Rifugio Alpe Sponda e Laghetto di Chironico


Publiziert von Angelo63 , 23. Juni 2015 um 23:10.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:20 Juni 2015
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Madöm Gross   Gruppo Pizzo Barone   Gruppo Pizzo Campo Tencia   CH-TI 
Zeitbedarf: 9:30
Aufstieg: 1450 m
Strecke:Valle - Cala - Faura di Cala sud - Faura di Cala Ovest - Alpe Sponda - Rifugio Alpe Sponda - Alpe Sponda - Ragada (ponte sul Ticinetto) - Laghetto di Chironico - Ragada - Faura di Cala sud - Cala - Valle
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A2 direzione Gottardo, all'uscita di Faido seguire le indicazioni per Lavorgo (a destra sulla cantonale, in direzione Bellinzona). Superato Lavorgo, appena passati sotto un ponte della ferrovia, svoltare a destra per Chironico. Arrivati a Chironico si supera il nucleo abitato e, giunti al torrente Ticinetto, si segue la stretta strada che lo affianca; dopo 2 km si arriva a Valle dove, in uno slargo nei pressi di una grande cascata, si può parcheggiare gratuitamente.

Finalmente oggi, dopo oltre 2 mesi, uscita al completo per il gruppo AnDaSer. Per testare l’asserito scarso allenamento di Sergio (chissà come è, alla fine è sempre il primo ad arrivare alla meta prefissata), optiamo per una escursione che ci consenta di poter scegliere, lungo il percorso, la destinazione da raggiungere. La scelta cade sulla selvaggia valle di Chironico - per noi una novità - con possibilità di arrivare al rifugio Alpe Sponda o, in alternativa, al laghetto che seppur senza un nome, qui tutti chiamano di Chironico.
La giornata è ben soleggiata nel sottoceneri ma in avvicinamento al Gottardo predominano nuvoloni scuri che ci fanno incupire, già lungo il percorso in auto, il meteoropatico del gruppo (Danilo).
 
