Ferrata del 25ennale al Corno Occidentale di Canzo

Finalmente il giorno della ferrata per gli allievi degli Incontri di Avvicinamento alla Montagna. Alla partenza, nonostante le previsioni di miglioramento, non siamo così sicuri di non bagnarci.
Raggiunta Canzo e saliti alle Fonti Gajum ci avviamo di buon passo verso la Terz'Alpe, come sempre il bosco qui ha un tasso di umidità da Tropici, ma oggi la sensazione di caldo ed afa è ancora maggiore.
Alla Terz'Alpe facciamo cinque minuti di sosta per rifocillarci poi prendiamo il ripido sentiero che ci porterà alla partenza della ferrata.
La salita, che ogni volta mi sembra più lunga (sarà perchè gli anni passano), si svolge in una nebbiolina autunnale più che quasi estiva.
Arrivati alla base della placca iniziale inizia la fase di vestizione degli imbraghi, il corretto posizionamento dei kit di ferrata viene verificato da noi accompagnatori e, una volta fatte le ultime raccomandazioni, siamo pronti.
Ci snodiamo, un accompagnatore ogni due allievi, ed iniziamo a salire la breve rampa che porta alla placca iniziale, io sono in fondo, davanti a me ho Veronique che, dopo qualche difficoltà iniziale prende il largo e rivedrò solo al termine della ferrata, dietro di me Francesca, Cristina, Giorgio, Elisa e, a chiudere Monica.
Nonostante da tempo sia stata addomesticata con alcuni appoggi cementati, la placca iniziale, verticale ed esposta, costituisce sempre un bel problema per i neofiti, con calma, molte indicazioni su dove appoggiare i piedi e mettere le mani ed ancor più parole di rassicurazione ne veniamo comunque fuori.
Ora c'è un tratto più appoggiato ed appigliato che si infila poi in una sorta di canalino. A questo punto siamo all'inizio del traverso che, con la sua esposizione, costituisce a volte un bell'ostacolo, più mentale che fisico, per gli allievi ma, seppur con qualche esitazione, Francesca, Cristina ed Elisa se la cavano egregiamente. Eccoci alla scala, vabbè qui è semplice: basta salire con calma fino all'uscita, un po' scomoda. Durante la salita sento Gianni e Fabiano che mi chiamano via radio per sapere come va qui in coda, appena esco li chiamo e rassicuro: anche qui tutto bene, d'altronde li vedo poco sopra di me sul risalto finale, non siamo poi così indietro.
Percorriamo il breve tratto camminabile che porta all'ultima paretina da affrontare, risaliamo anche qui con calma e ne veniamo fuori senza problemi nonostante il breve tratto leggermente strapiombante ed il non ideale posizionamento di cavi ed infissi. Fabiano ci sta aspettando all'uscita, pochi metri ancora di catena e poi il tratto di cresta che ci separa dalla croce sommitale. Qui c'è anche Gianni ad aspettarci, il resto del gruppo ha già iniziato la discesa del canalino che ci porterà al rifugio SEV.
Ci togliamo rapidamente il set da ferrata e li raggiungiamo.
La discesa del canalino, specie se in gruppo e con il tempo umido, è sempre da affrontarsi con prudenza e anche per questo ci siamo tenuti il casco in testa, in breve eccoci alla base, un piacevole tratto di sentiero nel bosco e poi fra i prati ed arriviamo al rifugio, finalmente si mangia.
Sta persino uscendo il sole!
Per il ritorno passiamo dalla Prima Alpe, sempre affollata, un po' di relax poi scendiamo lungo la carrareccia rizzata per arrivare alle auto a Gajum. cambio di vestiti, pediluvio e naturalmente torta (oggi preparata da Elisa) con un goccio di vino.
A Varese ritiro dei kit da ferrata, dei caschi e degli imbraghi.
Per oggi è proprio finita, direi con soddisfazione di tutti. Fra 15 giorni ci aspetta il Rhonegletscher.

Anche quest'anno la ferrata è "andata", sebbene non difficilissima questa del Corno Occidentale di Canzo non è banale, settimana scorsa ho percorso quella dei 3 Signori presso Bellinzona che, va detto, nonostante la lunghezza è molto più facile rispetto a questa. Quindi un "bravo"a tutti gli allievi.