Nel selvaggio mondo dell'Adamello. Direttissima Monte Bruffione.
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In un primo momento avevo pensato di salire al Bivacco Ceco Baroni in Val Adamè, poi, visto i tempi di percorrenza non di certo brevi, mi sono detto che sarebbe stato meglio farla in compagnia se non si voleva rischiare di parlare con i sassi; allora ecco la decisione di puntare verso il Bruffione, che poi come camminata corta non è. Giusto un anno fa http://www.hikr.org/tour/post82614.html avevo fatto un giro da queste parti, più precisamente ero andato ai Laghetti di Bruffione e M. Brealone, un bel giro che mi aveva appagato sotto tutti i punti di vista. Ricordo pure che mi ero chiesto: ma se i Laghetti di Bruffione sono così carini, come sarà la Cima cui danno il nome? Ecco, tutto questo preambolo per dire come sono arrivato a scegliere questa meta…
Grandi descrizioni in rete su come salire al Bruffione per la Direttissima da Gaver non ne ho trovate, più genericamente si menziona la facilità in alcuni tratti di perdere la traccia, e si parla poi della salita un tantinello ripida… ma d’altronde se non fosse così che Direttissima sarebbe? Insomma, sommato le due cose mi sono detto: escursionismo di ricerca, mmm bello, parto presto così ho tutto il tempo per verificare le difficoltà descritte. Ma passiamo al dunque…
Lasciata l’auto nell’ampio parcheggio antistante l’alimentari/bar Bruffione, una sterrata scende proprio dietro la costruzione, e oltrepassata prima la vicina palina e poi il ponte in cemento, sulla Sx si stacca il Cai 401 Dir con destinazione Malga Retorti/ M. Bruffione. h 3.30.
Con molta attenzione seguo la numerosa bollatura appena rifatta, e fortuna vuole, probabilmente il giorno prima qualche uomo di buona volontà ha tagliato l’erba sul sentiero sino alla località Malghetta, in caso contrario, la traccia sarebbe stata di più difficile intuizione. Dalla Malghetta il sentiero prosegue sempre con una certa pendenza e con la bollatura posta sulle roccette, poi, giunti su un pianoro erboso solcato da un torrente, lasciamo sulla sinistra l’impercettibile rudere della Malga Retorti, e con molta attenzione a non perdere la traccia di sentiero attraversiamo il suddetto torrente. Foto 5/6.
Da ora in poi la musica cambia decisamente. La bollatura qua non è ancora stata ripassata a fresco e il sentiero a volte sembra che si perda nei mille rivoli che si sono creati tra una zolla e l’altra. Qua può venire in aiuto una certa esperienza in fatto di Montagna, perché se si sta ben attenti si percepisce un poco dove passa la traccia, basta dare un’occhiata sempre davanti ai propri piedi e ogni tot alzare lo sguardo nei 10 mt avanti alla ricerca della flebile e nascosta bollatura, intervallata da piccoli “ometti” che qualche anima santa ha costruito.
Risalito questo tratto, ora fa il suo ingresso la pietraia che riempie tutto l’anfiteatro sottostante il M. Bruffione; la bollatura è mal visibile se non parzialmente sbiadita, ma per fortuna gli “ometti” posizionati sui massi indicano almeno la direzione da seguire. Ometti che umilmente mi sono permesso di migliorare aggiungendo altri sassi.
Giunti in prossimità di un grande sasso (foto 13), si piega decisamente a sinistra, e con un traverso tra i massi che pian piano prende quota, si raggiunge la cresta. La croce di vetta è già visibile dal sasso. La cresta è molto bella ed aerea, ancor ché priva di pericoli se si usa un minimo di attenzione, da qua facilmente si segue il camminamento sino alla sottostante croce di vetta; gli ultimi 10/20 mt di dislivello che ci separano dal nostro obiettivo si affrontano mettendo le due mani sulle rocce in un ultimo istante di fatica. Dalla bella cima si apre il Paradiso… e con gran botta di culo oggi il cielo è pure limpido!
Dopo una mezz’ora di idilliaca visione e relativo trangugiamento di viveri, è ora di ripartire, visto che il giro è ancora lunghetto purtroppo devo accorciare i tempi di sosta. Ritornato in prossimità del sasso “direzionale”, ho seguito le indicazioni riportate, ed imboccato il sentiero 401 che si “spalma” su una lunga e fastidiosa ganna dove anche Olmo si è dovuto cimentare in diverse acrobazie, guadagnata e oltrepassata faticosamente la sella a q 2205, la morfologia del territorio cambia di netto, da territorio tipicamente alpino ora si passa ad una gradevole zona erbosa.
Da qua in poi, le difficoltà praticamente sono uguali allo zero, solo il sole oggi può giocare brutti scherzi… perché ragazzi miei, oggi il cielo è terso come non mai. Comunque le indicazioni sono ben visibili e sbagliare strada è praticamente impossibile, almeno che il sole…
Già il Sole… mi sono fermato un po’ ad una Malga dove una bella fontanella d’acqua ghiacciata mi è sembrata più provvida di un’oasi nel deserto… e mentre mi rinfrescavo il corpo, ho “limonato” ( termine da me coniato per dire semplicemente: parlato) un po’ con la simpatica malgara che si stava preparando alla mungitura delle Capre. E giù lodi allora: ma quanto è bella sta Malga, ma va che belle Capre, oooh va che tette… gli darei una “tiratina” pure io… complimenti signora, hem, chissà che formaggi buoni . Insomma, un sacco di stronzate dette una appresso all’altra e alla fine mi sono dimenticato di comprare una formaggella! Che coglione, un’altra volta imparo a stare al Mondo, perché me l’hanno sempre detto che se chiacchieri troppo poi non concludi niente…
Nota 1): Questo è un giro “completo”, nel senso che qua si trovano boschi, prati, rocce… e soprattutto pochissima gente. Nelle mie tranquille 6 e passa ore di cammino, avrò incontrato si e no 7/8 persone tutte provenienti dai paesi limitrofi. Il panorama che si gode dalla vetta è veramente incantevole, e se non si ha particolarmente fretta di tornare a casa , vale la pena godersi questa bella Natura prolungando la permanenza su questa cima quotata 2665 mt .
Nota 2) : Cose a caso & dilemmi della vita:
Notizia “Bomba”: Accordo sul Nucleare in Iran!
Expo: Da quando si è saputo che ad Expo si parla di come nutrire il Pianeta, ogni mattina alle 6 Giuliano Ferrara fa la sua comparsa ai cancelli d’entrata…
Notizia epocale: Il Pentagono ha deciso che anche i Marines transgender potranno presenziare “all’alzabandiera”!
Nota 3) : Bentornato Eric…
MASSO.
Da Gaver noi partiamo e siamo in basso,
per questo anello fatto col compasso,
che bello sto silenzio… niente chiasso.
Masso,
se trovo una catena gli do il grasso,
se invece c’è una scala io la scasso,
per questo son più astuto d’uno Svasso.
Masso,
io svaluto i miei giri e alzo il tasso,
pensando a quanto poco sia gradasso,
e non mi sento basso se in fondo al culo ho l’intestino crasso.
Se pesto i miei coglioni mi accorgo del prolasso e in fondo io mi dico: che cazzo è mai sto Masso?
A la Prochaine! Menek und Olmo!
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