roulette del casinò vicino.
Partiamo poco convinti nella discesa che ci porterà ai piedi della prima salita di quest’oggi, una salita che scopriremo si rivelerà molto dura con tratti superiori al 10% (Port De Lers).
Dalla cima, scendiamo per un breve tratto per poi risalire al Col D’Agnes.
Arrivati ad Aulus Les Bains sotto una cappa di nuvole minacciose, alziamo contemporaneamente i nostri 6 occhi al cielo e proprio in quel preciso momento un'unica mente ci consiglia di fermarci ed interrompere qui la nostra tappa di oggi.
E se prenderemo lo stesso oggi pomeriggio la nostra dose d’acqua, sarà solo perché ci fiondiamo con i nostri costumi da bagno alleggeriti dentro le terme del paese per un paio d’ore, in un ammollo contemplativo e rilassante elargendo così il giusto tributo a Franco Cerri  e al suo detersivo!!!....
 
6° Giorno:
 
Una mattina limpida e splendente promuove finalmente la partenza di questo 6° giorno in bicicletta.
Il cielo azzurro e una luce radiosa segue il nostro percorso dentro la vallata prima della salita.
Gustiamo il privilegio del passaggio lieve e veloce fra lo scorrere quotidiano della vita degli abitanti dei luoghi, il lavoro, la scuola, gli impegni, azioni distanti dal nostro mondo odierno di concepire la vita.
Saliamo tranquilli, spinti dal calore del sole e dalle nostre voglie sportive influenzate sicuramente dalle condizioni atmosferiche così ideali.
Una salita, al Col De Soulor fatta senza patemi, solo la voglia di godere del momento e del panorama circostante. Giunti al colle dopo l’ennesima foto al cartello culminante, scendiamo leggermente in direzione dell’Aubisque.
La strada percorre a mezzacosta questa valle anfiteatro, tagliando alti ripidi e scoscesi versanti rocciosi, strette gallerie scolpite malamente ma che danno quel giusto fascino di remoto ed arcaico.
A parte l’asfalto sotto le tue ruote, un vero e proprio viaggio temporale dei primordi ciclistici.
La salita da questo versante è facile e permette divagazioni del pensiero.
Così mi allontano dal “gruppo”, assaporo il suono della pedalata, ascolto i rumori del bosco sulla via dell’ingiallimento, percepisco un belare lontano. Alzo lo sguardo in cerca di voli planari tra le nuvole.
Osservo la bellezza del paesaggio senza intromissioni, senza disturbi umani.
Il contrasto quasi dolomitico dei pascoli e delle torri calcaree che si ergono sopra di essi, il lungo cordone ombelicale di una strada che porta in alto, il vento immancabilmente contro.
Mi lascio cadere metaforicamente dall’ampiezza del panorama che si dispiega lentamente come un drappo teatrale verso la rappresentazione di un orizzonte sempre più vasto.
E’ in questi attimi che capisci che salire una montagna in bicicletta lascia dentro di te sensazioni uniche, sentimenti di un’appartenenza così potente e manifesta, che gli strati più fragili e sensitivi emergono nella superficie della tua emotività e basta veramente un niente per arrivare a piangere  ridendo e ridere piangendo, il vero connubio che porta l’animo a comprendere anche solo per un attimo la felicità della nostra esistenza……
Quando giungiamo al passo, improvvisamente l’ambiente si rianima e sopraffatti dalla visuale, dalle aquile che disegnano compassi perfetti e dal sole così gradevolmente tiepido, ci sediamo al tavolo del ristoro prendendoci il giusto tempo, il guadagnato riposo del momento.
Il colle più bello del Tour?..........DEVO DIRLO?.......
 
