Quasi una scalinata … alla ricerca di un rifugio sconosciuto in una zona proprio selvaggia
“Siete già stati al Pern?
Ma come, siate andati all’ Afata, siete andati alla Cantina Vecchia (quasi) … non potete non salire al Pern!
Ma state attenti perché è molto ripida e molto dura ….”
Questo ci diceva uno del Patriziato locale … ed è diventata subito una sfida.
Pern … Pern … mai sentito … mai visto sul libro delle capanne e tantomeno nei siti dei rifugi … su HiKr non c’è nemmeno il waypoint.
La curiosità va alle stelle.
Cerco sulla cartina, e trovo l’ Alpe Pèrn a 1630mt circa, apparentemente sopra un poggiolo verde, una macchia verde in una densa foresta … verticale.
Oltre che sulla cartina, cerco su google-earth per localizzarla.
Traccio il percorso, e … capisco cosa intenva con dura… 2.4Km per 900mt di dislivello, quasi una scala verticale.
Siamo molto indecisi a causa di un meteo proprio bizzarro, ma sapete bene che non ci tiriamo indietro noi …
Partiamo armati di tutto, dalle ciaspole ai ramponi, tante idee nella testa, cercando uno spiraglio di “non pioggia”.
A Bellinzona piove, a Biasca diluvia, fortunatamente a Faido non piove e le nuvole sono alte, “proviamo al Pern?”
Arriviamo a Chironico, prendiamo la strada per Orsino, e poco dopo aver attraversato il ponticello sul Ri del Cascinello, che scende dalla irta valle dell’ Usèdi, parcheggiamo.
Il sentiero parte proprio dopo il ponte, scopriamo al ritorno che è più comodo proseguire poche decine di metri in auto e parcheggiare in uno spiazzo dove sopra c’e’ una baita, il sentiero passa proprio di lì.
Salendo in auto verso Chironico vediamo con chiarezza il ripido/ripidissimo costone che si deve salire e gli ultimi 200mt sono rocciosi e davvero verticali.
Alle 08:05 siamo in cammino, non fa freddo e dopo pochi minuti siamo già pronti a spogliarci.
Come ho detto si passa davanti ad una baita a poche decine di metri sopra la strada, un cartello indica “Sentiero Pern”, si sale affiancando il torrente, che scorre rumoroso e carico d’acqua.
Primo bivio fondamentale a Q819, il sentiero si biforca a sinistra si inerpica, diritto prosegue parallelo al torrente, noi andiamo a sinistra salendo verso il bosco.
Il sentiero è abbastanza visibile, e sale senza tregua fino a Cossum unico prato in un fitto bosco di abeti.
Ci sono varie baite ma tutte in disuso e cadenti.
Si prosegue svoltanto a destra passando tra due baite dircoccate, per poi riprendere il sentiero alle spalle delle baite.
Qui inizia il wild più wild.
Di bolli di vernice non se ne parla, il sentiero penso sia frequentato solo da cacciatori, quindi abbastanza in disuso, senza GPS meglio non provarci proprio.
Ora è tutto molto verticale, le uniche tracce da seguire sono i tagli di piante e di cespugli, unici segni di passaggio umano.
Ci sbagliamo più volte, seguendo probabili percorsi di animali (che a giudicare dagli escrementi visti devono essere proprio tanti), san gps ci aiuta a ritrovare la via giusta.
E’ tutto un percorso G.I.B (ginocchia in bocca), con vari tratti su radici, sassi e rocce rese scivolose dalla pioggia.
Un po’ di adrenalina e tanta attenzione.
A Q1440 sotto roccioni verticali ricoperti di erba il punto chiave, una freccia di vernice rossa sulla roccia, indica il sentiero che permette di “scalare” questi 200mt.
E qui il divertimento va al massimo, il sentierino sale a zig-zag scalando roccia e radici umide, in vari punti mooolto esposto sul nulla …
Ma come dice il Barba con tale pendenza ogni passo si fa un metro di dislivello, stavolta dice che ogni 3 passi di dislivello ne guadagniamo 5!
Con fatica ma con molta soddisfazione alle 10:30 siamo al rifugio Pern, una bella casetta in legno vederla da sotto, proprio come mi aspettavo ino spiazzo erboso.
Ma c’è un problema … un problema serio: E’ CHIUSA !
Non ce lo aspettavamo, chi ce lo ha indicato ha detto che era sempre aperto, ma così non è.
Caccia al tesoro in ogni angolo e sotto le pietre per vedere di scovare le chiavi, ma nulla. Proviamo a cercare qualcuno del Patriziato ma senza successo, chiaro è domenica.
Fortunatamente non piove, c’è molta umidità e siamo dentro le nuvole, ma trovate quattro sedie da giardino in legnaia e costruito un ridimentale camino coi sassi, ci inventiamo un bel fuocherello per scaldarci, asciugare le maglie completamente matide, ed anche scaldare i panini.
E’ troppo presto per pranzare, il fuoco va alla grande e noi intorno al tepore (ed il fumo).
Alle 11:30 non sapendo cosa fare pranziamo, sempre con grande calma e tranquillità, certo era meglio in capanna all’ asciutto, ma ce la godiamo comunque.
Mentre ci gustiamo il caffè e gli alcolici (grappa e sviluppin), inizia qualche goccia di pioggia, in breve ci spositamo sotto il tetto per non annacquare troppo la grappa friulana.
Decidiamo di anticipare il ritorno, mettiamo a sposto tutto, spegniamo il fuoco con la neve, ci copriamo con le mantelle e saliamo qualche decina di metri ad una grande croce in legno.
E’ probabile che la vista verso la Leventina, verso sud, sia stupenda, ma oggi non si vede assolutamente nulla, tranne decine di metri verticali poco oltre i nostri piedi.
Curiosamente la croce ha la gamella con il libro visite, l’ ultima l’ 11-3-2014, direi non è proprio un posto molto frequentato da escursionisti (viceversa penso il rifugio sia ben utilizzato dai cacciatori locali).
Altrettanto curiosamente una palina indica i sentieri che proseguono, salendo verso monte si possono raggiungere sia il rifugio Afata che la Cantina Vecchia, anche se sulla swissmap il sentiero è molto discontinuo, segno di disuso e nessuna marcatura.
Foto nella nebbia alla croce e poi giù a valle, con qualche timore per i tratti viscidi, ed aiutandosi con il posteriore nei tratti più esposti.
Ma le paure sono eccessive e scendiamo veloci, perdendo il sentiero poco sopra Cossum, ancora il gps in aiuto.
Alle 14:51 siamo al parcheggio, piove con continuità, ma ormai siamo al coperto.
Siamo molto soddisfatti della scoperta, peccato per le chiavi, ma … ci siamo tolti questa curiosità, ed abbiamo fatto una grande salita in tempi decisamente buoni (considerata la mia presenza …)
Penso di avervi raccontato tutto della nostra scoperta, non è posto per famiglie … e magari sinceratevi con il Patriziato (il competente è quello di Giornico), per l’ apertura.
Giorgio
PS: una spiegazione per il giudizio T4.
Il percorso anche in buone condizioni è certamente un T3, due i fattori aggravanti: la totale mancanza di segni da seguire e le condizioni “viscide” di roccia e radici
Nota AGGIUNTA IMPORTANTE:
Il rifugio Pern è diventanto PRIVATO, questo spiega la porta chiusa. Inutile salire per visitarlo (all' interno), resta una bella passeggiata .....
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