Che dire? ….Hanno il nome in testa!
I turisti parcheggiano vicino, ci fanno un giro alla base, qualche foto….ma solo alla Colorada, la Negra proprio la ignorano! Noi le prendiamo da lontano, dalla strada della Geria.
Una pista porta alle pendici della Montagna Negra, la seguiamo, poi l’abbandoniamo e puntiamo una caratteristica palma inclinata, lungo un sentiero che attraversa una piana prima nera, poi anch’essa colorata. Davanti a noi la vista di un magnifico quadro che vorrei saper dipingere, ma non ne sono capace, e allora giù foto…..che non rappresenteranno mai quello che vedo!
Raggiunto e superato un enorme masso, una bomba vulcanica “sparata” dalla Caldera Colorada, prendiamo l’evidente traccia che risale per ghiaie rosse e raggiungiamo faticosamente la sommità del cono.
E’ il solito spettacolo, il solito grande spettacolo…….e la domanda che oggi mi pongo è la solita: come possono degli esseri umani rinunciare alla bellezza e lasciarsi devastare la mente da religioni e ideologie arrivando a gesti come quello di Parigi? Niente giustificazioni prego!
Proseguiamo lungo il crinale finche questo non permette di scendere alla base. Riattraversiamo la piana che divide le due montagne e risaliamo alla Montagna Negra, inizialmente tra colture abbandonate di vite e fichi, poi in un giardino di piante grasse e gerani che colorano le sabbie nere. In cima ci sono due ragazzi, uno sta sopra un sasso danzando a piedi fermi e l’altro manovra col telecomando un drone che gli gira intorno e lo filma……Due artisti….due pirla…..o semplicemente due ragazzi liberi?
continua…………….
Ma quali feste…..
Tre giorni di cammino su quattro……...devastante!
Ma nooooo……uno più bello dell’altro!
Dopo tanto tempo ritorno sul White Carpet in un luogo e in una giornata stupenda, ma……….la cosa più importante è l’aver scoperto che……LA BEFANA NON ESISTEEEEEEE!!!! Che dire? ….Hanno il nome in testa!
I turisti parcheggiano vicino, ci fanno un giro alla base, qualche foto….ma solo alla Colorada, la Negra proprio la ignorano! Noi le prendiamo da lontano, dalla strada della Geria.
Una pista porta alle pendici della Montagna Negra, la seguiamo, poi l’abbandoniamo e puntiamo una caratteristica palma inclinata, lungo un sentiero che attraversa una piana prima nera, poi anch’essa colorata. Davanti a noi la vista di un magnifico quadro che vorrei saper dipingere, ma non ne sono capace, e allora giù foto…..che non rappresenteranno mai quello che vedo!
Raggiunto e superato un enorme masso, una bomba vulcanica “sparata” dalla Caldera Colorada, prendiamo l’evidente traccia che risale per ghiaie rosse e raggiungiamo faticosamente la sommità del cono.
E’ il solito spettacolo, il solito grande spettacolo…….e la domanda che oggi mi pongo è la solita: come possono degli esseri umani rinunciare alla bellezza e lasciarsi devastare la mente da religioni e ideologie arrivando a gesti come quello di Parigi? Niente giustificazioni prego!
Proseguiamo lungo il crinale finche questo non permette di scendere alla base. Riattraversiamo la piana che divide le due montagne e risaliamo alla Montagna Negra, inizialmente tra colture abbandonate di vite e fichi, poi in un giardino di piante grasse e gerani che colorano le sabbie nere. In cima ci sono due ragazzi, uno sta sopra un sasso danzando a piedi fermi e l’altro manovra col telecomando un drone che gli gira intorno e lo filma……Due artisti….due pirla…..o semplicemente due ragazzi liberi?
continua…………….
Ma quali feste…..
Tre giorni di cammino su quattro……...devastante!
Ma nooooo……uno più bello dell’altro!
Dopo tanto tempo ritorno sul White Carpet in un luogo e in una giornata stupenda, ma……….la cosa più importante è l’aver scoperto che……LA BEFANA NON ESISTEEEEEEE!!!! Che dire? ….Hanno il nome in testa!
I turisti parcheggiano vicino, ci fanno un giro alla base, qualche foto….ma solo alla Colorada, la Negra proprio la ignorano! Noi le prendiamo da lontano, dalla strada della Geria.
Una pista porta alle pendici della Montagna Negra, la seguiamo, poi l’abbandoniamo e puntiamo una caratteristica palma inclinata, lungo un sentiero che attraversa una piana prima nera, poi anch’essa colorata. Davanti a noi la vista di un magnifico quadro che vorrei saper dipingere, ma non ne sono capace, e allora giù foto…..che non rappresenteranno mai quello che vedo!