 
 
 
 
 
Tutti i giorni:
 
NUMERO DI CICLISTI INCONTRATI IN QUESTO TOUR:
Tre danesi con borse e mountain-bike in salita sul Portet D’Aspet (infatti due aspettavano il più vecchio che spingeva il mezzo 3 km sotto il passo).
Due, nazionalità sconosciuta, con bagaglio in salita sull’Aspin mentre noi scendevamo.
Circa 20 di nazionalità britannica con altrettante biciclette di cui la più economica sui 5000 testoni (sterline), senza borse ma con al seguito due ammiraglie completamente dotate ed un furgone blindato con guardia giurata da 10 metri d’asse e rastrelliere poggia-bici firmate all’interno.
Circa 30-40 varie nazionalità incontrati sul Tourmalet, nessuno con le borse, ma con pistole e fucili caricati al massimo pronti a darsi battaglia sulla salita più famosa.
Qualche decina di pensionati con le borse sotto gli occhi principalmente incontrati lungo i fondovalle e gli strappetti di paese. Età media: siamo sui 60 buoni.
Qualche ragazzo che andava a scuola.
Qualcun altro che la marinava………
 
Tutte le notti:
 
Non avendo avuto nessuna sponsorizzazione per questa nostra avventura, era logico che non avremmo potuto, per favorire il riposo notturno, bramare ogni volta 3 camere singole per ciascuno……
Mario, il tesoriere della spedizione:
“Ragazzi un ridimensionamento delle abitudini è d’obbligo!!....Ogni sera camera per 3 con sorpresa!!!. Si tira il dado e chi perde dorme con Fausto nel letto matrimoniale!!!!”………
Il momento più stressante di tutta la giornata!!!!!.............
Perché dovete sapere che Fausto è un pezzo d’artiglieria da 95 kg di fibre muscolari che scattano involontariamente a tutte le ore del giorno ma soprattutto della notte.
Così ogni volta che si girava nel letto, e tu eri nel bel mezzo del tuo sogno erotico preferito, ti faceva roteare per aria per almeno una cinquantina di centimetri svegliandoti di soprassalto.
E se poi malauguratamente si alzava per dare da bere al suo albatros, creava nel materasso un moto ondoso da far impallidire la spiaggia di Waikiki e provocare un’erezione volontaria al Robbie Nash dei giorni migliori!!!!!!.....
“DORMITO BENE STANOTTE MARCO?”……CERTO!!!!!............ HO FATTO UN LOOPING E DUE TONNEAU!!!!!.............
 
4° Giorno:
 
La domanda nasce spontanea ed io la formulo così come mi è sovvenuta nel cervello.
Con quale termine definireste tre ciclisti itineranti con borse ciclopiche al seguito arrivare al luogo prestabilito per la sosta della giornata, dopo aver percorso la bellezza di 4 colli, 100 km e 3000 m di dislivello, cercare, visto l’ora già tarda, un alberghetto per una sola misera notte, e non trovando niente che soddisfi codesto esorbitante requisito, proseguire per il 5° espatriando e rimpatriando da 2 nazioni e portando così il totale del giorno a 140 km e quasi 4000 m, numeri, letti sotto il lampione della piazza centrale di Bagneres De Luchon??????????…..
……MONGOLI!!!!!!.........
 
 
 
10° Giorno:
 
Pochi ricordi di questa lunga tappa che ci porterà da Tarbes a Foix con tanti saliscendi per un tot di 170 km.
Forse per via della monotonia della strada, del traffico più consistente, o forse per una maggiore concentrazione dovuta ad un carico di stress e fatica non più smaltito da giorni.
Ah!!! A proposito di smaltito……una cosa proprio ora mi è venuta in mente.
La sosta pranzo sapientemente organizzata e scelta da Mario in un ristorante preso d’assalto da tutta la fauna di lavoratori francesi della zona.
Risultato? Due ore d’aspettativa, mangiata colossale e smaltimento del bolo in movimento con conseguente decadimento totale delle prestazioni sportive da lì in avanti.
Anche questa volta giungiamo a Foix, giusti per il the delle cinque e per la scelta del più zozzo ostello-albergo di tutta la catena pirenaica.
 
Tutti i giorni:
 
Classifica culinaria:
Numero di anatre mangiate: uno stormo.
Numero di maiali mangiati: mezzo.
Numero di patatine mangiate: 3 kg a testa.
Numero di pesci mangiati: dimenticato di contarli dentro la zuppa.
Numero di piatti di pasta mangiati: 1 IN 11 GIORNI!!!!!!!............
Chi l’ha detto che per andare in bicicletta bisogna mangiare i carboidrati????....
 
