PIZZO CASTELLO
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Anche oggi levataccia mattutina.
Partiamo da Piacenza verso le valli Ossolane.
Fino all’ultimo siamo indecisi sulla meta finale: Monte Faiè, Monte Mater, Alpe Salecchio.
Alla fine optiamo per il Pizzo Castello Mt. 1607
Dalla sua cima scende una lunga cresta che fa da spartiacque tra la valle Anzasca e l’ampia vallata centrale dell’Ossola.
Si parte da località Madonna, ad un paio di km da Cimamulera.
Il sentiero sarà sempre ben segnato per tutto il percorso.
Dal parcheggio si sale su una stretta stradina asfaltata, che ben presto diventerà sentiero.
Si sale subito in un fitto bosco di castagni e betulle e al primo bivio conviene seguire il sentiero di sinistra.
Dopo circa 10 minuti si arriva ad una bellissima cappelletta ben ristrutturata.
Continuiamo a seguire il sentiero e dopo aver incontrato alcune baite diroccate senza nome, giungiamo alla prima alpe della giornata: l’alpe Sarciera.
Ora il sentiero sale nel bosco e sbuca all’alpe Ceresola: un bell’alpeggio posto su un promontorio molto panoramico, che ci permette di vedere già il lago Maggiore e la SPLENDIDA PARETE EST DEL ROSA, PARETE DALLE DIMENSIONI HIMALAYANE, che ci accompagnerà per tutto il tragitto.
All’alpe Ceresola incontriamo un simpatico signore che è salito venerdì per trascorrere il week-end nella sua confortevole baita.
Si comincia a chiacchierare e sua moglie ci vuole offrire un caffe’.
Anche se siamo in buona compagnia, intendiamo rispettare i tempi di marcia, perciò li salutiamo e riprendiamo il cammino.
Il sentiero si fa sempre più ripido, fino a giungere nei pressi di una teleferica.
Da qui si può già vedere la cima da raggiungere.
Dalla teleferica giungiamo all’Alpe Propiano Inferiore e poi Superiore: due veri gioielli, che invitano a stendersi sui bellissimi prati verdi, che le circondano.
Diversi cartelli incontrati lungo il sentiero segnalano che il due giugno ci sarà una festa all’alpe Propiano, con polenta, spezzatino, latte, formaggio e pastasciutta.
Per chi non è ancora salito da questi parti, direi che è un’ottima occasione.
Dall’alpe Propiano Superiore si prosegue sulla sinistra, fino ad arrivare agli ultimi alpeggi: l’alpe la Piana e infine l’alpe Castello.
Davanti a noi lo strappo finale da compiere in un ripido bosco di faggi, tenendo sempre la sinistra.
Nella bellissima faggeta, quasi da fiaba, l’incontro inaspettato con quella che secondo noi, non tanto esperti in materia, ci è sembrata una vipera.
Ma proseguiamo e la lasciamo alla sua ricerca di prede da cacciare, che fortunatamente non siamo noi.....
All’uscita dal bosco ecco la croce del Pizzo Castello, che si raggiunge facilmente superando alcune roccette.
Da qui la vista spazia dal lago Maggiore, al Pizzo Camino, alla Parrot, Gnifetti, Zumstein, Dufour, Nordend, ai monti della vicina Valle Antrona e all’ampia vallata centrale dell’Ossola.
Un arrivederci alla valle Anzasca, luogo di antiche tradizioni della popolazione walser, con una natura ancora selvaggia, dove il tempo si è fermato e mi sembra ancora di scorgere la gente walser all’ombra del vecchio tiglio di Macugnaga.
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