Raggiunto e superato un enorme masso, una bomba vulcanica “sparata” dalla Caldera Colorada, prendiamo l’evidente traccia che risale per ghiaie rosse e raggiungiamo faticosamente la sommità del cono.
E’ il solito spettacolo, il solito grande spettacolo…….e la domanda che oggi mi pongo è la solita: come possono degli esseri umani rinunciare alla bellezza e lasciarsi devastare la mente da religioni e ideologie arrivando a gesti come quello di Parigi? Niente giustificazioni prego!
Proseguiamo lungo il crinale finche questo non permette di scendere alla base. Riattraversiamo la piana che divide le due montagne e risaliamo alla Montagna Negra, inizialmente tra colture abbandonate di vite e fichi, poi in un giardino di piante grasse e gerani che colorano le sabbie nere. In cima ci sono due ragazzi, uno sta sopra un sasso danzando a piedi fermi e l’altro manovra col telecomando un drone che gli gira intorno e lo filma……Due artisti….due pirla…..o semplicemente due ragazzi liberi?
continua…………….
Ma quali feste…..
Tre giorni di cammino su quattro……...devastante!
Ma nooooo……uno più bello dell’altro!
Dopo tanto tempo ritorno sul White Carpet in un luogo e in una giornata stupenda, ma……….la cosa più importante è l’aver scoperto che……LA BEFANA NON ESISTEEEEEEE!!!! Che dire? ….Hanno il nome in testa!
I turisti parcheggiano vicino, ci fanno un giro alla base, qualche foto….ma solo alla Colorada, la Negra proprio la ignorano! Noi le prendiamo da lontano, dalla strada della Geria.
Una pista porta alle pendici della Montagna Negra, la seguiamo, poi l’abbandoniamo e puntiamo una caratteristica palma inclinata, lungo un sentiero che attraversa una piana prima nera, poi anch’essa colorata. Davanti a noi la vista di un magnifico quadro che vorrei saper dipingere, ma non ne sono capace, e allora giù foto…..che non rappresenteranno mai quello che vedo!
Raggiunto e superato un enorme masso, una bomba vulcanica “sparata” dalla Caldera Colorada, prendiamo l’evidente traccia che risale per ghiaie rosse e raggiungiamo faticosamente la sommità del cono.
E’ il solito spettacolo, il solito grande spettacolo…….e la domanda che oggi mi pongo è la solita: come possono degli esseri umani rinunciare alla bellezza e lasciarsi devastare la mente da religioni e ideologie arrivando a gesti come quello di Parigi? Niente giustificazioni prego!
Proseguiamo lungo il crinale finche questo non permette di scendere alla base. Riattraversiamo la piana che divide le due montagne e risaliamo alla Montagna Negra, inizialmente tra colture abbandonate di vite e fichi, poi in un giardino di piante grasse e gerani che colorano le sabbie nere. In cima ci sono due ragazzi, uno sta sopra un sasso danzando a piedi fermi e l’altro manovra col telecomando un drone che gli gira intorno e lo filma……Due artisti….due pirla…..o semplicemente due ragazzi liberi?
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I turisti parcheggiano vicino, ci fanno un giro alla base, qualche foto….ma solo alla Colorada, la Negra proprio la ignorano! Noi le prendiamo da lontano, dalla strada della Geria.
Una pista porta alle pendici della Montagna Negra, la seguiamo, poi l’abbandoniamo e puntiamo una caratteristica palma inclinata, lungo un sentiero che attraversa una piana prima nera, poi anch’essa colorata. Davanti a noi la vista di un magnifico quadro che vorrei saper dipingere, ma non ne sono capace, e allora giù foto…..che non rappresenteranno mai quello che vedo!
Raggiunto e superato un enorme masso, una bomba vulcanica “sparata” dalla Caldera Colorada, prendiamo l’evidente traccia che risale per ghiaie rosse e raggiungiamo faticosamente la sommità del cono.
E’ il solito spettacolo, il solito grande spettacolo…….e la domanda che oggi mi pongo è la solita: come possono degli esseri umani rinunciare alla bellezza e lasciarsi devastare la mente da religioni e ideologie arrivando a gesti come quello di Parigi? Niente giustificazioni prego!
Proseguiamo lungo il crinale finche questo non permette di scendere alla base. Riattraversiamo la piana che divide le due montagne e risaliamo alla Montagna Negra, inizialmente tra colture abbandonate di vite e fichi, poi in un giardino di piante grasse e gerani che colorano le sabbie nere. In cima ci sono due ragazzi, uno sta sopra un sasso danzando a piedi fermi e l’altro manovra col telecomando un drone che gli gira intorno e lo filma……Due artisti….due pirla…..o semplicemente due ragazzi liberi?
continua…………….
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