8° Giorno:
 
Spinti da l’urlo precedente (vedi pag.5), cominciamo la discesa verso la città, verso l’oceano.
Ma questa non è la discesa che mi ero immaginato, che avrei voluto vivere per suggellare il nostro piccolo grande viaggio.
Essa non parte da un punto maggiore verso il basso, una visuale d’insieme che da l’idea di un raggiungimento, di un godimento graduale verso l’arrivo.
In questo caso la strada che stiamo percorrendo, si snoda in un entroterra in leggera e costante discesa lontano dalla città.
Una piccola beffa in questa ultima tappa verso la “gloria”.
Sappiamo che l’oceano non è distante, ma non lo scorgiamo ancora.
Pedaliamo così verso il centro città costeggiando uno specchio d’acqua che visto così, unisce in un sol luogo un fiume un lago ed il mare.
Entrati nel cuore delle vie, ci lasciamo dirigere più che dai cartelli dal nostro istinto.
Un viale, un altro, una piazza, un’altra via maggiore.
I palazzi ad un certo punto si aprono nella loro ala sinistra, le palme salutano, un selciato s’allarga e ci fa salire, una passeggiata, un parapetto, il frangersi delle onde sotto di noi.
Ecco!!!.....Ci siamo!!!...... L’oceano!!!......Ce l’abbiamo fatta!!!.....Vittoria!!!!.....Siiiiii!!!!!........
Non stupitevi di queste esclamazioni
Non saremo così ego-dispersivi.
Nessuno di noi tre dirà la ben che minima parola sulla questione.
In silenzio ed ognuno per conto suo assaporerà la conclusione senza nessuna enfasi ,senza proclami.
Ma sicuramente con il pensiero comune di aver fatto una cosa semplicemente bella e importante.
E quando sei conscio di questo non ci sono parole per enfatizzare il momento.
Basta sedersi sulla sabbia e guardare l’orizzonte che s’apre davanti a te.
Ciao sassolino dell’Atlantico, io vengo dal Mediterraneo!!!!!...........
 
6° Giorno:
 
Giorni antecedenti alla partenza.
L’interlocutore di turno mi chiede:
“Ma come  farete per la prenotazione degli alberghi? Sarete sempre in contatto con la vostra agenzia di viaggi?????...........
Mentre le ciglia mi si aggrottano e la pupilla diventa pallata, guardo il mio ex-interlocutore con fare simil-compatimento e gliela butto lì:
“Beh!!! Sai…….tu che nella tua vita sei stato solo nei villaggi!!!!”……….
E’ con questo scambio di battute in mente che, mentre stiamo ancora pedalando, guardo il sole perdersi all’orizzonte senza avere ancora trovato un posto per passare la notte.
Solo tre ore prima, dopo l’ultima discesa dal Col De Marie Blanque, cercavamo il bed&breakfast che un autoctono ci aveva indicato.
Morale, il suddetto a detta della proprietaria era chiuso per restauri, neanche fosse stato la cappella degli Scrovegni e noi mestamente avevamo proseguito sulla strada principale in cerca di qualcos’altro.
Trovatone uno all’ingresso di un paesino, venivamo accolti da un cartello sulla porta con scritto il famigerato “torno subito”.
Ma dopo circa un’ora d’attesa, il cartello miracolosamente si era tramutato in “torno non so quando”.
Al che spinti dal decisionismo e dalla fratellanza di due pellegrini andammo diretti al convento luogo di sosta del “Cammino”. (vedi spiegazione pag.4).
Alquanto preoccupati ci eravamo rimessi in viaggio, ritornando sui nostri passi (nostre ruote in questo caso) dirigendoci verso il corretto itinerario pianificato.
Dopo svariati kilometri e minuti trascorsi risalivamo una strada di campagna che non dava adito ad essere ottimisti per l’esito positivo della ricerca.
E’ lì infatti che vedemmo il sole andar giù ed anche i fienili pieni per l’inverno.
Ritornando ad essere ancora più preoccupati avevamo proseguito trovando un paese perso nel verde.
Fatto strano c’era pure un albergo, e due motociclisti tedeschi in aspettativa.
Aspettavano da ore l’apertura e noi avendo ancora fresca in mente la faccenda di poco prima, li salutammo e andammo a chiedere aiuto al tourist office che ci mandò direttamente e senza opzioni di scelta diverse da una donna Spagnola che viveva in Francia, che aveva discendenze Italiane e che dava ospitalità nel suo giardino in due  belle yurte mongole arredate in stile.
NON POTEVAMO CERTO SOTTRARCI AL DESTINO!!!!!. (vedi pag.8).
 
