Le malinconiche Maddalene - Cima Lago 2615 m e Cima Quaira 2752 m
|
||||||||||||||||||||
Malinconiche perché?
E’ una catena di monti di altezze di tutto rispetto che dalla Val di Sole arriva fino in Val di Non sul versante trentino mentre il lato nord si affaccia sulla Val d’Ultimo. Montagne poco conosciute e frequentate se non dai locali. Motivo? Probabilmente perché ci sono solo due rifugi, qualche malga e qualche ricovero molto spartano, impianti non se ne parla e per raggiungere le cime i dislivelli sono sempre di tutto rispetto su sentieri spesso ripidi e non sempre ben segnati e per finire sono vicine a montagne ben più famose. In autunno forse è il periodo più bello per girarle, tutto quel giallo, marrone, silenzio e solitudine me le fa sembrare tristi ma nello stesso tempo bellissime!
Lasciamo l’auto alla chiesa di Santa Gertrude in Val d’Ultimo e torniamo sulla statale per imboccare il sentiero 15 che entra nel bosco e comincia a salire ripido e sempre più ripido. Scolliniamo e cominciamo a scendere fino all’Ausser Alplaner Alm. Raggiunto il bivio per i laghi Alplaner ci rendiamo conto che il sospetto che il giro programmato fosse un po’ troppo lungo per la giornata odierna diventa realtà. Se potessimo fermarci un’altra sera si potrebbe tentare ma ci aspetta il rientro per cui…cambiamo programma e saliamo ai laghi Alplaner e all’omonimo passo. Ancora quindi una ripida salita fino alla Inn Alplaner Alm poi il sentiero spiana e raggiunge i laghi comodamente, un ultimo strappetto e siamo al passo.
Destra o sinistra? Vada per la destra e saliamo quindi ripidamente alla cima Lago, proseguiamo lungo la cresta e quindi nuovamente giù a un colletto senza nome. Abbandoniamo anche l’idea di continuare lungo la cresta per cima Tuatti e continuiamo sul sentiero bollato raggiungendo la Cima Quaira.
Controllato l’orario ci rendiamo conto che eravamo stati un po’ pessimisti e forse almeno la cresta avremmo potuto farla ma va bene lo stesso ne approfittiamo per fare una sosta più lunga godendoci il silenzio e il panorama.
Scendiamo direttamente alla Seefeldalm, come dicevo prima tracce di passaggio non ce ne sono, bisogna seguire i bolli nei prati, bolli che man mano che sbiadiranno non so se saranno rinfrescati. Dalla Seefeldalm il sentiero diventa invece ben marcato e si raggiunge la Kirchberg Kaser a fondo valle.
Troviamo un bel sassone lungo il torrente e sostiamo per finire i micro panini della Val d’Ultimo.
Non ci resta ora che percorrere la sterrata che in estate è battutissima da bikers stranieri o comunque di lingua tedesca e tornare quindi al posteggio.
Lasciamo così la Val d’Ultimo con i sui bellissimi colori che ho cercato invano di immortalare e torniamo come sempre alla grigia Milano!
Kommentare (3)