Lasciata l’auto in località Valle, in uno slargo nei pressi della piazza di giro al termine della strada che sale da Chironico, ci incamminiamo quando manca qualche minuto alle 9.
Impegnati ad osservare le nuvole che minacciano pioggia non ci siamo accorti che 50 metri prima del parcheggio, sulla destra, era posta la palina con l’indicazione del sentiero che sale nel bosco.
Partiamo quindi decisi in direzione della grossa frana che qualche anno fa è arrivata fino a dove termina la strada; saliamo per un breve tratto la massa di terra franata procedendo verso una bella cascata che scarica una quantità impressionante d’acqua.
Ci rendiamo ben presto conto che questa non è la via che dobbiamo seguire e quindi ritorniamo sui nostri passi per imboccare una traccia di sentiero che sale nel bosco e che, appena arrivati ad una cappelletta, diviene mulattiera; siamo sul percorso giusto anche se abbiamo vagato per una quindicina di minuti.
La mulattiera sale ripida con frequenti tornanti e passa davanti ad una cappella dedicata alla Madonna di Lourdes per poi uscire, quando è passata un’ora dalla partenza, sui prati in prossimità delle cascine di Artengo.
Il tracciato si fa ancora più largo con un buon fondo, in prevalenza erboso, quando arriviamo nei pressi dell’abitato di Cala che raggiungiamo alle 10.15. Cala è costituito da un bel nucleo di baite che sono state in gran parte risistemate; all’arrivo si trova un campanile in pietra appena staccato dalla piccola e graziosa chiesetta. Sostiamo qualche minuto osservando il fondo valle ed alcune cime quali il caratteristico Matro, spartiacque tra le valli Leventina e Blenio, sempre riconoscibile per quella grossa antenna posta sulla sommità. Purtroppo i nuvoloni sopra di noi non se ne vogliono andare, a tratti scende anche qualche goccia di pioggia.
Riprendiamo il cammino passando da un lavatoio ben conservato, lasciate le ultime costruzioni di Cala procediamo in leggera salita tra pascoli per poi entrare in un bosco di abeti fino a raggiungere il bivio di Faura di Cala Sud. Sono le 10.35 e qui, su un sasso, si trova l’indicazione, proseguendo in discesa, per raggiungere il “lago”; noi optiamo invece per continuare in salita lungo il sentiero in direzione dell’Alpe Sponda.
Il tracciato sale nel bosco e lascia poco spazio alla visuale; in alcuni punti il ripido percorso è leggermente franato ma l’ottima bollatura consente sempre di individuare la corretta via.
Arriviamo finalmente alle indicazioni di Faura di Cala Ovest quando sono le 11.20 e qui ci fermiamo per una sosta di 10 minuti.
Gli abeti stanno progressivamente lasciando spazio ai più radi pini cembri che sono contornati da cespugli di rododendri in fiore; un vero peccato per la giornata poco soleggiata.
Appena usciti dal bosco avvistiamo, davanti a noi, il rifugio e in pochi minuti arriviamo al pascolo dell’Alpe Sponda. Ancora un ultimo sforzo in salita e dopo essere passati, su una passerella in legno, sopra un ruscelletto che scende tra piccoli massi e rododendri, alle 11.55 giungiamo al rifugio Alpe Sponda; abbiamo percorso 8,3 km in 2h di marcia e 1h di sosta. La temperatura rilevabile dal termometro posto all’esterno del rifugio è di soli 9 gradi, direi non proprio estiva.
Il rifugio è di proprietà della SAT Chiasso ed è stato ristrutturato nel 2012; è veramente molto bello – a me è piaciuta la panoramica parte esterna alla cucina – ed è anche ben tenuto con ottimi servizi elettrici ed idraulici. Siamo entrati per una visita e ci siamo messi su un balcone all’esterno, ben al riparo dall’aria fredda, per consumare i nostri viveri; abbiamo anche approfittato, lasciando il corrispettivo nell’apposita busta, della fornita dispensa per acquistare una bottiglia di vino rosso che ben si addiceva anche alla bassa temperatura.
Alle 13.30 riprendiamo il cammino scendendo all’Alpe Sonda; osservando le indicazioni riportate sulla palina, decidiamo di procedere lungo un percorso diverso da quello seguito all’andata. Scenderemo a Ragada per poi valutare se raggiungere il laghetto che sappiamo essere sull’altro versante della profonda vallata.
La discesa è molto ripida e il sentiero è sempre ben individuabile, grazie alla bollatura ravvicinata, anche se sicuramente meno frequentato rispetto a quello risalito in mattinata.
Alle 14.20 raggiungiamo la palina in località Ragada dove leggiamo l’indicazione di 55 minuti per raggiungere il laghetto; decidiamo di provarci, almeno per un tratto, ma già sappiamo come finirà…..
Superiamo il ponte in legno che passa sul Ticinetto e restiamo impressionati dalla gran quantità di cascate e rivoli d’acqua che scendono dalle pareti che racchiudono la conca.
Dopo un primo tratto in pianura, passato qualche rivolo che scende dalla montagna, il sentiero procede alternando ripidi strappi a lunghi traversi che ci portano quasi di fronte, sull’altro versante della vallata, al primo bivio incontrato dopo aver lasciato le baite di Cala.
Arriviamo quindi sotto una conca dalla quale scende un corso d’acqua che genera anche alcune piccole cascate; poco sopra incontriamo una piccola costruzione alle cui spalle si trova il laghetto. Sono le 15.25 e lo sforzo per salire sin qui è ripagato da qualche caldo raggio di sole che finalmente illumina il cielo; ne valeva proprio la pena.
Sostiamo ad ammirare la bella conca che racchiude il laghetto. In effetti si dovrebbe cercare di raggiungere un punto rialzato per avere un migliore visuale ma considerata la fatica che ancora ci attende ci limitiamo al buon punto di osservazione rappresentato dal muraglione che porta verso il corso d’acqua che esce dal lago; alle nostre spalle, sull’altro versante della valle, è ben visibile il rifugio che abbiamo da poco lasciato, sovrastato dal Pizzo Forno, mentre dietro le pendici che salgono oltre l’abitato di Cala spunta il Pizzo Molare, altra meta che è nei desideri.
Riprendiamo il cammino alle 15.40 per scendere il sentiero appena salito. In circa 50 minuti ripassiamo nuovamente il ponte sul Ticinetto per poi procedere, a tratti in discesa e in altri punti purtroppo ancora in salita, lungo la parte orografica sinistra della vallata. Il percorso è ora difficoltoso, non solo per la fatica che inizia a farsi sentire, ma per la presenza di alberi caduti che ostruiscono il tracciato in alcuni punti.
Alle 17.15, dopo aver facilmente superato, in località passo Ciù, un corso d’acqua che scende dalla parete rocciosa della montagna, raggiungiamo finalmente il bivio di Faura di Cala Sud dove eravamo transitati in mattinata.
In circa 15 minuti arriviamo a Cala dove sostiamo ancora una quindicina di minuti per riprendere un po’ di fiato e per visitare anche l’interno della chiesetta dove si possono ammirare alcuni affreschi.
Non ci resta che scendere, e lo facciamo anche abbastanza rapidamente, la mulattiera che ci conduce all’auto, in località Valle, dove arriviamo alle 18.35.
 
Direi che possiamo essere soddisfatti; il test fisico attitudinale di Sergio è stato ampiamente superato con rinnovo dell’idoneità. Ci è rimasto un po’ l’amaro in bocca per non aver trovato una giornata soleggiata sin dal mattino anche se, in considerazione del dislivello percorso (sarei tentato di classificarlo “T3” solo per quello), un po’ di nuvolosità ha sicuramente giovato al completamento dell’escursione nella versione “all in one”. Qui in futuro si potrebbe tornare per tentare il Pizzo Forno, meglio se con tappa al bel rifugio Alpe Sponda.
 
Dati complessivi:
Km percorsi: 19,8;
Tempo marcia: 5h30m;
Tempo sosta: 4h10m di cui 1h35m sosta rifugio;
Ascesa: mt. 1.450 circa;
Velocità media in marcia: 3,6 km/h;
Velocità media totale: 2,1 km/h.

Tourengänger: Angelo63, squonk, Danilo54
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


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GIBI hat gesagt:
Gesendet am 24. Juni 2015 um 13:13
Bel giro purtroppo per il meteo rimandato con Amedeo qualche tempo fa, comunque anche se il sentiero non parte da lì ne vale sempre la pena di andare fin sotto la cascata a dare un occhiata !

ciao Giorgio

Angelo63 hat gesagt: RE:
Gesendet am 24. Juni 2015 um 21:53
Grazie Giorgio!
Vero, la cascata merita prorpio una visita da vicino.
Buone montagne
angelo


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