5° Giorno:
 
Non possiamo in queste memorie non menzionare la salita più famosa nonché la cima Coppi di questo Tour.
TOURMALET 2115 m DA SAINTE MARIE DE CAMPAN.
Un ascesa di poco più di 17 km per un tot di 1260 m di  dislivello.
Niente di trascendentale………..se la fai in un colpo solo.
Se invece dietro le tue ruote ne hai già percorse due e 2000 m di salita, in questo caso allora la trascendenza gioca un ruolo decisamente importante.
Si parte in leggera ascesa, tranquilli. Poi iniziano i boschi e la strada sale regolare.
Incontriamo numerosi ciclisti in discesa e qualche d’uno in salita, naturalmente ci sorpassano.
All’uscita del bosco e prima della lunga galleria che porta verso la stazione sciistica, le posizioni si delineano.
Mario in fuga, Fausto dietro ed io che cerco di mantenere una distanza costante da entrambi.
La strada da qui s’impenna e fino a Le Mongie si terrà sui 9% di media.
Nel paese si ha tempo per fiatare un po’ ma se potessi avere ancora maggiori energie da spendere, me ne andrei via veloce per evitare così il fastidio  di contemplare lo scempio urbanistico mod. Cervinia che è stato fatto nel nome del turismo.
Dopo, fuori, ritorna la calma.
Gli ultimi quattro kilometri, finalmente a tornanti, li percorriamo fra le nubi che si stanno addensando pericolosamente. Ma siamo a 2000 metri e fra poco saremo in cima a questa salita.
Bonjour monsieur Goddet les tres italianes sont ici!!!..........
Strette di mano, foto celebrative, cambio pesante addosso e per controbilanciare spuntino di datteri dell’oasi tunisina.
Felici e un pò infreddoliti ripartiamo nella lunga discesa che ci porterà all’arrivo di giornata.
 
7° Giorno:
 
La salita più dura percorsa in questo Tour?
Non c’è storia:
COL DE LA PIERRE SAINT MARTIN 1802 m
Il giusto aperitivo per una tappa infinita ed infinitamente stancante……
 
11° Giorno (notte):
 
Mentre mi rigiro per la centesima volta in questo lettino da campo i pensieri cominciano a mulinare nell’ipotalamo……….
Come condensare in questo ultimo giorno di bici tutte le sensazioni e i sentimenti assaporati fino ad ora?
Quali ricordi prediligere? Come farli decantare nell’ampolla della memoria?
Si potrebbe descrivere il desiderio di finire al più presto l’esperienza, che supera e fa dimenticare ciò che stai vivendo in questo momento.
Oppure raccontare di una passerella facile e veloce verso il cartello “finish”.
O ancora dare definitivamente al nostro viaggio quell’impronta retorica che s’allontana decisamente dalla semplicità e naturalezza che abbiamo imparato ad apprezzare in questo Tour.
Enfatizzare malamente situazioni ed esperienze per renderle più importanti.
Oppure ancora lasciarsi sopraffare dalla natura umana sempre in conflitto con se stessa tra l’appagamento e la ricerca………….
Dopo tutti questi giorni di bici, di salite, discese, kilometri e ore di sella, è naturale che l’approssimarsi verso l’epilogo può suscitare contrastanti reazioni e riflessioni personali diversificati.
Quali scegliere? Quali scartare?.........
La sveglia del mattino mi allontana e mi porta alla realtà……..
 
