Pizzo di Ormea 2476 m tra mosche e affini!
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Partenza venerdì sera per la Liguria, portiamo i nonnini al mare. Cogliamo così l’occasione per fare un giro nel cuneese, pensiamo prima a un giorno solo poi, sentito che a casa si boccheggia, prolunghiamo la permanenza per il tutto il week-end.
Lasciamo quindi Andora in direzione di Ormea, passaggio d’obbligo a Garessio per acquistare il pane tipico della zona, vista l’occasione….
Dal “centro” di Ormea, nei pressi del torrente svoltare a dx, l’indicazione per Chionea è all’interno e non sulla strada principale. La strada si restringe man mano e raggiunge il paesino, dove posteggiamo, davanti alla chiesetta. Un altro posteggino si può trovare poco più avanti sulla strada a dx.
Dire che fa caldo è un eufemismo, non tira un filo d’aria e siamo a già a 1100 m per cui non raso terra!
In pochi minuti raggiungiamo un colletto, dove svoltiamo a sx per la Costa Valcaira. Siamo già, soprattutto Marco, in un bagno d’acqua e cominciano ad arrivare le prime mosche e affini.
Più saliamo e più aumentano, tanto che sto pensando di tornare indietro. Tengo duro sperando che la quota, l’avvicinarsi della cresta e magari il sopraggiungere di un po’ d’aria migliorino la situazione.
Niente, continuano ad aumentare, camminiamo in una nuvola di mosche, gli zaini pesano qualche etto in più per colpa loro, impossibile fermarsi, pochi minuti per bere, uno strazio! Non le sopporto, continuo a lamentarmi, la classica “piattola” direbbero i miei! Ma che cavolo…mai fatto un giro in queste condizioni non vedo l’ora che finisca, in basso non c’erano, mosche d’alta quota….
Raggiungiamo la base del Pizzo, due sentieri per raggiungerlo, prendiamo la direttissima che con qualche passaggio un poco esposto tra roccette ci porta in cima. Insieme a noi arriva anche la nebbia, brevissima sosta per vedere se riusciamo a fare un anello, tra un saltello e l’altro, qualche passaggio di ammoniaca perché qualche puntura alla fine ce l’hanno fatta a darcela…
Bastaaaaaaaaaa!!!!!!!!!
Scendiamo dal versante opposto e tra la fretta e la nebbia scendiamo troppo, risaliamo a riprendere il sentiero e raggiungiamo il colletto passato prima!
Scendiamo in direzione di Quarzina, nella speranza che il pezzo che non abbiamo sulle carte che unisce Quarzina a Chionea esista, tra l’altro anche quello che vediamo, essendo una Kompass potrebbe non esserci per cui…
Nei pressi di un abbeveratoio incontriamo un signore stremato da caldo e mosche, sopporta meno di noi perché ha deciso di gettare la spugna e mandare il Pizzo a quel paese. Ci rassicura sull’esistenza del sentiero che troveremo nei pressi della Chiesetta di San Giovanni.
Scendiamo insieme per un poco, ci separiamo poco prima del Monte Cestello di Quarzina che risaliamo, scendiamo sul versante opposto andando a riprendere la sterrata fino al bivio per la il Laghetto di Lao e la Chiesetta di San Giovanni.
Le mosche sono diminuite ma non abbastanza per permetterci di fare sosta pranzo, per cui decidiamo di proseguire per Chionea, dove non c’erano!
Poco dopo aver lasciato la chiesetta, quattro cinghialetti ci passano davanti, ops!...e la mamma? Poco sopra, emette suoni poco rassicuranti, aspettiamo che si allontanino prima di riprendere il cammino.
Entriamo nel bosco, passiamo qualche alpeggio, giungiamo a Chioraira e quindi risaliamo a Chionea dove fervono i lavori per i festeggiamenti del giorno dopo. Lasciamo quindi libero l’accesso alla chiesetta e alla fine faremo sosta pranzo/merenda in un parchetto di Ormea!
Avendo deciso solo stamattina di rimanere in zona proviamo a fare una telefonata al rifugio Mongioie, tutto pieno! Accidenti! All’APT ci consigliano una Locanda di Upega, ottimo consiglio. Stessi prezzi da rifugio ma trattamento da albergo…da tenere presente!
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