11 Giorno (giorno):
 
Partiamo da Foix di primo mattino in una giornata meravigliosa.
Il terreno è identico ai due giorni che ci hanno preceduto.
Il saliscendi è continuo e stancante.
La memoria vacilla in questo susseguirsi di kilometri.
Andiamo verso il sole che sale.
Ma dopo 100 km lo stomaco di Mario fa le bizze.
Deve fermarsi.
Noi proseguiamo.
Ci vedremo giù.
Tanto da qui è tutta leggera discesa.
Andiamo tranquilli come lo scalare dei numeri dell’altimetro del mio GPS.
Cartina alla mano cerchiamo di evitare il centro di Perpignan.
Ci finiamo dentro diritti.
Usciamo gasati (dal gas).
Perdiamo di nuovo la strada. 1,2,3,4,5,6 volte.
Vorremmo quasi entrare in autostrada.
Ma il vigile ci dà la dritta giusta.
Basta solo andare dritto.
Dopo quasi 7 ore di bici e 170 km entriamo ad Argeles Sur Mer.
Andiamo subito a vedere come sta il mio Doblò.
Quando ci vede arrivare una lacrima scende dal suo fanale.
Anche noi siamo emozionati.
Questa volta è davvero finita!!!!!...................
Mentre aspettiamo Mario ce ne andiamo in spiaggia a rilassarci………….
 
11 Giorno (sul mare):
 
Ritto sulla spiaggia, osservo i pochi bagnanti che sfidano il mare in questo pomeriggio ottobrino.
Dopo qualche attimo di titubanza, sfilo il costume dal sacchetto dentro una delle due borse e lo indosso esibendo per un attimo la mia naturalità.
Entro nel bagnasciuga mentre un vento sferzante tenta di ricacciarmi indietro.
Ma sono deciso.
Mi tuffo in acqua con una smorfia da mancamento respiratorio e subito riemergo nuotando il più velocemente possibile nel tentativo di riscaldare le membra.
Raggiungo Fausto ed insieme ci allontaniamo un poco da riva. Nuotiamo e galleggiamo.
Il corpo si abitua, l’acqua non è più fredda e le onde colpiscono leggere ad intervalli regolari.
Stiamo lì ad assaporare il momento, liberi dai pensieri.
Nei minuti che precedono l’uscita in spiaggia, un ricordo affiora nella mente. Un lampo vecchio come il passato della mia adolescenza.
Un frammento di sensazione…….
Mi rivedo bambino, nella nostra piscina prima del temporale estivo con la paura d’entrare mentre l’acqua bagna le mie gambe a penzoloni sul bordo.
Il vento ambasciatore comincia a roteare intorno a me, mentre l’aria diventa più fredda.
I tuoni si susseguono ai fulmini mentre i brividi alimentano uno spasmo d’indecisione che mi coglie d’improvviso.
Combattuto fra i richiami inculcati alla prudenza e alla voglia giovane di trasgressione.
Finalmente mi butto e lascio affondare il corpo fino al fondo della vasca.
Quando riemergo sento la differenza di temperatura sulla mia testa.
Il freddo ora è fuori, che sferza il mio viso. Dentro, mi crogiolo in un calore prenatale.
Mentre il vento continua a soffiare, le gocce cominciano a cadere sempre più fitte, mi rannicchio dentro l’acqua e sto lì fermo ad aspettare……….Ora non ho più paura…………….
 
 
 
 
                                                                                                               Marco Chemello
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  TOUR DEI PIRENEI
 
28 Settembre – 8 ottobre 2014
 
 
TOTALE 11 Giorni
DISTANZA 1384,22 km
TEMPO 64:48:22 h:m:s
DISLIVELLO 22471 m
VELOCITA’ MEDIA 21,4 km/h
COLLI PERCORSI 24
Col De La Seille
Col D’Ares
Collada De Toses
Col De Puymorens
Port De Lers
Col D’Agnes
Col De Latrape
Col De La Core
Col De Portet D’Aspet
Col De Mente’
Col De Portilhon
Col De Peyresourde
Col D’Aspin
Col Du Tourmalet
Col Du Soulor
Col D’Aubisque
Col De Marie Blanque
Col De La Pierre St. Martin
Paso Laza
Paso De Remendia
Puerto De Ibaneta
Col Du Portel
Col Du Camperie’
Col De La Dona
1185 m
1513 m
1790 m
1915 m
1517 m
1570 m
1110 m
1395 m
1069 m
1349 m
1292 m
1563 m
1490 m
2115 m
1474 m
1709 m
1035 m
1802 m
1129 m
1040 m
1057 m
601 m
514 m
200 m
 

 
1° Giorno
 
Argelès sur mer – Camprodon
 
 
Distanza 97.25 km
Tempo 4:45:13
Dislivello 1802 m
Media 20,5 km/h
Calorie 3853 k/cal
Quota Min 0 m
Quota Max 1513 m
Colli Col De La Seille
Col D’Ares
 
 
 
2° Giorno
 
Camprodon – Ax Les Termes
 
 
Distanza 147.77 km
Tempo 5:55:35
Dislivello 2288 m
Media 24,9 km/h
Calorie 4690 k/cal
Quota Min 694 m
Quota Max 1921 m
Colli Collada De Toses
Col De Puymorens
 
 
3° Giorno
 
Ax Les Termes – Aulus Les Bains
 
 
Distanza 71.07 km
Tempo 3:33:47 
Dislivello 1511 m
Media 19,9 km/h
Calorie 2898 k/cal
Quota Min 484 m
Quota Max 1572 m
Colli Port De Lers
Col D’Agnes
 
 
4° Giorno
 
Aulus Les Bains – Bagneres De Luchon
 
 
Distanza 135,80 km
Tempo 7:46:48 
Dislivello 3733 m
Media 17,6 km/h
Calorie 5624 k/cal
Quota Min 502 m
Quota Max 1395 m
Colli Col De Latrape
Col De La Core
Col De Portet D’Aspet
Col De Mente’
Col Du Portillion
 
5° Giorno
 
Bagneres De Luchon – Luz Saint Sauveur
 
 
 
Distanza 95,64 km
Tempo 6:13:28
Dislivello 3207 m
Media 15,4 km/h
Calorie 3917 k/cal
Quota Min 626 m
Quota Max 2115 m
Colli Col De Peyresourde
Col D’Aspin
Col Du Tourmalet
 
6° Giorno
 
Luz Saint Sauveur – Lanne En Barétous
 
 
Distanza 122,78 km
Tempo 6:28:56
Dislivello 2742 m
Media 18,9 km/h
Calorie 4452 k/cal
Quota Min 277 m
Quota Max 1709 m
Colli Col De Soulour
Col D’Aubisque
Col De Marie Blanc
 
7° Giorno
 
Lanne En Barétous – Sant Jean Pié De Port
 
 
Distanza 153,12 km
Tempo 8:02:59
Dislivello 3179 m
Media 19 km/h
Calorie 5568 k/cal
Quota Min 166 m
Quota Max 1765 m
Colli Col De La Pierre St. Martin
Paso Laza
Paso De Remendia
Puerto De Ibaneta
 
8° Giorno
 
Saint Jean Pié De Port – Saint Jean De Luz
 
 
Distanza 61,56 km
Tempo 2:14:38
Dislivello 394 m
Media 27,4 km/h
Calorie 2132 k/cal
Quota Min 0 m
Quota Max 174 m
Colli 0
 
 
9° Giorno
 
Saint Jean De Luz – Tarbes
 
 
 
Distanza 169,05 km
Tempo 6:10:51
Dislivello 930 m
Media 27,4 km/h
Calorie 5430 k/cal
Quota Min 0 m
Quota Max 418 m
Colli 0
 
10° Giorno
 
Tarbes - Foix
 
 
Distanza 159,20 km
Tempo 6:10:04
Dislivello 1277 m
Media 25,8 km/h
Calorie 4822 k/cal
Quota Min 259 m
Quota Max 418 m
Colli 0
 
11° Giorno
 
Foix – Argelés Sur Mer
 
 
Distanza 170,99 km
Tempo 6:40:28
Dislivello 1408 m
Media 25,6 km/h
Calorie 4976 k/cal
Quota Min 0 m
Quota Max 660 m
Colli Col Du Portel
Col Du Camperié
Col De La Dona

Tourengänger: skiboy1969


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Kommentare (10)


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Angelo & Ele hat gesagt:
Gesendet am 16. Juli 2015 um 15:43
Questa non è una semplice relazione ma un gran bel raccondo condito da vera originalità.. da fatiche mostruose.. e da tanta, tantissima vera passione...!!!

COMPLIMENTI a Te e al tuo magnifico Tour nei magici Pirenei...

Ciao...

Angelo

skiboy1969 hat gesagt: RE:
Gesendet am 19. Juli 2015 um 17:27
Grazie!
Marco.

Angelo & Ele hat gesagt: RE:
Gesendet am 19. Juli 2015 um 19:06
GRAZIE a Te...

grandemago hat gesagt:
Gesendet am 3. November 2015 um 11:19
Chissà dov'ero a luglio ... questo lo vedo solo ora ... sto proprio rincoglionendo...
Che dire ... una cosa talmente bella e mostruosa!
Un abbraccio
Aldo

tanuki hat gesagt: RE:
Gesendet am 3. November 2015 um 14:48
Mi accodo al tuo commento da mago: come ho fatto a perdermi questa (avventura? esperienza? impresa sportiva? cazzata spaventosa? follia?) cosa talmente bella e mostruosa?

E aggiungo solo questo: stavo per rovinare l'ipad nel tentativo di sottolineare una frase con lo stabilo boss giallo.

(No. Non è vero: le frasi che volevo sottolineare erano 18)

skiboy1969 hat gesagt: RE:
Gesendet am 4. November 2015 um 09:02
Sarei già stato lusingato se rovinavi l'ipad con una sottolineatura, ma 18 anche il "capo cinese" avrebbe avuto a che da ridire!!!
mi hai sopravvalutato...........grazie comunque
ciao
M

skiboy1969 hat gesagt: RE:
Gesendet am 4. November 2015 um 08:57
Eri in giro!!!! come al solito!!!!...........
Aldo, sei uno dei pochi rimasti che quando ti leggo, la prima impressione che ne ricavo è di un disincanto e di un'ironia che sovrastano tutte le relazioni auto compiacenti che saltuariamente m'imbatto. vai tranquillo........i rinco sono da cercare altrove!!!
ricambio l'abbraccio.
ps. Anche il Gradiccioli da Piero è 1400 m!!!!!
Ciao
M

grandemago hat gesagt: RE:
Gesendet am 5. November 2015 um 11:14
"Bello e mostruoso" l'ho scritto prima di leggere il tuo racconto ... con te vado sul sicuro su tutto quello che fai. Ora l'ho letto ... dentro c'è tutto Marco, non poteva essere altrimenti. Starei a leggerti per ore, e te lo dice uno che non è riuscito ad arrivare alla fine di "On the Road" ... dove mi sono rotto le balle prima!

Per il Gradiccioli ...... avevo un alibi di ferro per evitare quei dislivelli e me lo sono giocato nelle due ultime uscite ... vedremo!

Pirenei .... 15 anni fa, l'ultima mia "mattata", il canto del cigno: con la tenda e viveri per 10 giorni ... 24 kg sulle spalle .... ce l'ho nel cuore (concedimi un po di autocompiacimento). Poi l'anno dopo mi hanno stirato ... "on the road"!
Ciao
A

skiboy1969 hat gesagt: RE:
Gesendet am 7. November 2015 um 20:03
1)
Dopo queste leccate di "back" reciproche possiamo dire che siamo sull'uno pari.........la bella ce la giochiamo a voce!!!!
2)
On the road è troppo mitizzato, meglio i vagabondi del dharma.
3)
Con la funivia di monteviasco scendiamo sui 900-1000 m!!!
4)
Nel tuo "piccolo" sei stato un precursore di viaggi "on the road" con gli attributi....compiaciti pure!!!!
Ciao
M

grandemago hat gesagt: RE:
Gesendet am 8. November 2015 um 22:26
Punto 3)
Si può fare ... anzi, ci terrei molto!
Punti 1-2-4)
A voce ...

Ci sentiamo presto, ciao
A


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